Nella lunga descrizione che il Vangelo di Marco fa oggi di un indemoniato liberato da Gesรน, possiamo rintracciare alcune caratteristiche specifiche del male nella nostra vita:
โEgli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno piรน riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perchรฉ piรน volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno piรน riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietreโ.
La prima caratteristica รจ
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โla dimora nei sepolcriโ
che sta a significare che lโesperienza del male รจ unโesperienza di morte. Ci sono dei momenti, infatti, in cui ci sentiamo โmortificatiโ, avvertiamo che la vita non รจ piรน qualcosa di vivo ma di morto. E in aggiunta a questo il vangelo prosegue:
โnessuno piรน riusciva a tenerlo legatoโ;
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cioรจ questโuomo non รจ piรน capace di legami significativi che lo aiutino a non disperdersi nel suo malessere. Lโultima caratteristica รจ il gridare e il farsi del male da solo, cioรจ la rabbia verso gli altri e lโodio nei confronti di se stesso.
Abbiamo cosรฌ un quadro completo di una sintomatologia del male nella vita di una persona: sentirsi spenti, non trovare piรน legami significativi, essere arrabbiati e avere rancore per se stessi. In questo senso ci accorgiamo come non ci sia alcun bisogno di arrivare per forza alla forma eclatante di una possessione per fare lโesperienza del male.
Lโincontro con Gesรน guarisce questโuomo esattamente da queste cose, tanto che chi lo incontra subito dopo la sua liberazione lo vede
โseduto, vestito e sano di menteโ.
E cioรจ libero da ciรฒ che prima lo agitava, rivestito di nuovo di dignitร e capace di ragionare nel modo giusto. In questo senso se il male ci frantuma, la fede in Gesรน ci unifica nuovamente. Mi sembra una buona motivazione per coltivare la fede.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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