Ci illumina e ci sorprende il libro della Sapienza per gli accenti profetici e chiaramente messianici che enuncia: ci sembra di leggere con secoli di anticipo una pagina di Vangelo, una sintesi della passione del Signore:
“Dicono gli empi fra loro sragionando: «Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore».
Quante trame, quante insidie, quanta miscredenza contro Gesù fino al tradimento di Giuda e alla condanna a morte per bestemmia, essendosi equiparato a Dio.
“Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora”. Gesù già alle nozze di Cana aveva detto alla Madre: «Non è ancora giunta la mia ora».
Poi, in un momento di intensissima preghiera, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano».
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Per proclamare la piena adesione alla Volontà del Padre e la sua completa disponibilità al Sacrificio dice ai suoi: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione».
A conferma che è lui l’inviato del Padre chiamato alla morte e alla risurrezione, dice di avere il potere di dare e riprendere la vita: “Io do la mia vita per riprenderla di nuovo… Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo”.
«Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò: Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Egli mi ha mandato».
Certamente la condanna di Gesù, la sua crudelissima passione è causata dal peccato, emerge però chiaramente che al di sopra c’è un arcano disegno divino che trascende tutte le trame umane.
È un dono gratuito che è originato dall’amore misericordioso di Dio. Ci viene allora spontaneo esclamare: “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?”. Oggi tante volte grazie al Signore per quanto ti ha dato.
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Fonte: Monaci del monastero di S.Vincenzo Martire – Bassano Romano (VT)