ยซQuestโรจ lโora in cui nulla / puรฒ accadere. / Non cโรจ cosa piรน amara che lโalba di un giorno in cui nulla accadrร . Non cโรจ cosa piรน amara / che lโinutilitร ยป (Cesare Pavese).
Un giorno allโalba ti svegli e tโaccorgi dโaver sbagliato tutto; un senso di fallimento ti pervade, pare dโesserti ingannato su te stesso, sullโamore, le scelte fatte, su Dioโฆ E tutto diventa non-senso, inutile.
Tutto questo lo ritroviamo nel vangelo di oggi: dopo una notte di fatica, allโalba non rimane che contemplare reti e mani vuote. Ma poi il giungere dellโinaspettato: una voce ordina โduc in altumโ, prendi il largo, ossia: โpiรน in alto che puoi, verso il fondoโ. Rischia il folle volo. Rischia ancora.
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Cโรจ un Amore che sposa le conseguenze del mio male, perchรฉ il fallimento non deve inficiare il futuro; per questo mi invita a non rimanere sul bagnasciuga della storia a contemplare la vastitร del mare struggendomi in sensi di colpa e recriminando sulle cose fallite. โPrendi il largo!โ. Tu sei fatto per altezze vertiginose, vai! La vita sta dinanzi, non alle spalle.
Dio รจ verbo declinato al futuro.
Ma Pietro a tutto ciรฒ non crede: ยซSignore allontanati da me, perchรฉ sono un peccatoreยป. Questo รจ lโunico โpeccatoโ che possiamo commettere: credere che il proprio fallimento sia impedimento allโAmore. Come Pietro coltiviamo il pensiero che la โperfezioneโ, il farsi trovare adeguati e puliti sia condizione per stringersi allโAmato. E invece no. Il Vangelo afferma proprio il contrario: ยซNon temereยป (v. 10), la tua barca โ la tua vita โ va bene cosรฌ comโรจ, per questo posso salirci sopra (cfr. v. 3). La tua miseria รจ luogo della mia misericordia, le tue mani vuote prerogativa perchรฉ io le riempia, il tuo peccato la tua parte di vangelo. Il tuo nulla condizione perchรฉ qualcosa possa accadere.
ยซDโora in poiโฆยป conclude Gesรน (v. 10). Lโamore fa sempre ripartire da dove ci si era fermati.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
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