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Luciano Manicardi – Commento al Vangelo di domenica 19 Gennaio 2025

Domenica 19 Gennaio 2025 - II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 2,1-11

Lo straordinario nellโ€™ordinario

Prima lettura (Is 62,1-5) e vangelo (Gv 2,1-12) presentano la simbolica nuziale quale cifra dellโ€™incontro tra Dio e lโ€™umanitร . In particolare, la celebrazione delle nozze รจ immagine che allude allโ€™alleanza tra Dio e il suo popolo. Il testo evangelico non รจ un resoconto cronachistico e non รจ neppure riducibile a semplice racconto di miracolo, ma รจ una narrazione simbolica con significati cristologici e teologici significativi che ruotano attorno alla dinamica di continuitร  e novitร  dellโ€™alleanza. 

Il contesto in cui si colloca il testo profetico di Is 62,1-5 รจ quello della โ€œrinascitaโ€ di Gerusalemme dopo le fine della deportazione babilonese. Rinascita in realtร  auspicata, desiderata, profetizzata nella forma di un nuovo esodo (cf. Is 43,16-21), ma realizzata solo parzialmente e in maniera molto deludente: parecchi figli dโ€™Israele avevano preferito restare in terra babilonese dove avevano ormai avviato una nuova vita, sposandosi, avendo una casa, trovando un lavoro, e non avevano certo intenzione di precipitare di nuovo in una situazione di incertezza e densa di incognite affrontando un ritorno pieno di rischi e criticitร .

Ecco dunque che il profeta decide di non tacere, di alzare la voce e di non risparmiarsi, quasi per costringere lโ€™aurora a spuntare, per spingere il sole a sorgere e affrettare cosรฌ unโ€™alba per la cittร  di Gerusalemme, unโ€™alba che significhi un nuovo giorno finalmente di giustizia e di salvezza (62,1). Giustizia e salvezza che consistono nel ricongiungimento della sposa-Gerusalemme con il Signore-suo sposo e nel ricongiungimento con i suoi figli che finalmente ritornano dalla deportazione (62,5). Questo evento diverrร  anche testimonianza per tutti i popoli che vedranno la gloria di Gerusalemme, nuovamente illuminata dalla luce e dallโ€™amore del Signore cosรฌ che nessuno la potrร  piรน chiamare โ€œabbandonataโ€ o โ€œdesolataโ€, ma โ€œsposataโ€, donna-cittร  in cui Dio pone il suo compiacimento e trova la sua gioia (62,3-4).

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Un elemento interessante che emerge dal testo รจ lโ€™immagine di Dio come amante gioioso, come giovane innamorato che sposa la donna che ama: โ€œcome gioisce lo sposo per la sposa, cosรฌ il tuo Dio gioirร  per teโ€ (62,5). La storia del popolo, e dunque della sposa-Gerusalemme, รจ stata travagliata e ha conosciuto allontanamenti, tradimenti, fatiche, ma qui il profeta afferma che ciรฒ che sta per avvenire non รจ tanto una riconciliazione dopo un periodo di crisi e di lontananza, ma รจ qualcosa di nuovo, di inaugurale, come รจ inaugurale, nuovo e traboccante di bellezza e di promessa di inebriante felicitร  il giorno delle nozze, quello che il Cantico dei Cantici definisce โ€œil giorno della gioia del cuoreโ€ (Ct 3,11).

Il testo โ€œparla di giovani che si sposano, non di adulti che si riconcilianoโ€ (Alonso-Schรถkel) e se ci si riferisce al passato e alla situazione di abbandono e desolazione che Gerusalemme ha vissuto รจ solo per mettere ancor piรน in risalto la novitร  e la freschezza dellโ€™evento annunciato dal profeta. Le immagini dicono la capacitร  di rinnovamento e ringiovanimento dellโ€™amore. Lโ€™amore รจ forza creatrice, leggerezza che rende giovani, luce che dona gioia, bellezza che promette felicitร . Alla gioia di Dio, descritta con toni esuberanti come in Sof 3,17, corrisponde la gioia di Gerusalemme che puรฒ riabbracciare il Signore-suo sposo e anche i suoi figli. Gerusalemme ritrova la sua dimensione sia coniugale che materna.

Il messaggio รจ somigliante a quello di Is 54,1-8 in cui a Gerusalemme รจ promessa una moltitudine di figli e il ricongiungimento con lo sposo. Qui perรฒ รจ opportuna unโ€™annotazione di tipo testuale circa il v. 5 perchรฉ il lettore resterร  certamente sbalordito al sentire che โ€œcome un giovane sposa una vergine, cosรฌ ti sposeranno i tuoi figliโ€ (traduzione CEI). Se la prima immagine (un giovane che sposa una vergine) รจ ben in contesto, altrettanto non si puรฒ dire della seconda. Per questo il testo ebraico, che parla inequivocabilmente di โ€œtuoi figliโ€, รจ stato corretto per via congetturale in โ€œil tuo costruttoreโ€, cioรจ Dio stesso, risolvendo cosรฌ lโ€™imbarazzante immagine di figli che sposano la madre.

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Tuttavia, si puรฒ mantenere il senso di โ€œtuoi figliโ€, ma accordando al verbo di cui essi sono soggetto non il senso di โ€œsposareโ€, bensรฌ quello di โ€œprendere con sรฉโ€. Ovvero, i tuoi figli โ€“ Gerusalemme โ€“ ti assicureranno protezione, cura, assistenza, ti saranno vicini, ti prenderanno con sรฉ. รˆ interessante, a questo punto ricordare lโ€™ipotesa avanzata da qualche studioso, che cioรจ il testo di Is 62,5, letto con questo significato, costituisca il sottofondo veterotestamentario di Gv 19,27, dove il discepolo amato prende con sรฉ la madre di Gesรน dopo che dalla croce Gesรน aveva rivolto a Maria le parole โ€œDonna, ecco tuo figlioโ€ e al discepolo amato: โ€œEcco tua madreโ€ (Gv 19,26-27).ย 

Il rimando alla scena della croce dove รจ presente Maria รจ significativo perchรฉ ci consente di passare al brano evangelico odierno che nellโ€™episodio delle nozze di Cana vede anche lรฌ la presenza della madre di Gesรน e la mostra quale simbolo dellโ€™Israele fedele da cui viene il Messia, dunque la salvezza (โ€œLa salvezza viene dai Giudeiโ€: Gv 4,22). Sotto la croce Maria ritrova simbolicamente nel discepolo che Gesรน le affida come figlio, il suo stesso Figlio che vive in coloro che lo confessano risorto e credono in lui. Ovvero, in quella comunitร  cristiana che dovrร  sempre guardare a Israele come a una madre.

Il passo evangelico si apre (vv. 1-2) elencando le circostanze di tempo (il terzo giorno), di luogo (Cana di Galilea), di azione (le nozze), e di persone (Maria, Gesรน e i suoi discepoli) in cui si svolge la scena. Lโ€™evento รจ uno sposalizio, un evento dunque comune, attinente alla quotidianitร , allโ€™ordinario dipanarsi delle vicende umane. Ed รจ in questo contesto cosรฌ ordinario che Gesรน โ€œmanifestรฒ la sua gloriaโ€ (Gv 2,11). Il luogo dello straordinario รจ lโ€™ordinario; il manifestarsi del divino avviene nellโ€™umano; la gloria di Dio si esprime, dirร  lโ€™intero IV vangelo, nellโ€™amore. E quale migliore espressione della vitalitร  dellโ€™amore che uno sposalizio?

La partecipazione di Gesรน a un banchetto nuziale diviene โ€œlโ€™inizio dei segniโ€: questa annotazione fornisce una chiave per leggere quanto avvenuto a Cana, ma piรน estesamente per rapportarsi alla realtร  nello spazio della fede. La realtร  vieneย risignificata, assume un valore ulteriore non esauribile nella fatticitร  degli eventi, nella materialitร  delle cose, nel senso letterale delle parole. Cosรฌ, โ€œil terzo giornoโ€ diviene riferimento allโ€™alleanza sinaitica avvenuta โ€œil terzo giornoโ€ (Es 19,10-11.16) e profezia della resurrezione che avverrร  โ€œil terzo giornoโ€ (1Cor 15,4); lโ€™immagine delle nozze (gรกmos: vv. 1.2) evoca lโ€™alleanza tra Dio e lโ€™uomo (Os 1-3; Ger 2; Ez 16; Is 54,4-8; 61,10; 62,4-5); le sei (numero che denota imperfezione e incompiutezza) giare di pietra (come di pietra erano le tavole su cui era scolpita la legge mosaica), vuote, estremamente capienti e di fatto inamovibili, destinate alla purificazione dei Giudei, diventano segno dellโ€™antica alleanza che Gesรน rinnova con quel vino buono che รจ riferimento ai beni messianici (Is 25,6).

La realtร  รจ piรน della realtร : questo significa lโ€™approccio simbolico al reale. Ecco allora che anche la presenza di Maria a Cana, che il testo sottolinea essere precedente lโ€™arrivo di Gesรน stesso e dei suoi discepoli (vv. 1-2), diviene riferimento allโ€™Israele che attende il Messia, alla Figlia di Sion chiamata a riconoscere il compimento dellโ€™alleanza e lโ€™instaurazione del tempo messianico. Cosรฌ, le sue parole a Gesรน (โ€œNon hanno piรน vinoโ€: Gv 2,3) non sono una richiesta di miracolo e le sue parole ai servi (โ€œQualunque cosa vi dica, fatelaโ€: Gv 2,) non sono una mediazione, ma semplicemente mostrano Maria nella sua totale disponibilitร  allโ€™obbedienza quale figura dellโ€™Israele che accoglie le condizioni ancora sconosciute della nuova e definitiva alleanza che Dio stringe in Gesรน il Messia. In filigrana si puรฒ vedere il riferimento al passo di Es 24,7 e alle parole del popolo al momento della conclusione dellโ€™alleanza sinaitica: โ€œQuanto il Signore ha detto, noi loย faremoย e loย ascolteremoโ€.

Lโ€™acqua divenuta vino, e il vino โ€œbuonoโ€ tenuto in serbo โ€œfino ad oraโ€ (2,10), diventano a loro volta rimando simbolico alla storia che Dio, in Cristo, sta scrivendo nella storia umana. Ma il rapporto tra antico e nuovo non รจ di sostituzione, bensรฌ di novitร  nella continuitร : il Messia ha bisogno delle giare di pietra e dellโ€™acqua per poter offrite il vino buono. Senza quellโ€™acqua non ci sarebbe neppure il vino buono. Si noti poi che Giovanni per designare il vino โ€œbuonoโ€ usa lโ€™aggettivoย kalรฒsย (2,10; lett. โ€œbelloโ€), termine usato altrove nel IV vangelo per indicare il pastore che รจ Gesรน (10,11.14) e le sue opere (10,32-33). Il rimando profondo รจ ancora alla pienezza del tempo messianico, alla salvezza, allโ€™alleanza nuova. Cosรฌ come lo รจ la sovrabbondante quantitร  di vino che viene servita ormai al termine del banchetto: sei giare โ€œcontenenti ciascuna da ottanta a centoventi litriโ€ (2,6) significa qualcosa come circa seicento litri. Ma la profusione, lโ€™eccesso, la sovrabbondanza รจ il segno dellโ€™agire divino, del Dio che โ€œdร  lo Spirito senza misuraโ€ (Gv 3,34) del Dio che โ€œcosรฌโ€ (Gv 3,13) ha amato il mondo, con lโ€™incomprensibile prodigalitร  di chi ama al punto di perdere se stesso per amore. Come un amante follemente innamorato della sua amata.

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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