Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 13 Gennaio 2025

Da pescatori di pesci a pescatori di uomini.
Due fratelli gettavano le reti, altri due le riparavano. Entrambe le coppie di fratelli sono raggiunte dall’invito di Gesù che chiede di seguirlo. La sua proposta, per quanto radicale, non calpesta i loro talenti, tutt’altro.

Talvolta, purtroppo, viene ancora frainteso il “lasciare tutto” nella vita consacrata, sia essa negli ordini religiosi tradizionali o in nuovi movimenti. Con la scusa di un santo sacrificio di ciò che la persona ha di più caro, con il pretesto di seguire la volontà del Signore, con l’abuso di richieste di obbedienza da parte di superiori spesso invidiosi, si frustrano tante energie, professionalità e carismi.

L’umiltà imposta – penso a chi viene negato il diritto a proseguire gli studi – è in realtà umiliazione. È un vero peccato. Non fa così Gesù, che invece riconosce appieno il valore del loro mestiere, svolto con grande dedizione: sono pescatori. E sono fratelli. Fratelli pescatori: ecco la loro vocazione, in ciò che già fanno e sono.

Essi, come vedremo nelle ultime pagine dei Vangeli, continueranno a pescare anche i loro pesci. Ma avranno imparato pure a trarre in salvo, nelle tempeste della vita, persone con l’acqua alla gola. Con la stessa passione, ma ora al servizio delle persone umane.

Se i pesci fuor d’acqua muoiono, la nostra umanità naufragata rischia di annegare in un mare di egoismi, malvagità e violenze. Anche navigando qui in rete ne vediamo parecchie.

Ecco allora che può entrare in gioco una fraternità di pescatori di uomini: una rete di salvezza, abilmente rammendata, per chi fatica a stare a galla. Dietro a Cristo – ICHTYS, il Pesce che risorge vincitore dai tenebrosi abissi – disinnescata la morte, portata alla luce la verità, si torna a respirare la vita, a pieni polmoni.