Il mondo al contrario
Quando viene pubblicato un libro, la scelta del titolo di solito non รจ lasciata allโautore del testo, ma alla casa editrice. Questโultima cerca di sintetizzare in un titolo efficace il testo, partendo da uno sguardo โesternoโ allโautore, per intercettare anche il sentire di chi poi dovrebbe acquistare quel libro.

Gesรน non ha messo alcun titolo alla sua storia, a quello che ha detto e fatto, ma sono stati gli evangelisti a raccogliere le memorie e a scrivere quelli che poi sono stati chiamati โvangeliโ, perchรฉ contenevano la โbuona notiziaโ di Gesรน.
Se la scelta toccasse a noi oggi, quale titolo metteremmo al Vangelo per esprimere in poche parole cosa รจ per noi questa storia? Per dire chi รจ per noi Gesรน in quello che ha detto e fatto?
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Qualche tempo fa fece molto discutere il libro del generale e politico Roberto Vannacci, โIl mondo al contrarioโ, diventato di fatto il suo manifesto politico. La scelta grafica semplice ma molto efficace della copertina era quella di aver scritto la parola โcontrarioโ proprio al contrario, per comunicare subito che dentro si trovavano considerazioni personali di Vannacci sulla societร e sulla politica che andavano spesso al contrario del pensiero comune.
Se dovessi trovare un titolo alternativo alla storia di Gesรน, forse โIl mondo al contrarioโ sarebbe il piรน efficace. Lo penso a partire dal brano del Vangelo di questa domenica, dove troviamo alcune delle parole piรน rivoluzionarie di Gesรน: le Beatitudini.
Le Beatitudini piรน famose si trovano nel Vangelo di Matteo, al capitolo 5, nel discorso detto โdella montagnaโ, ma anche Luca ci riporta le parole di Gesรน, che descrivono davvero un mondo al contrario.
โBeati voi poveri, beati voi affamati, beati voi che piangete e beati voi quando vi perseguitanoโฆโ. Con queste parole, Gesรน spiazza tutti, sia nel suo tempo che oggi. Questa sua visione del mondo รจ ancor piรน rafforzata dallโuso dellโopposto: โguai a voi ricchi, voi sazi, voi che ridete e voi che siete lodatiโ, uno stile tipico della predicazione del suo tempo per ribadire il concetto.
Ma รจ questo โbeati voiโฆโ che suona come annuncio sconvolgente anche oggi: facciamo fatica a credere che si possa essere beati nella povertร , nella fame e nella tristezza, e ancor meno quando si รจ perseguitati.
ร difficile perchรฉ pensiamo che sia il consenso piรน largo possibile a renderci felici. Nellโera della fame di โlikeโ, non possiamo essere felici se attorno abbiamo โhatersโ che ci denigrano.
Le parole di Gesรน non sono un obbligo, nรฉ una legge da seguire per evitare una punizione. Sono una prospettiva esistenziale, un modo di guardare al mondo e alla vita con gli occhi di Dio.
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Gesรน non ama la miseria, ma nemmeno chi รจ schiavo dellโavere e del potere a tutti i costi. Non ama la fame, ma neanche chi cerca solo di riempire la pancia, la casa e il conto in banca invece di riempire il cuore e le relazioni. Gesรน non ama la tristezza, ma non ama nemmeno la superficialitร di chi non sente la sofferenza del prossimo.
Gesรน non ama che si venga perseguitati per la fede, e neppure lui ha voluto salire sulla croce a tutti i costi. Ma non ama nemmeno che nessuno sia disposto a dare la vita per la pace, la fratellanza e il bene comune, anche a costo di diventare impopolare.
Beati i poveriโฆ Sono coloro che sono felici perchรฉ hanno come ricchezza Dio e il prossimo, e sanno che il valore della vita nasce da relazioni vere.
Adamo ed Eva, nel racconto dellโEden, perdono tutto perchรฉ volevano avere tutto, dimenticando che avevano giร ciรฒ che li rendeva beati.
Gesรน ci insegna che รจ possibile, ancora oggi, un mondo al contrario rispetto a quello che da sempre genera divisioni, guerre e povertร . Con il suo โbeati voiโฆโ, vuole svegliarci dal pessimismo che ci imprigiona, quando vediamo solo ciรฒ che non va nel mondo e dentro di noi.
Il mondo al contrario di Gesรน inizia da me, se mi lascio provocare dalle sue parole. Con piccole scelte di povertร e condivisione, posso davvero scoprire che la beatitudine che cerco in modo spesso sbagliato รจ giร dentro di me.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)