- Genere:Drammatico
- Regia: Darren Aronofsky
- Interpreti: Russell Crowe (Noé), Jennifer Connelly (Naameh), Ray Winstone (Tubal Cain), Emma Watsn (Ila), Sir Anthony Hopkins (Matusalemme), Logan Lerman (Cam), Douglas Booth (Sem).
- Nazionalità: Stati Uniti
- Distribuzione: Universal Pictures International Italia
- Anno di uscita: 2014
- Origine: Stati Uniti (2014)
- Soggetto e scenegg.: Darren Aronofsky, Ari Handel
- Fotografia (Panoramica/a colori): Matthew Libatique
- Musiche: Clint Mansell
- Montagg.: Andrew Weisblum
- Durata: 138′
- Produzione: Scott Franklin, Mary Parent
- In 3D.
- Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattìti
- Tematiche: Animali; Bibbia; Donna; Ecologia; Famiglia; Male; Nuove tecnologie; Tematiche religiose;
Soggetto: In un mondo devastato dalla malvagità del peccato umano, Noè prende su di sè e sulla propria famiglia il compito di portare a termine una missione all’apparenza impossibile: si tratta di costruire un’arca prima che un diluvio apocalittico distrugga il mondo. Sull’arca sono destinate a salire tutte le specie animali, uomo e donna. Mentre l’essere umano va verso la cancellazione totale. Il compito si rivela però troppo oneroso per Noè…
Valutazione Pastorale: Quando si dice che il cinema ha bisogno di copioni nuovi, e invece si sceglie la Bibbia, restare in attesa del risultato è più che lecito. Ovviamente senza pregiudizi nè condizionamenti. Anzi, partendo proprio dal fatto che Darren Aronofsky è regista dalle ambizioni ‘alte’, capace di passare con disinvoltura dalle melensaggini di “The fountain” alla splendida parabola di “The Wrestler”, Leone d’oro a Venezia, alla ridondante favola onirica de “Il cigno nero”. Accettata la scommessa di dirigere la più grande Storia del mondo, sapendo di poter contare su una base narrativa assai ridotta, il regista coadiuvato da Ari Handel ha immaginato un copione che intorno all’episodio del diluvio e con un protagonista quasi sempre privato di parole, alimenta l’azione con suggestioni dalla tradizione religiosa e dall’immaginazione personale. Da un lato dunque la scarsità di riferimenti accertati, dall’altro l’intenzione, evidente anche se non dichiarata, di restare ‘dentro’ lo schema del ‘kolossal’. Che, al cinema, vuol dire grandi scene, grandi masse che si muovono, dinamica forte e azioni roboanti. Tutto da rendere funzionale ad una storia che appartiene al passato ma ‘deve’ sembrare del tutto contemporanea. Ecco allora le atmosfere ecologiste che vanno a comporre il viaggio di Noè, ecco i sapori ambientalisti che emanano da luoghi e da azioni, ecco illuminazioni, luci abbaglianti, visioni profetiche che punteggiano il cammino, sfiorando vari toni di rimandi interiori; ecco, non da ultimo, gli Angeli Caduti ricreati in modo digitale e disegnati come robots usciti da un film catastrofico. Alla fine dei 138′, appare evidente che la scommessa è stata quella di coniugare le logiche dello spettacolo americano (sulla scia di certi kolossal biblici anni ’50/’60) con le suggestioni del destino dell’uomo e la rivelazione dell’ “amore” che vince. Quando Noè, di fronte alla vita nascente, capisce l’assurdità di una salvezza a metà, dalla quale non può essere escluso l’uomo, perché l’amore del Creatore è universale e non fa fa distinzioni, siamo calati nella dimensione di una carità senza tempo, di un messaggio che scavalca epoche e storie, per restituire centralità ad un conflitto tra Bene e Male, che richiede forti e conseguenti decisioni morali. L’impressione generale è che il regista abbia usato fin troppo gli espedienti formali, portando in primo piano il film (la sua confezione) e mettendo nel secondo la storia (il testo). Che è comunque misurata e fruibile, ma forse lascia la sensazione della necessità di un approccio più umile, silenzioso, quasi timido, in grado di fare a meno di strepitare e ‘costruire’ troppa immaginazione. Uno spettacolo in linea con i tempi, ma certo non esaustivo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, certamente problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, ben ricordando la durata (138′), e la presenza del 3D. Naturalmente sono molti gli spunti di riflessione, a cominciare dal ‘tipo’ di realizzazione e dalle logiche del marketing(il massiccio investimento economico, la presenza del ‘divo’ da Oscar Russel Crowe nel ruolo di Noé, il suo tentativo di far vedere il film al Papa per averne anche un riscontro pubblicitario).