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Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 2 Aprile 2025

Commento al brano del Vangelo di: Gv 5,17-30

Gesù ci introduce al mistero dell’essere umano attraverso l’immagine analogica del rapporto tra il Padre e il Figlio. Il Padre, nella sua visione, non va inteso come un individuo, bensì come l’origine profonda, la comune umanità condivisa da tutti: la sorgente viva che fa essere ciascuna persona e che, generazione dopo generazione, si arricchisce del vissuto di ciascuno/a. Il Figlio, di conseguenza, è l’incarnazione concreta di questa umanità: ciascuno/a di noi, nella sua unicità, è Figlio/a quando rende visibile, nel proprio modo di vivere unico e irripetibile, ciò che abbiamo in comune e che noi identifichiamo come “umano”.

Gesù afferma che il Figlio non fa nulla da sé, ma solo ciò che vede fare al Padre: è il movimento della sintonizzazione interiore. Chi si connette al proprio centro – la parte più vera, amorevole e sapiente di sé – può agire in modo autentico e libero, senza cedere alle spinte egoiche o frammentarie. Autentico qui significa “in modo coerente con la propria natura umana”. Vivere da Figli significa unificare mente, cuore, corpo e volontà attorno a questo centro vitale. In questa luce, le parole di Gesù sui “morti che udranno la voce” non si riferiscono immediatamente a un tempo escatologico, ma alla possibilità presente di risvegliarsi interiormente: i “morti” sono coloro che vivono disconnessi da sé, incapaci di ascoltare quella voce silenziosa che chiama alla vita piena.

Il giudizio, per Gesù, non è condanna ma discernimento: riconoscere ciò che è vero da ciò che è illusorio. È un ascolto profondo, non un’applicazione meccanica di norme. Quando viviamo in sintonia con il Padre interiore, entriamo nella vita vera; quando ci separiamo da quella sorgente, diventiamo disgregati, reattivi, confusi. Ed è proprio questa visione dell’uomo – centrato, libero, capace di amore senza dipendere da autorità esterne – che rende Gesù così radicale, così destabilizzante al punto che i Giudei la avvertono come una minaccia al loro sistema sociale. La sua proposta non è un’etica alternativa, ma una nuova forma di umanità, basata sulla libertà e sulla consapevolezza che ogni essere umano è portatore sano di questa rivelazione.

Commento a cura di: Flavio Emanuele Bottaro SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato