Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
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NUTRIMENTO
La storia dell’Esodo, il viaggio degli ebrei dall’Egitto alla Terra Promessa, è una metafora del percorso che ogni uomo deve compiere dalla schiavitù del peccato alla libertà della vita con Dio. Non è un percorso facile, bisogna affrontare il deserto, che rappresenta la fatica del distacco dalle abitudini sbagliate e questo costa. Tuttavia lungo la strada il Signore non ci fa mancare il suo sostegno. Gli ebrei hanno avuto la manna, le quaglie, l’acqua, la guida di Mosè, noi abbiamo la Chiesa, i sacramenti e in particolare l’eucarestia. Il Maestro rimane con noi e si fa pane. È un simbolo chiarissimo: il cibo serve per vivere. Le parole di Gesù sono molto forti: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. La carne e il sangue sono la vita di una persona. Posso immaginare che alcuni tra i suoi uditori si siano scandaliz- zati, può sembrare un invito ad una sorta di cannibalismo, ma vuole in- tendere che non si tratta solo di mangiare, ma di comunicare, di diventare parte dello stesso corpo. È certamente molto di più della manna ricevuta nel deserto, quello era un vero e proprio cibo per sopravvivere nel viaggio, mentre il corpo di Cristo ci dà l’immortalità. Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden non potevano mangiare il frutto dell’albero della conoscenza, ma gli era permesso cogliere i frutti dell’albero della vita. In conseguenza del peccato l’uomo ha perso quel privilegio ed è diventato mortale. Ora Gesù ci restituisce la vita dandoci la sua carne da mangiare. La comunione è dunque il farmaco dell’im-mortalità e il sostegno della vita spirituale. Questo lo impariamo col catechismo, ma è soprattutto un’esperienza. Ogni volta che facciamo la comunione abbiamo la possibilità di approfondire il nostro rapporto con Gesù, di sentire la sua vicinanza. Quello che mangiamo viene digerito, cioè le sostanze nutritive degli alimenti si trasformano entrando nelle cellule del nostro corpo e diventando così parte della nostra carne e del nostro sangue. Il Signore stesso quindi ci comunica la sua vita diventando parte della nostra. Noi abbiamo capito bene questa cosa? È molto importante rinnovare la nostra consapevolezza di un dono così grande e accostarci a questo sacramento con la gioia di chi desidera crescere nella comunione con Gesù.
Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.