Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 28 Gennaio 2025

A volte fa comodo idealizzare la “Sacra Famiglia di Nazareth”, pensandola come perfetta, sin da subito, senza troppo sforzo. Invece il brano evangelico di oggi ci sbatte in faccia una imbarazzante – e, per questo, storicamente piuttosto plausibile – realtà: lo scontro tra Gesù e i suoi famigliari.

La famiglia di Gesù, benché non ostile quanto gli imperdonabili calunniatori, qui gli è perlomeno d’intralcio, perché non lo sostiene e cerca anzi di farlo desistere dalla sua missione. Va un po’ compresa: Gesù, ormai uomo di mezza età e non ancora sposato, è venuto meno al suo ruolo di capofamiglia, ha interrotto la sua attività artigianale e non porta più un reddito a casa.

Così i suoi parenti lo cercano per riportarlo a Nazareth, fargli interrompere la sua itineranza e richiamarlo ai suoi doveri famigliari. Lo «mandano a cercare», precisa l’evangelista Marco, che vuole forse attenuare un ancora più imbarazzante rimprovero diretto, oppure semplicemente marcare la distanza fisica, fuori dalla cerchia attorno a Gesù. Mamma e fratelli – coloro che lo ritenevano «fuori di sé» – sono proprio quelli che «stanno fuori», come ripete Marco due volte, perché qui non sembrano intenzionati a collaborare alla missione di Gesù.

Il brano, per quanto destabilizzante, è in realtà di una consolazione incredibile: avvicina i parenti di Gesù all’esperienza delle nostre imperfette famiglie, dove non sempre il nostro bene è pienamente compreso o sostenuto. Questo ci incoraggia a tagliare quei “cordoni ombelicali” che non ci fanno crescere umanamente o spiritualmente.

Dunque, apre a tutti la possibilità di entrare a far parte della famiglia di Gesù facendo la volontà di Dio, perlomeno tanto quanto i suoi famigliari biologici. Infine, per contrasto, ci fa intuire che proprio quei parenti, che qui appaiono distanti nonostante gli anni trascorsi insieme a Nazareth, faranno un percorso di fede e saranno anzi decisivi per la prima comunità dei seguaci del Risorto.