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Carlo Miglietta – Commento alle letture di domenica 23 Marzo 2025

Domenica 23 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,1-9

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C

Letture: Es 3,1-8.13-15; 1 Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9

In questo brano evangelico (Lc 13,1-9) Gesรน rifiuta la tradizione ebraica secondo cui le sofferenze e la morte sono castighi di Dio per i peccati degli uomini. La mentalitร  etico-giuridica ebraica e poi del mondo romano hanno poi anche spesso presentato la morte di Gesรน come sacrificio necessario per dare soddisfazione adeguata allโ€™offesa infinita arrecata dallโ€™uomo a Dio con il peccato. 

Ma la croce di Cristo non fu โ€œla necessitร  della volontร  di un Dio avido di riparazione per la sua maestร  offesaโ€ฆ Lโ€™equivoco di questa teologia consiste nellโ€™accettare il Padre come lโ€™assassino di Gesรน. Lโ€™ira divina non si sazia con la vendetta sui figli, fratelli di Gesรน: si estende al Figlio unigenito. A una visione talmente macabra dobbiamo rifiutare ogni legittimitร  cristiana, perchรฉ distrugge tutta la novitร  del Vangeloโ€ฆ Tale rappresentazione ha molto poco a vedere con il Dio-Padre di Cristo… Dio assume i tratti del giudice crudele e sanguinario, pronto a richiedere fino allโ€™ultimo centesimo i debiti che si riferiscono alla giustizia… Ma questo รจ il Dio che abbiamo imparato ad amare e a cui ricorrere, sulla base dellโ€™esperienza di Cristo? รˆ ancora il Dio del Figliol prodigo, che sa perdonare? Il Dio della pecorella smarrita, che lascia le novantanove nellโ€™ovile e va a cercare sui prati lโ€™unica smarrita?โ€ (L. Boff). 

Il modello di comprensione elaborato invece secondo la mentalitร  greca pare piรน consono alla rivelazione di Gesรน. Tale concezione parte da questa riflessione: Dio ha creato lโ€™uomo per amore: ma essendo infinito, illimitato, eterno, per creare qualcuno che potesse essergli partner nellโ€™amore e che fosse quindi altro da sรฉ lo ha dovuto creare finito, limitato, mortale. Il dolore non รจ perciรฒ una โ€œpunizioneโ€, ma fa parte dellโ€™ordine biologico, del nostro essere creature e quindi โ€œnon-Dioโ€, e perciรฒ privi della sua perfezione (Catechismo Chiesa Cattolica, nn. 302.310). In altre parole, di fronte al nostro consueto chiederci: โ€œMa perchรฉ Dio mi manda questa malattia o questo lutto?โ€, la Fede cristiana risponde: โ€œNon รจ Dio che ti manda il male. Il male fa parte della nostra condizione creaturale. Anzi, Dio si commuove in profonditร  per la condizione dellโ€™amato, e nel momento stesso in cui lo crea finito, pensa per lui il modo di farlo partecipe della sua vita infinita: per questo Dio progetta lโ€™incarnazione del Figlio, per mezzo della quale Egli stesso prenderร  su di sรฉ il limite dellโ€™uomo e del creato fino alla morte e, per la sua resurrezione, porterร  la finitudine umana nellโ€™eternitร  e nellโ€™immensitร  della sua vita divina (Rm 8,17). Dio quindi non solo non ci manda le disgrazie, ma soffre con noi, porta le nostre croci nella sua Croce, muore con noi, discende agli inferi con noi, per distruggere con la sua resurrezione le nostre sofferenze e la nostra morteโ€. Come dice S. Atanasio, โ€œDio si รจ fatto uomo perchรฉ lโ€™uomo si facesse Dioโ€. 

Che cammino di conversione dobbiamo fare per passare dalla concezione di un Dio giudice a quella di un Dio โ€œche osserva la miseria del suo popoloโ€ฆ, ascolta il suo gridoโ€ฆ, e viene a liberarloโ€ (Prima Lettura: Es 3,1-8.13-15), a un Dio โ€œche ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenitoโ€ (Gv 3,16)!

Questo Dio che ci chiede oggi solo due cose: di โ€œnon mormorareโ€, cioรจ di vivere un Cristianesimo gioioso, senza brontolamenti o lamentele continue (Seconda Lettura: 1 Cor 10,1-6.10-12), e di portare frutti di Amore, di generositร , di servizio (Vangelo: Lc 13,1-9).

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Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.