NON MANCANO I PROFETI, MANCA L’ASCOLTO
Dio prende da parte il suo profeta Ezechiele e gli parla duro:
tu vai!
Lo so che sono un popolo dal cuore duro,
ma tu profetizza,
ascoltino o non ascoltino.
Introduzione forte e diretta al vangelo del ritorno di Gesù a Nazaret, dove si conoscono tutti.
- Pubblicità -
Nazaret è il nostro paese.
Io sono Nazaret:
ho detto qualche volta “sì” a Dio
e tante volte “no” al vangelo.
“Ma non è il falegname? Ma che cos’ha da mettersi a fare il maestro?
- Pubblicità -
E cosa ha da toccare i malati con quelle mani, che sanno solo riconoscere i nodi del legno?”
E si scandalizzavano di lui.
Di lui, andato a vivere come un senza fissa dimora, un vagabondo che non sa neanche mantenersi.
Gesù, rabbi senza titoli e con i calli alle mani, si è messo a raccontare Dio con parabole nuove, che sanno di casa e di terra, dove un grano di senape diventa rivelazione.
Ma che cosa li scandalizza?
L’umiltà di Dio.
Non può essere questo il nostro Dio.
Dov’è la gloria e lo splendore dell’Altissimo che tuonava sul Sinai?
Questo Dio che viene a tavola con noi.
Anzi di più, siede in mezzo a malati e peccatori, pubblicani e indemoniate.
Lo scandalo della misericordia.
E Gesù lo sa:
un profeta non è disprezzato che in casa sua.
Non disprezziamo mai quelli di casa!
C’è il cromosoma di Dio, in tutte le nostre case. Ascoltiamoci!
Ascoltare non è sentire, che è un fatto sensoriale, ascoltare è un fatto di cuore.
Si ascolta come bambini o come innamorati. E noi troviamo mille scuse, anziché aprirci all’ascolto.
E Dio invece si stupisce: con Ezechiele,
con i paesani,
con me.
Siamo circondati da profeti, magari piccoli.
E come gli abitanti di Nazaret, sprechiamo i nostri profeti quotidiani, senza ascoltare l’inedito di Dio.
Non mancano i profeti, manca l’ascolto!
Siamo tutti sillabe di Dio. Ma chi ascoltare? Da chi imparare?
C’è un criterio: ascoltiamo chi ci aiuta a crescere in sapienza e grazia, cioè nella capacità di stupore infinito.
E non quelli che ci mettono lacci alla vita, ma quelli che ci daranno ulteriori ali e la visione di nuovi cieli e una terra nuova.
I buoni maestri ci sono!
La risposta di Gesù al rifiuto dei suoi paesani è bellissima:
né rancore,
né condanna,
tanto meno si deprime per un insuccesso,
ma apre una meraviglia che rivela il cuore di luce di Dio:
“Solo impose le mani a pochi malati e li guarì”.
È rifiutato ma si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo.
L’innamorato respinto continua ad amare, anche senza contraccambio.
Di noi Dio non è stanco:
è solo qualche volta meravigliato.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.