HomeVangelo del Giornop. Ermes Ronchi - Commento al Vangelo di giovedì 6 Febbraio 2025

p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di giovedì 6 Febbraio 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mc 6,7-13

TUTTI INVITATI, 
TUTTI SULLA STRADA,
COME I DODICI

Vangelo che mette con le spalle al muro. 

Mi proteggo da questo vangelo, pensandolo rivolto agli altri, invece siamo tutti inviati, tutti sulla strada, come i Dodici, per essere un dito puntato su Gesù, un evidenziatore, un faro su di lui.

E ci viene istintiva la scusa di Mosè: ma come Signore, mandi me balbuziente a parlare alla corte, si metteranno a ridere! 

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O di Geremia: 

sono troppo giovane; di Amos che protesta: sono solo un mandriano, sto dietro alle mucche.

Ma “l’annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo così l’annuncio sarà infinitamente grande” (G. Vannucci).

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Allora vado bene anch’io.

Perché il sacerdote Amasia non si lascia aiutare dal piccolo profeta? 

Forse perché Dio brucia, e se l’accogli ti cambia la vita.

Io non ero profeta; ero un bovaro, un contadino, mi occupavo della vita. Ma il Signore mi ha “preso”. Confessa una chiamata che è quasi una violazione da parte di Dio. Il vangelo di oggi ci aiuta a farci “prendere”.

Per le strade di Galilea (ogni strada del mondo è Galilea) la gente vede arrivare, sotto il sole, due tipi strani, a piedi, più poveri di un povero, senza bisaccia e con solo un bastone.

​Li vede venire a due a due, che non è la somma di uno più uno, ma è l’inizio della comunione, la prima cellula della comunità. 

Ma così arriva il vangelo?

Così è venuto Cristo, 
senza denaro, 
senza borsa, 
nudo sulla croce.

Aveva solo un bastone, 
il legno della croce, piantato a sorreggere.

Più che sui contenuti da trasmettere, Gesù con i Dodici insiste sulle modalità di come si passa nel mondo: liberi e leggeri

Il come si vive, è la vita. Prima si è visti, 
poi si è ascoltati.

In tre anni di strade, olivi, lago, pane che non finisce, malati toccati e guariti, hanno appreso l’essenziale, hanno imparato Gesù. 

Lui porteranno in giro per le strade.

Riassumo in due linee questo vangelo: 
l’economia della piccolezza e quella della strada.

La piccolezza attraversa l’intera Bibbia e ne rappresenta l’anima profonda. 

Quella di Abele, 
delle donne sterili e madri,
di Giuseppe venduto dai fratelli, 
di Amos e Geremia, 
della stalla di Betlemme,
dei “beati i poveri”, 
del granello di senape, 
dei 12 che vanno senza niente fra le cose.

L’economia della piccolezza ci fa trovare profeti là dove 
la grandezza vede solo piccoli contadini.

E poi l’economia della strada: che è libera ed è di tutti, che non domanda tessere, che ti apre orizzonti ed è sempre nuova. 

Mettersi per strada è un inno alla libertà e alla fiducia. Un salmo cantato agli incontri che farai.

E i Dodici vanno, 
più piccoli dei piccoli; 
li ha messi sulla strada che non si ferma, 
che verrà sempre incontro, che se li porterà con sé verso il cuore della vita.

Vanno, 
profeti del sogno di Dio: quello di un mondo finalmente guarito; 
ripulito dai demoni 
che invecchiano il cuore giovane della vita.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.

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