Nella pagina del Vangelo di oggi viene narrata la triste vicenda del complotto che portรฒ alla morte per decapitazione di Giovanni Battista. La cosa interessante perรฒ รจ che questa storia viene raccontata perchรฉ la predicazione di Gesรน scuote, in un certo senso, la coscienza di Erode:
โMa Erode, al sentirne parlare, diceva: ยซQuel Giovanni che io ho fatto decapitare รจ risuscitato!ยปโ.
Questa affermazione, frutto di una coscienza sporca e colpevole, ci dice perรฒ qualcosa di interessante: in ogni vero testimone continua a vivere lo stesso fuoco e la stessa passione che si incontrano ogni volta che si ha a che fare con persone vere e autentiche.
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Noi cristiani dovremmo poter dire che, se da una parte รจ vero che Giovanni Battista muore prima di Gesรน, nella sua morte vediamo prefigurata lโestrema testimonianza che Gesรน stesso darร pochi anni dopo sulla Croce. ร Gesรน crocifisso che รจ prefigurato nella morte innocente di Giovanni Battista, ma Erode questo non puรฒ saperlo.
Noi invece lo sappiamo. E sappiamo anche che tutte le volte che una persona vive cose drammatiche, cosรฌ come รจ accaduto al Battista, in quel dolore รจ presente Gesรน stesso. Paradossalmente, anche quando ci troviamo in situazioni in cui, in una certa misura, noi ne siamo anche responsabili, anche lรฌ Gesรน si fa presente.
Basti ricordare la vicenda del buon ladrone. Egli sa bene che si trova lรฌ crocifisso come colpevole, ma trova il coraggio di rivolgersi a Gesรน con una fiducia immensa:
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โRicordati di me, Signoreโ.
Gesรน a quella preghiera risponde con la promessa imminente del paradiso. Non tutti siamo Giovanni Battista, a volte siamo Erode o Erodiade, ciรฒ che conta รจ se vogliamo convertirci da questo momento in poi.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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