FROZEN – Il regno di ghiaccio (Valutazione Pastorale)

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locandina frozenIn seguito ad un casuale incidente, la giovane Elsa perde il controllo sui proprio poteri e così, diventata regina alla morte del genitore, non può impedire che il regno di Arendelle si trasformi in un gelido e eterno inverno. Elsa allora scompare e Anna, la sorella più piccola, comincia con caparbietà a cercarla. Ad accompagnarla in un viaggio tra ghiacci e gelo ci sono Kristoff, un rude montanaro  con la fedele renna Sven, e Olf, un buffo pupazzo di neve con una carota al posto del naso. Dopo innumerevoli disavventure, le due sorelle si ritrovano e riescono a riconciliarsi.

VALUTAZIONE PASTORALE

Unitasi alla Pixar di John Lasseter, la Walt Disney ritrova un grande  smalto e una notevole unità di intenti. Ispirato ad una favola di Hans Christian Andersen, il copione ha tutti i tratti dell’apologo morale ma sarebbe rimasto probabilmente alquanto sotto tono senza la forza acquistata in fase espressiva e di composizione dell’immagine. Fin dall’inizio cresce la capacità dinamica dei personaggi, sprizzano vivacità i movimenti facciali e muscolari, e l’epico viaggio dentro i ghiacci ha il sapore di un esame da compiere con se stessi per vincere paure, chiarire idee, superare pregiudizi. L’idea decisiva è forse quella degli spazi: dentro il palazzo reale si corre e ci si perde; fuori si cammina a testa bassa dentro gli elementi naturali in un  confronto continuo con vastità paesaggistiche a perdita d’occhio. Spazio vuol dire respirare, cambiare, muoversi, vivere nella vita ‘vera’. “Frozen” sembra vero, tanto la fiaba è vitale, densa di odio e dolore. tanto semplice quanto coinvolgente, il film ha toni accattivanti, emozionanti, lirici. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, e nell’insieme poetico.

UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come spettacolo di alta qualità per tutta la famiglia.

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