La lampada viene, afferma il maestro. Unโimmagine potente e curiosa. Siamo piรน abituati a pensare che una luce venga portata da qualcuno. La parola di Gesรน ci fa riflettere sul fatto che la luce viene. Luce soggetto di un verbo attivo: non รจ prima di tutto qualcosa di passivo. La luce รจ attiva e attiva dei processi, la luce porta vita ed รจ vita. ร un dono gratuito che riceviamo, un mistero di cui non disponiamo lโorigine.
Potente, viva e attiva, al tempo stesso la luce si consegna completamente. Diventa oggetto nelle nostre mani, nelle nostre stanze, nei nostri cuori, nelle nostre relazioni. Si lascia maneggiare senza sconti, senza paura dalla nostra libertร . Puรฒ essere collocata in modo tale da rischiarare intorno. Potrebbe essere rinchiusa negli angoli piรน nascosti e inaccessibili. Ma, anche imprigionata nel profondo, rimane viva. E, giร che non puรฒ essere vista, dal profondo emette qualcosa che lโorecchio del cuore puรฒ ancora sentire: ยซSe uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!ยป.
Il Signore ci invita a provare a fermarci, almeno un momento. Provare ad ascoltare con piรน attenzione quello che oggi si muove in noi. Considerare con quali strumenti valutiamo, con quale misura misuriamo la realtร intorno a noi, quello che pensiamo di avere e di non avere. Il Signore ci provoca a non aver paura di ascoltare la voce della luce. Non aver paura di vedere davvero.
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Matteo Suffritti SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato