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p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2025

Domenica 2 Febbraio 2025 - PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - FESTA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 2,22-40

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 2 febbraio 2025.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Presentazione del Signore: Tutti lo attendevano

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Sono passati quaranta giorni dal Natale e โ€“ forse con un poโ€™ di nostalgia โ€“ ricordiamo le emozioni suscitate in noi da quella festa e, ancor piรน, il lieto messaggio che ci ha portato il Bambino, astro venuto dal Cielo per rischiarare le nostre notti, โ€œSole che sorge, per illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nellโ€™ombra della morteโ€ (Lc 1,78-79).

Come mai oggi la chiesa ci fa contemplare di nuovo quel Bambino?

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La festa della Presentazione del Signore ha origini molto antiche. In Oriente era celebrata giร  nel IV secolo con il nome di Festa dellโ€™incontro: rievocava lโ€™incontro di Gesรน nel tempio con il Padre suo e con Simeone e Anna โ€“ rappresentanti del resto dโ€™Israele rimasto fedele a Dio di Abramo.

Quando, nel VII secolo, fu introdotta a Roma, ricevette il titolo di Festa della purificazione di Maria e, siccome era caratterizzata da una processione notturna con le candele, fu detta anche Candelora.

Il rito della luce la collegava con il Natale โ€“ festa di Cristo luce.

A Betlemme la gloria del Signore ha avvolto di luce i pastori; nei lontani paesi dโ€™Oriente la stella รจ brillata per i magi; nel tempio di Gerusalemme รจ apparsa la โ€œLuce per illuminare le gentiโ€.

Sono passati quaranta giorni dal Natale e puรฒ darsi che la Stella di Betlemme che โ€œabbiamo visto nel suo sorgereโ€ si sia un poโ€™ offuscata, che non ci affascini piรน come allora o non sia piรน lโ€™unica ad attirare la nostra attenzione. Forse ci siamo giร  lasciati ammaliare da altre stelle piรน appariscenti e concrete, da altre star che rispecchiano meglio i nostri sogni e le nostre attese

Ecco perchรฉ la chiesa ci fa incontrare di nuovo quel Bambino: ci invita ad accoglierlo fra le braccia, come hanno fatto Simeone ed Anna, i poveri dโ€™Israele, le persone attente alla voce dello Spirito.

Per interiorizzare il messaggio, oggi ripeteremo:
Sono effimere le luci di questo mondo. รˆ Gesรน la โ€œluce delle gentiโ€.

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Prima Letturaย (Ml 3,1-4)

1ย Ecco, io manderรฒ un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerร  nel suo tempio il Signore, che voi cercate; lโ€™angelo dellโ€™alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.
2ย Chi sopporterร  il giorno della sua venuta? Chi resisterร  al suo apparire? Egli รจ come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.ย 3ย Siederร  per fondere e purificare; purificherร  i figli di Levi, li affinerร  come oro e argento, perchรฉ possano offrire al Signore unโ€™oblazione secondo giustizia.
4ย Allora lโ€™offerta di Giuda e di Gerusalemme sarร  gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.

Un uomo pio, giร  avanti negli anni, dopo aver fatto un bilancio della sua vita, conclude: โ€œSono stato fanciullo e ora sono vecchio, non ho mai visto il giusto abbandonato nรฉ i suoi figli mendicare il paneโ€ (Sl 37,25). Questa sua affermazione puรฒ essere ritenuta la sintesi della teologia tradizionale dโ€™Israele: il Signore invia sventure ai malvagi e riserva le sue benedizioni ai giusti.

Eppure, tutti possono verificare che questa fede ingenua รจ messa a dura prova dalla vita. Non solo gli empi hanno fortuna โ€“ e giร  questo รจ oltremodo imbarazzante โ€“ ma addirittura i giusti sono colpiti da continue sventure โ€“ e questo รจ decisamente scandaloso. Sorge allora lโ€™interrogativo inquietante: Dio da che parte sta?

รˆ questa la domanda che, in un tempo di grave decadenza religiosa e morale โ€“ siamo verso il 450 a.C. โ€“ il popolo rivolge a Malachia.

Gli oracoli di questo profeta riflettono la situazione drammatica della societร  in cui vive: gli uomini agiati introducono nella loro casa avvenenti donne straniere e ripudiano la sposa della loro giovinezza, costringendola a coprire โ€œdi lacrime, di pianti e di sospiri lโ€™altare del Signoreโ€ (Ml 2,13); i sacerdoti sono corrotti e tanto indegni che Dio muta in maledizioni le benedizioni che pronunciano (Ml 2,2); i poveri sono soggetti a continui soprusi e malversazioni; i ricchi, altezzosi e insolenti, prosperanoโ€ฆ e il Signore non interviene.

Scoraggiata e delusa, la gente semplice conclude: โ€œรˆ inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dallโ€™aver osservato i suoi comandamenti? Dobbiamo invece proclamare beati i prepotenti che, pur facendo il male, hanno una numerosa posteritร  e, pur provocando Dio, restano impunitiโ€ (Ml 3,14-15). I piรน scettici esclamano: โ€œDovโ€™รจ il Dio della giustizia?โ€ (Ml 2,17).

Lโ€™oracolo ripreso dalla nostra lettura contiene la risposta di Dio a questa obiezione avanzata dal popolo.

 โ€œEcco โ€“ promette il Signore, per bocca del profeta โ€“ io manderรฒ un mio messaggero a preparare la via davanti a meโ€. Dopo questo messaggero comparirร  un secondo, misterioso personaggio chiamato โ€œil Signoreโ€, โ€œlโ€™Angelo dellโ€™alleanzaโ€, โ€œil Signore dellโ€™universoโ€ (v. 1). Costui โ€œentrerร  nel tempio del Signoreโ€ e, come il fuoco, come la lisciva, purificherร  i figli di Levi (v. 3), ministri del culto nel tempio di Gerusalemme.

Cโ€™era un urgente bisogno di questo intervento perchรฉ i leviti si comportavano da funzionari del sacro. Freddi esecutori di riti senza valore, si disinteressavano della sincera adesione del cuore al Signore.

Lโ€™oracolo di Malachia si รจ compiuto con la venuta di Gesรน. Egli รจ entrato nel tempio che avrebbe dovuto essere la โ€œcasa di preghiera per tutte le gentiโ€ e che i sacerdoti avevano ridotto a โ€œuna spelonca di ladriโ€ (Mc 11,17). Lo ha purificato, ha introdotto la religione gradita a Dio, quella del cuore, quella dellโ€™amore allโ€™uomo (Gv 4,21-24).

Ogni pratica religiosa โ€“ anche quella dei cristiani di oggi โ€“ ha sempre bisogno di essere purificata col fuoco e con la lisciva del Signore. Il pane eucaristico, spezzato e condiviso nelle nostre comunitร , non sempre รจ segno di una vita posta a disposizione del fratello. Si riduce a volte a rito staccato dalla vita: non incide sulle scelte, non intacca gli egoismi, non brucia le infedeltร .

I profeti dellโ€™Antico Testamento, quando annunciavano la venuta del Signore, parlavano di giorno terribile, difficile da sopportare, di fuoco che raffina i metalli preziosi, ma la cui vampa scotta e โ€œabbronza la pelle del fabbroโ€ (Sir 38,28); parlavano di lisciva che rende bianchi gli abiti macchiati, ma che intacca anche i tessuti piรน resistenti.

โ€œAngelo dellโ€™alleanzaโ€, โ€œSignore dellโ€™universoโ€, Gesรน vuole sempre operare una purificazione della religione con il suo โ€œfuocoโ€, con la sua โ€œliscivaโ€ โ€“ la sua parola, il suo Spirito โ€“ ma forse, anche oggi, la comunitร  cristiana รจ restia ad accogliere la sua venuta.

La festa di oggi รจ un invito a spalancare le porte del nostro tempio al Signore che viene per purificare, per disporci a offrire a Dio โ€œunโ€™oblazione secondo giustiziaโ€ (v. 3).

Seconda Lettura (Ebr 2,14-18)

14ย Poichรฉ dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anchโ€™egli ne รจ divenuto partecipe, per ridurre allโ€™impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioรจ il diavolo,ย 15ย e liberare cosรฌ quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitรน per tutta la vita.
16ย Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura.
17ย Perciรฒ doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.ย 18ย Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, รจ in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Le persone cui riveliamo segreti, chiediamo consigli, manifestiamo i nostri crucci, sono sempre scelte con cura. Preferiamo confidarci con chi ha dovuto affrontare e risolvere gli stessi problemi, ci fidiamo di chi ha attraversato e superato momenti difficili simili ai nostri.

Sono da tempo in funzione robot computerizzati in grado di eseguire la visita meticolosa di un malato, fare immediatamente le analisi necessarie, diagnosticare i malanni da cui รจ afflitto e prescrivere la cura.

Come mai allora la gente โ€“ assicurano le statistiche โ€“ continua a preferire il medico in carne e ossa?

La risposta รจ semplice: perchรฉ il medico รจ uno di noi. รˆ soggetto alle nostre stesse malattie, sperimenta i nostri turbamenti e apprensioni; se deve sottoporsi a un esame istologico, trema, come tutti, quando gli รจ consegnato il referto; รจ sensibile, comprende le nostre paure e non si accosta al nostro dolore con la freddezza del robot.

La lettura ci indica il Medico cui possiamo ricorrere in ogni momento e con piena fiducia. รˆ un fratello che ha in comune con noi โ€œil sangue e la carneโ€, cioรจ la debolezza e la fragilitร  che sono parte della nostra condizione umana (v. 14).

รˆ Gesรน che si รจ fatto in tutto simile a noi (v. 17). Ha vissuto i nostri drammi, si รจ posto gli stessi inquietanti interrogativi, รจ stato assillato da dubbi, ha superato le nostre stesse tentazioni. Anche per lui, come per noi, รจ stato difficile mantenersi fedele alla volontร  del Padre.

Questa affermazione รจ commentata dallโ€™autore della Lettera agli ebrei con una riflessione tanto semplice, quanto efficace: Cristo non รจ stato inviato a soccorrere angeli, ma a prendersi cura di noi, figli di Adamo (v. 16). Per questo si รจ immerso pienamente nella nostra realtร  di uomini soggetti alla morte.

Ha affrontato la morte e ci ha mostrato che essa non segna lโ€™ingresso nel buio di una tomba, ma lโ€™uscita dalle tenebre che avvolgono di mistero questo mondo. รˆ il momento dellโ€™entrata nella luce, negli spazi infiniti della vita beata di Dio.

Cosรฌ ci ha liberato dalla paura della morte (vv. 14-15), paura diabolica perchรฉ offusca le menti, impedisce di prendere coscienza della transitorietร  dei beni di questo mondo e di donare generosamente la vita per amore.

La conclusione del brano (vv. 17-18) riprende il tema della fiducia che dobbiamo avere in Cristo. Egli รจ uno di noi, รจ stato messo alla prova, ha sperimentato i nostri stessi dolori; per questo รจ in grado di capire le nostre debolezze, di tenderci la mano e accompagnarci quando siamo in difficoltร .

Vangeloย (Lc 2,22-40)

22 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosรจ, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23 come รจ scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarร  sacro al Signore; 24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
25 Ora a Gerusalemme cโ€™era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto dโ€™Israele; 26 lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27 Mosso dunque dallo Spirito, si recรฒ al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesรน per adempiere la Legge, 28 lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
29 โ€œOra lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30 perchรฉ i miei occhi han visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli,
32 luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israeleโ€.
33 Il padre e la madre di Gesรน si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34 Simeone li benedisse e parlรฒ a Maria, sua madre: โ€œEgli รจ qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35 perchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerร  lโ€™animaโ€.
36 Cโ€™era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuรจle, della tribรน di Aser. Era molto avanzata in etร , aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro cittร  di Nazaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

Israele ha gelosamente custodito e meditato la profezia di Malachia che abbiamo trovato nella prima lettura. Per secoli ne ha invocato lโ€™adempimento e ha coltivato la certezza che un giorno Dio avrebbe dato una manifestazione della sua forza contro chi non osservava la sua legge.

Nel vangelo di oggi, Luca racconta la sorprendente risposta del Signore a questa attesa.

Ci si aspettava un suo ingresso trionfale nel santuario, fra schiere di angeli, giudice severo pronto a condannare. Eccolo invece entrare nel tempio nel modo piรน inatteso: รจ un neonato debole e indifeso, avvolto in fasce, sorretto dalle braccia di una ragazza poco piรน che adolescente, accompagnata dal giovane marito.

Difficile riconoscere in quel bambino, in tutto uguale agli altri, โ€œil fuoco e la liscivaโ€ inviati dal Cielo per purificare Israele. Solo persone spiritualmente molto sensibili potevano scorgere in lui la โ€œluce che illumina tutte le gentiโ€.

Nella prima parte del brano (vv. 22-24) รจ narrato lโ€™episodio della presentazione di Gesรน al tempio.

La legge giudaica prescriveva che tutti i primogeniti, sia di uomini che di animali, fossero consacrati al Signore (Es 13,1-16). Siccome i bambini non potevano essere sacrificati, erano riscattati con lโ€™offerta di un animale puro che veniva immolato al loro posto. I genitori ricchi consegnavano ai sacerdoti un agnello, quelli poveri un paio di colombe o di tortore.

Maria e Giuseppe hanno adempiuto questa prescrizione della Torรกh e Luca non perde lโ€™occasione di rilevare che la famiglia di Nazaret apparteneva alla categoria dei poveri: non era in grado di offrire un agnello.

Lโ€™amore di Dio per gli ultimi, i peccatori, le persone impure รจ un tema caro allโ€™evangelista. Con una sfumatura di linguaggio quasi impercettibile egli, fin dallโ€™inizio del suo vangelo, colloca la famiglia di Gesรน non solo fra i poveri, ma anche fra gli impuri.

Secondo la legge dโ€™Israele (Lv 12) solo la puerpera doveva sottomettersi ai riti della purificazione. Luca parla invece della โ€œloro purificazioneโ€ (v. 22), come se, solidale con lโ€™umanitร  peccatrice, tutta la sacra famiglia si fosse recata al tempio in cerca della puritร .

 Un secondo tema interessa allโ€™evangelista: lโ€™osservanza scrupolosa, da parte della sacra famiglia, delle prescrizioni della legge del Signore. Essa viene ribadita con unโ€™insistenza quasi pedante: โ€œSecondo la legge di Mosรจโ€ (v. 22); โ€œcome รจ scritto nella legge del Signoreโ€ (v. 23); โ€œcome prescrive la legge del Signoreโ€ (v. 24); โ€œper adempiere la leggeโ€ (v. 27); โ€œsecondo la legge del Signoreโ€ (v. 39).

Alle sue comunitร , Luca vuole indicare in Gesรน il modello di adesione alla volontร  del Padre fin dai primi momenti della sua vita. Questa sintonia con i disegni di Dio รจ possibile solo a coloro che, come i membri della sacra famiglia, hanno scelto come guida dei loro passi la parola della sacra Scrittura.

Maria e Giuseppe sanno che il figlio che portano fra le braccia non รจ loro: รจ stato affidato da Dio alle loro cure, ma rimane di Dio. Lo custodiranno con premura fino al giorno in cui darร  inizio alla missione straordinaria cui รจ destinato, missione che a loro non รจ stata rivelata e che rimane completamente avvolta nel mistero.

Lo portano nel tempio e lo consacrano al Signore: riconoscono che รจ suo. Non lo tratterranno mai per sรฉ, lo prepareranno per consegnarlo in dono โ€“ nel momento stabilito da Dio โ€“ al mondo.

Sono un modello per tutti i genitori ai quali Dio affida i suoi figli. Questi non sono creature su cui ripiegarsi con amore possessivo: sono doni del Cielo da donare al mondo. I genitori sono chiamati a consacrarli al Signore: a scoprire la missione cui il Padre celeste li ha destinati e a metterli nella condizione di portarla a compimento.

La seconda parte del brano (vv. 25-35) costituisce il centro del vangelo di oggi.

La scena si svolge nel tempio.

Lโ€™immensa spianata che Erode il grande ha appena finito di costruire brulica di pellegrini che si recano nel luogo santo per pregare, per ricevere istruzioni dai rabbini seduti sotto il portico di Salomone, per offrire olocausti. Sono persone religiose e devote, paiono dunque nella condizione di spirito ideale per poter riconoscere e accogliere lโ€™atteso inviato del Signore.

Eppure, quando, confusi fra la folla, Giuseppe e Maria entrano nel luogo santo con in braccio il figlio, nessuno si rende conto dellโ€™evento straordinario che รจ in atto, nessuno intuisce che quel neonato รจ la luce del mondo.

Solo Simeone, quando li scorge, รจ colto da un fremito improvviso, da unโ€™incontenibile emozione. Si fa largo fra la gente, si dirige verso di loro e, quando raggiunge il bimbo, lo prende dalle braccia dei genitori, lo solleva al cielo commosso ed esclama: โ€œOra lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perchรฉ i miei occhi han visto la tua salvezzaโ€ (vv. 29-30).

Simeone, lโ€™uomo pio che ha trascorso tanti giorni della sua vita nel tempio del Signore meditando le Scritture, come ha potuto riconoscere in quel neonato la โ€œluce delle gentiโ€? Cosa cโ€™era in lui di diverso rispetto agli altri israeliti presenti nel tempio?

Non era un vecchio โ€“ come si รจ soliti dipingerlo โ€“ Luca lo caratterizza cosรฌ: โ€œera giusto e pio e aspettava la consolazione di Israeleโ€ (v. 25) e piรน avanti: era un uomo โ€œmosso dallo Spiritoโ€ (v. 27).

Sono queste le disposizioni interiori che caratterizzano i contemplativi, coloro che sanno scorgere le realtร  vere, quelle che si trovano al di lร  delle apparenze di questo mondo.

Non basta essere persone devote e religiose per vedere gli uomini e il mondo con gli occhi di Dio.

Simeone รจ un uomo esemplare. Durante tutta la sua vita si รจ scelto come confidente lo Spirito del Signore, ha mantenuto viva la certezza che Dio รจ fedele alle sue promesse ed รจ vissuto alla luce delle sacre Scritture. Per questo รจ sereno e felice. Il suo sguardo spazia oltre gli angusti orizzonti del tempo presente, contempla il suo destino lontano e chiede al Signore di accoglierlo nella sua pace.

Ci sono persone che man mano che avanzano negli anni si intristiscono, a volte divengono anche intrattabili. La loro insoddisfazione dipende spesso dalla malattia, dal declino delle forze, ma altre volte nasce dal non aver speso la vita per ideali elevati e dalla paura della morte. In un ultimo tentativo di rimanere aggrappati a questo mondo, si ripiegano ancor piรน su se stessi, si lamentano se non sono al centro delle attenzioni, se non tutti sono subito pronti a soddisfare le loro richieste.

Non cosรฌ Simeone. Egli non pensa a se stesso ma agli altri, allโ€™umanitร  intera, alla gioia che gli uomini proveranno quando il regno di Dio si instaurerร .

Non rimpiange il passato e, anche se si rende conto che il male che esiste nel mondo รจ enorme, non coltiva una visione pessimistica del presente e del futuro. Dialoga con Dio e guarda in avanti. Sa che, a breve termine, nulla cambierร , ma รจ contento lo stesso perchรฉ ha avuto la fortuna di contemplare lโ€™aurora della salvezza; gioisce come il contadino che, al termine della giornata di semina, sogna giร  le grandi piogge e poi lโ€™abbondante raccolto.

รˆ il simbolo del resto fedele dโ€™Israele che per tanti secoli ha atteso il Messia. Non si limita ad accogliere Gesรน tra le braccia, lo prende per donarlo al mondo, per presentarlo a tutti come โ€œla luceโ€. Ha capito che il Messia non appartiene soltanto al suo popolo, ma รจ stato inviato per porยญtare la salvezza a tutte le genti, per essere luce di tutte le nazioni (vv. 30-32).

Simeone fa una seconda profezia, questa volta diretta a Maria: Gesรน diverrร  un segno di contraddizione (vv. 34-35).

Lโ€™immagine della spada che trafiggerร  lโ€™anima รจ stata a volte interpretata come lโ€™annuncio del dolore di Maria ai piedi della croce. Non รจ cosรฌ. La madre di Gesรน รจ intesa qui come simbolo di tutto il popolo. Nella Bibbia Israele รจ immaginato come donnaโ€‘madre che donerร  al mondo il Salvatore.

Chi, meglio di Maria, poteva raffigurare questa madreโ€‘Israele?

รˆ a Israele che Simeone โ€“ intuendo il dramma che lo attende โ€“ si rivolge. Annuncia la comparsa al suo interno di una profonda, inevitabile lacerazione. Di fronte al Messia inviato dal Cielo, qualche israelita aprirร  la mente e il cuore alla salvezza, molti altri invece si chiuderanno nel rifiuto e decreteranno cosรฌ la loro rovina.

Nella terza parte (vv. 36-38) Luca introduce Anna, lโ€™anziana profetessa che, nel bambino considerato da tutti un comune neonato, sa riconoscere il Signore.

Chi le ha dato questa sensibilitร  spirituale? Da che cosa le รจ derivato uno sguardo cosรฌ penetrante?

Anna โ€“ spiega lโ€™evangelista โ€“ era una donna intimamente unita al Signore. Per tutta la vita non aveva pensato che a lui: โ€œNon si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiereโ€ (v. 37).

Aveva ottantaquattro anni e questo numero โ€“ che equivale a 7ร—12 โ€“ ha un significato simbolico: 7 indica la perfezione, 12 il popolo dโ€™Israele. Anna rappresenta il popolo santo che, giunto alla piena maturitร , consegna al mondo lโ€™atteso Salvatore.

Apparteneva alla tribรน di Aser, la piรน piccola e insignificante delle tribรน dโ€™Israele.

Luca rileva questo dettaglio decisamente marginale perchรฉ รจ lโ€™evangelista dei poveri, degli ultimi e vuole che i cristiani delle sue comunitร  si convincano che sono costoro i meglio disposti a riconoscere in Gesรน il salvatore.

Anna era rimasta fedele al marito al punto di non risposarsi piรน.

La sua scelta ha per lโ€™evangelista un significato teologico.

Come Simeone, Anna rappresenta lโ€™Israele fedele.

Nella sua vita la sposaโ€‘Israele ha avuto un solo amore, poi รจ vissuta nel lutto della vedovanza fino al giorno in cui, in Gesรน, ha riconosciuto il suo sposo, il Signore. Allora ha di nuovo gioito, come la sposa che ritrova il suo unico amore.

Anna non si allontanava dal tempio, perchรฉ era la casa del โ€œsuo sposoโ€.

Non hanno bisogno di altri dรจi, non ricercano amanti coloro che vivono nellโ€™intimitร  con il Signore e, come Anna e come tutti gli innamorati, non parlano che della persona amata.

Il brano si conclude (vv. 39-40) con il ritorno della sacra famiglia a Nazaret e con lโ€™annotazione riguardante la crescita di Gesรน. In nulla egli si differenziava dai bambini del suo villaggio se non per il fatto che โ€œera pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di luiโ€.

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