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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 9 Marzo 2025

Domenica 9 Marzo 2025 - I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 4,1-13

Gesรน, tentato come noi

Il peccato degli altri ci scandalizza, ci turba, ci invita alla denuncia e anche questo ci impedisce di avere uno sguardo autentico e reale su noi stessi. Ciรฒ che vediamo negli altri come โ€œtraveโ€, lo sentiamo in noi come pagliuzza; ciรฒ che condanniamo negli altri, lo scusiamo in noi stessi. Allora meritiamo il giudizio di Gesรน: โ€œIpocrita!โ€.Gesรน ha subito queste tentazioni in quanto uomo come noi; ha veramente vissuto questi abissi, imparando cosรฌ ad aderire alla realtร . Dopo questa prova del deserto, Gesรน ormai sa come svolgere la missione e come portare a termine la sua vocazione, con la forza dello Spirito santo. Questa perรฒ non รจ per Gesรน una vittoria definitiva: il diavolo tornerร  a tentarlo, fino alla fine. Ma egli sarร  sempre vincitore, uguale in tutto a noi eccetto che nel peccato: per questo trionferร  sulla morte e, quale Risorto, vivrร  per sempre quale Signore del mondo.

รˆ la prima domenica del tempo di Quaresima, tempo severo ma โ€œfavorevoleโ€ (2Cor 6,2) per il cristiano: soprattutto, tempo di lotta contro le tentazioni. Per questo la chiesa allโ€™inizio di questo tempo ci offre sempre il racconto delle tentazioni di Gesรน nel deserto, tentazioni che secondo Luca saranno sempre presenti nella sua vita, fino alla fine (cf. Lc 23,35-39). Anche Gesรน sapeva che sta scritto: โ€œFiglio, se vuoi servire il Signore, preparati alla tentazioneโ€ (Sir 2,1).

Gesรน era stato immerso nel Giordano dal suo maestro Giovanni il Battista, e durante quellโ€™immersione lo Spirito santo era sceso su di lui dal cielo aperto, mentre la voce del Padre gli diceva: โ€œTu sei il mio Figlio, lโ€™amato: in te ho posto il mio compiacimentoโ€ (Lc 3,22). รˆ stato lโ€™evento che ha cambiato la vita di Gesรน, le ha dato una nuova forma, perchรฉ da quel momento egli non รจ piรน solo il discepolo del Battista, ma รจ unto come profeta, ripieno dello Spirito. Per questo lascia Giovanni e gli altri membri della comunitร  e si allontana dal Giordano, inoltrandosi nel deserto di Giuda. Proprio lo Spirito che รจ sceso su di lui lo spinge a questo ritiro, alla solitudine, per pensare innanzitutto alla missione che lo attende. Lo Spirito lo ha abilitato, lo ha spinto con forza verso questa nuova forma di vita, che vedrร  Gesรน quale predicatore e profeta, ma egli deve fare opera di discernimento: come attuerร  la sua missione? Con quale stile realizzerร  la sua vocazione? Come continuerร  a essere in ascolto di Dio, il Padre che lo ha generato (cf. Sal 2,7, che secondo alcuni codici costituisce il contenuto della voce del Padre al battesimo)? Come si opporrร  a tutto ciรฒ che contraddice la volontร  divina?

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Il ritiro nel deserto รจ dunque necessario: un ritiro di quaranta giorni, lungo, ma con un limite temporale perchรฉ in vista di qualcosโ€™altro. Gesรน sa che andare nel deserto significa in primo luogo spogliazione di tutto ciรฒ che uno ha; sa che la solitudine รจ dimenticare ciรฒ che uno รจ per gli altri; sa che la penuria di cibo รจ verifica dei propri limiti umani, della propria condizione di fragilitร , dunque di mortalitร . Ma solo nella radicale nuditร  lโ€™uomo conosce la veritร  profonda di se stesso e del mondo in cui รจ venuto: e in questa spogliazione la prova, la tentazione รจ necessaria, da essa non si puรฒ essere esenti. Giร  questo passo di Gesรน indica come egli avesse alla base della sua scelta lโ€™adesione alla realtร , alla condizione umana. Quel tempo di quaranta giorni โ€“ giร  vissuto da Mosรจ (cf. Es 24,18; 34,28; Dt 9,9-11.18.25) e da Elia (cf. 1Re 19,8), giร  sperimentato nei quarantโ€™anni di Israele nel deserto (cf. Nm 14,33-34; 32,13; Dt 2,7; 8,2-4; 29,4), dopo lโ€™uscita in libertร  dallโ€™immersione nel mar Rosso โ€“ รจ un tempo di prova che implica fatica, rinuncia, scelta.

Luca esemplifica in numero di tre le tentazioni che in realtร  per Gesรน devono essere state molte, e con sapienza antropologica le riassume in quelle del mangiare, del possedere, del dominare. Ma mettiamoci in ascolto puntuale del testo. โ€œGesรน non mangiรฒ nulla per quaranta giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: โ€˜Se tu sei Figlio di Dio, diโ€™ a questa pietra che diventi paneโ€™โ€. Gesรน ha fame, e nel bisogno ecco sorgere la tentazione: sottrarsi alla condizione umana e ricorrere al miracolo, misconoscendo la propria realtร  di essere umano. Se sperimento un bisogno impellente, una pulsione forte, quella della fame che morde lo stomaco e provoca le vertigini, come uscirne? Facendo qualsiasi cosa pur di sfuggire al bisogno, si sarebbe tentati di rispondere: una tentazione tanto piรน forte, quanto piรน imperioso รจ il bisogno. Ma Gesรน ha digiunato liberamente, non costretto, volendo imparare a dire dei no, a fare una rinuncia. Certamente la tentazione del cibo รจ unica per Gesรน, uomo come noi ma in una vocazione e missione uniche ricevute da Dio, che lo ha appena proclamato suo Figlio amato. Se Gesรน puรฒ partecipare alla potenza di Dio, perchรฉ non ricorrere al miracolo, mutando un sasso del deserto in pane, e cosรฌ potersi saziare? Con quel miracolo, perรฒ, rinuncerebbe a ciรฒ che ha scelto divenendo uomo: spogliarsi degli attributi della sua divinitร , condizione che condivideva quale Figlio di Dio, per essere radicalmente in tutto un uomo, un terrestre come ciascuno di noi (cf. Fil 2,6-8). La tentazione รจ dunque quella di dimenticare lโ€™umanizzazione scelta, di rinunciarvi, e di usare la potenza di Dio per saziare la fame e riempire lโ€™estrema spogliazione. Ma Gesรน resiste, perchรฉ conosce la parola: โ€œNon di solo pane vivrร  lโ€™uomoโ€ (Dt 8,3a). Sรฌ lโ€™uomo non รจ solo fame di pane, ma anche โ€“ come evidenzia il parallelo matteano che cita per intero il passo del Deuteronomio โ€“ โ€œdi ogni parola che esce dalla bocca di Dioโ€ (Dt 8,3b; Mt 4,4). E non si dimentichi: Gesรน moltiplicherร  il pane per le folle affamate, per gli altri, mai per sรฉ (cf. Lc 9,12-17)!

Nella seconda tentazione Gesรน vede dallโ€™alto tutti i regni della terra, la loro gloria (dรณxa), la loro ricchezza, la loro arroganza, la loro scena mondana. 

Tutta questa ricchezza puรฒ essere a sua disposizione, tutto questo potere (exousรญa) che รจ dominio sugli umani e sulla terra puรฒ essere da lui esercitato, a una sola condizione: che Gesรน adori la ricchezza e il potere, personificati dal diavolo. Se Gesรน si sottometterร  agli idoli della ricchezza e del potere, questi in cambio saranno nelle sue mani, come strumenti per la sua missione, come garanzia di efficacia: egli riuscirร , riuscirร , in โ€œunโ€™inarrestabile ascesaโ€ (Sal 49,19)โ€ฆ Ma anche di fronte a questa pulsione che abita tutti gli umani Gesรน sa dire no. รˆ venuto per servire non per dominare (cf. Mc 10,45; Mt 20,28), รจ venuto nella povertร , non nella ricchezza (cf. 2Cor 8,9). Ciรฒ non solo non faciliterร  la sua missione, ma ne segnerร  visibilmente il fallimento secondo lโ€™evidenza mondana; Gesรน, perรฒ, non pensa alla sua missione come a una conquista, a un grande raduno di credenti su cui dominare. Per questo รจ libero di rispondere, citando ancora la Torร : โ€œIl Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai cultoโ€ (Dt 6,13). Ma qui il diavolo fa anche una rivelazione: a lui sono stati consegnati il potere e la gloria di questo mondo ed egli li puรฒ dare a chi vuole, a una condizione: diventare suoi ministri. Dunque, chi ha potere e gloria mondani, lo sappia o no, รจ un ministro del diavolo!

Segue poi la tentazione piรน alta, per questo lโ€™ultima, la grande tentazione che per pudore non spiego pienamente ma alla quale solo alludo. Non รจ solo la tentazione di mettere Dio alla prova, forzandogli la mano, ma รจ anche la tentazione della โ€œnientitร โ€. Dal punto piรน alto della costruzione religiosa per eccellenza, il tempio, Gesรน vede sotto di sรฉ lโ€™abisso, che รจ anche il nulla, il vuoto, perchรฉ la ragione ci dice che nellโ€™abisso non cโ€™รจ niente, neanche Dio, ma si รจ abbandonati per sempre, come se non si fosse mai nati: lโ€™abisso dร  le vertiginiโ€ฆ Cosa deve fare Gesรน davanti a questo buco nero? Gettarsi giรน, costringendo il Dio che lo ha dichiarato Figlio a fare il miracolo, cioรจ inviando angeli a salvarlo per impedirgli la caduta, come lo tenta il diavolo citando la Scrittura (cf. Sal 91,11-12)? Oppure accettare la sua situazione, quella di chi vede il fallimento, il vuoto, ma resta fedele a Dio e non lo tenta, non lo provoca (cf. Dt 6,16)? Sรฌ, questa รจ la tentazione delle tentazioni, giร  provata da Israele nel deserto quando, di fronte alle difficoltร , alle contraddizioni e allโ€™apparente smentita delle promesse di Dio, si domandava sgomento: โ€œIl Signore รจ in mezzo a noi sรฌ o no?โ€ (Es 17,7). Ciรฒ avviene anche nei nostri cuori, quando il sentimento del fallimento dellโ€™intera nostra vita ci coglie, ci sorprende e ci confonde, fino a farci dire dentro di noi: โ€œรˆ stato tutto un inganno! Dio non cโ€™era nei nostri inizi, oppure, Dio ci ha abbandonato!โ€. 

Questa รจ la tentazione che vuole contraddire la fede, la fiducia posta in Dio: non bestemmiandolo, non litigando con lui, ma semplicemente negandolo, cioรจ estromettendolo dal proprio orizzonte e dalla vita.

Gesรน ha subito queste tentazioni in quanto uomo come noi. Non ci ha dato una finzione esemplare, ma ha veramente vissuto questi abissi, imparando cosรฌ ad aderire alla realtร : โ€œPur essendo Figlio, imparรฒ lโ€™obbedienza dalle cose che patรฌโ€ (Eb 5,8). Dopo questa prova del deserto, Gesรน ormai sa come svolgere la missione e come portare a termine la sua vocazione, consapevole che lo Spirito santo รจ con lui e che della forza dello Spirito รจ ripieno. Questa perรฒ non รจ per Gesรน una vittoria definitiva: il diavolo tornerร  a tentarlo, โ€œal momento fissatoโ€, cercando sempre di renderlo diviso, in modo che la sua volontร  sia in contraddizione con la volontร  del Padre. Ma Gesรน realizzerร  sempre la parola di Dio e sarร  sempre vincitore su ogni tentazione! Uguale a noi in tutto, eccetto che nel peccato (cf. Eb 2,17; 4,15): per questo trionferร  sulla morte e, quale Risorto, vivrร  per sempre quale Signore del mondo.

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Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.