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p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 12 Gennaio 2025

Domenica 12 Gennaio 2025 - BATTESIMO DEL SIGNORE โ€“ FESTA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 3,15-16.21-22

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 12 gennaio 2025.
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Volle risalire con noi da un abisso

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Ai luoghi biblici รจ legato spesso un significato teologico. Il mare, il monte, il deserto, la Galilea delle genti, la Samaria, il fiume Giordano, le terre al di lร  del lago di Genezaret sono molto piรน di semplici indicazioni geografiche (spesso neppure del tutto esatte).

Luca non specifica il luogo dove รจ avvenuto il battesimo di Gesรน, ma vi allude Giovanni: โ€œAvvenne in Betania, al di lร  del Giordano, dove Giovanni stava battezzandoโ€ (Gv 1,28). La tradizione ha giustamente localizzato lโ€™episodio a Betabร ra, il guado dove anche il popolo dโ€™Israele, guidato da Giosuรจ, ha attraversato il fiume ed รจ entrato nella Terra Promessa.

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Nel gesto di Gesรน sono dunque presenti richiami espliciti al passaggio dalla schiavitรน alla libertร  e allโ€™inizio di un nuovo esodo verso la vera Terra Promessa.

Betabร ra ha anche un altro richiamo, meno evidente, ma altrettanto significativo: i geologi assicurano che questo รจ il punto piรน basso della terra (400 m. sotto il livello del mare).

La scelta di iniziare da lรฌ la vita pubblica non puรฒ essere casuale. Gesรน, venuto dalle altezze del cielo per liberare lโ€™uomo, รจ sceso fin nellโ€™abisso piรน profondo per mostrare che vuole la salvezza di ogni uomo, anche del piรน derelitto, anche di colui che la colpa e il peccato hanno trascinato in un baratro da cui nessuno puรฒ immaginare sia possibile risalire. Dio non dimentica e non abbandona nessuno dei suoi figli.

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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œรˆ apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uominiโ€.

Prima Letturaย (Is 40,1-5.9-11)

1ย โ€œConsolate, consolate il mio popolo,
dice il vostro Dio.
2ย Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele
che รจ finita la sua schiavitรน,
รจ stata scontata la sua iniquitร ,
perchรฉ ha ricevuto dalla mano del Signore
doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ€.
3ย Una voce grida:
โ€œNel deserto preparate
la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio.
4ย Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
5ย Allora si rivelerร  la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrร ,
poichรฉ la bocca del Signore ha parlatoโ€.
9ย Sali su un alto monte,
tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza,
tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annunzia alle cittร  di Giuda: โ€œEcco il vostro Dio!
10ย Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
con il braccio egli detiene il dominio.
Ecco, egli ha con sรฉ il premio
e i suoi trofei lo precedono.
11ย Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno
e conduce pian piano le pecore madriโ€.

I primi anni dโ€™esilio a Babilonia furono difficili, ma, in seguito, gli israeliti si adattarono alla loro nuova condizione e molti riuscirono addirittura a raggiungere posizioni sociali prestigiose.

Dopo una quarantina dโ€™anni ecco sorgere un profeยญta. Era un uomo illuminato, un poeta sensibile, un teologo geniale; seguiva con atยญtenzione gli avvenimenti politici del suo tempo e si era reso conto che il regno di Babilonia si stava sgretolando, mentre cresceva vertiginosamente il potere di Ciro, re di Persia. Era giunto il momento di risvegliare negli esuli la speยญranza della fine della schiavitรน e dellโ€™imminente riยญtorno nella terra dei loro padri.

Mosso dallo Spirito di Dio, cominciรฒ a far circolare fra i deportati le sue intuizioni, i suoi presagi e le sue speranze e, per non insospettire le autoritร  babilonesi che lo avrebbero potuto accusare di essere un sovversivo, fece ricorso a un linguaggio criptato, impiegรฒ immagini che solo i figli del suo popolo erano in grado di comยญprendere. Annunciรฒ lโ€™imminente liberazione dalla schiavitรน babilonese richiamando i miracoli accaduti durante lโ€™esodo dallโ€™Egitto e promettendo prodigi ancora maggiori.

Pochi, fra i deportati, coltivavano questa sua sensibilitร  spirituale. La maggioranza, sedotta dalle lusinghe della vita pagana, si era ormai integrata pienamente nella nuova realtร  sociale e religiosa, aveva dimenticato il glorioso passato e considerava i richiami alle promesse fatte ad Abramo poco piรน che fiabe destituite di ogni valore.

Questi esuli, svigoriti nella fede, incapaci di cogliere i richiami di Dio, non ebbero nรฉ il coraggio nรฉ la forza di iniziare una vita nuova e si dispersero fra i pagani. La storia della salvezza continuรฒ senza di loro. Il periยญcolo maggiore dellโ€™esilio non fu la sua durezza, ma le sue seduzioni e le sue attrattive.

Lโ€™esperienza di questi deportati รจ un ammonimento per chi, come loro, si adatta a una vita banale e senza prospettive, anche se comoda, e rifiuta i pressanti inviti del Signore a lasciarsi liberare, a guardare al futuro con gli occhi di Dio.

Il messaggio di questo profeta รจ dunque rivolto anche a noi.

Inizia con un invito pressante: โ€œConsolate, consolate il mio popolo, gridate a Gerusalemme che รจ finita la sua schiaยญvitรนโ€ฆ perchรฉ ha ricevuto il doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ€ (vv. 1-2).

Come i ladri che dovevano pagare il doppio di ciรฒ che avevano rubato (Es 22,3), Israele aveva scontato i suoi errori, li aveva pagati duramente, oltremisura, proprio come sempre accade a chi si discosta dai cammini di Dio. Il peccato castiga sempre lโ€™uomo molto piรน di quanto meriti.

Nel linguaggio corrente consolare equivale, il piรน delle volte, a pronunciare parole di conforto, comunicare un poโ€™ di serenitร  a chi รจ afflitto, ma non modifica la situazione penosa che causa dolore. La consolazione di Dio non si riduce a una tenera carezza che rincuora; Dio consola soccorrendo chi si trova in condizioni disperate, consola il misero sollevandolo dalla polvere (1 Sam 2,8), mutando il suo lamento in danza e il suo grido in canto di gioia (Sal 30,12).

Lo Spirito santo รจ chiamato da Gesรน Consolatore (Gv 14,15) perchรฉ, con la sua venuta, rinnova la faccia della terra (Sal 104,30).

Dio consola, cioรจ libera gli uomini da tutte le loro schiavitรน, attraverso la sua parola, che non รจ fragile come lโ€™erba che secca o caduca come il fiore che appassisce, ma รจ viva ed eterna (Is 40,6-8) e non ritorna mai a Dio senza aver operato ciรฒ che egli desidera, senza aver compiuto ciรฒ per cui รจ stata mandata (Is 55,10-11).

Nella seconda parte della lettura (vv. 3-5) una voce anonima grida: โ€œNel deserto preparate la via al Signoreโ€ฆ ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassatiโ€.

La costruzione di una strada รจ la condizione perchรฉ Dio possa venire a consolare il suo popolo.

Un immenso deserto separa la Palestina dalla Mesopotamia e la strada che, nellโ€™antichitร , univa Babilonia alle cittร  della costa mediterranea non lo attraversava, ma, risalendo verso nord, lo costeggiava per quasi mille chilometri. La voce misteriosa invita gli esuli a tracciare una via nuova, spaziosa e diritta, che permetta di giungere, in modo agevole e spedito, alla meta dove il Signore li vuole condurre.

Il profeta accumula una serie di immagini per evidenziare gli impegni che chi vuole fare spazio a Dio nella propria vita si deve assumere. Chiede di preparare la via al Signore, non una via che conduca lโ€™uomo a Dio, ma una che permetta a Dio di giungere allโ€™uomo.

Lโ€™apertura di questa nuova strada indica la disposizione interiore ad abbandonare i cammini antichi, quelli che Dio ha sempre rifiutato: โ€œI miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vieโ€ (Is 56,7-8). I monti da abbassare e le valli da colmare rappresentano gli impedimenti allโ€™incontro, alla comunicazione, alla reciproca stima fra i popoli di diversa cultura, razza, religione. Solo rimuovendo questi ostacoli รจ possibile preparare la via al Signore, via dellโ€™intesa, del perdono, della riconciliazione.

In una visione grandiosa, nella terza parte della lettura (vv. 9-11) il profeta descrive il ritorno degli esuli nella cittร  santa. Non li guida un uomo, comโ€™era accaduto durante lโ€™esodo dallโ€™Egitto, ma รจ il Signore stesso che li precede e, come un pastore, conduce le sue pecore, โ€œportando in braccio gli agnellini e conducendo pian piano le pecore madriโ€ (v. 11).

Lโ€™immagine รจ commovente, mostra la tenerezza di Dio nei confronti dei piรน deboli. Tenero, dolce, paziente, egli rispetta i tempi e i ritmi spirituali di ognuno: apprezza chi cammina spedito, ma rivolge le sue attenzioni e premure a chi avanza con fatica, a chi si attarda lungo il cammino.

Quando il gruppo degli esuli รจ ormai vicino alla cittร , ecco alcuni staccarsi dal gruppo e correre avanti per annunciare la โ€œlieta notiziaโ€ della liberazione. Sion รจ invitata dal profeta a divenire annunciatrice di โ€œliete notizieโ€. Il suo messaggio di gioia, il โ€œvangeloโ€ da lei proclamato รจ: Dio non abbandonerร  mai lโ€™uomo, lo andrร  sempre a cercare in ogni terra di schiavitรน, lo prenderร  fra le braccia e lo accompagnerร  lungo il cammino che conduce alla libertร .

Seconda Lettura (Tt 2,11-14; 3,4-7)

11ย รˆ apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini,ย 12ย che ci insegna a rinnegare lโ€™empietร  e i desideri mondani e a vivere con sobrietร , giustizia e pietร  in questo mondo,ย 13ย nellโ€™attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristo;ย 14ย il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquitร  e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
3,ย 4ย Quando perรฒ si sono manifestati la bontร  di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,ย 5ย egli ci ha salvati non in virtรน di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,ย 6ย effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesรน Cristo, salvatore nostro,ย 7ย perchรฉ giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.

โ€œ รˆ apparsa la grazia di Dio!โ€. รˆ il canto lieto della comunitร  cristiana riunita per la messa di mezzanotte di Natale.

Chi prende coscienza dellโ€™amore infinito che Dio ha rivelato inviando a noi il proprio Figlio non puรฒ che gridare a tutti la propria gioia.

Per grazia non si intende โ€“ come nel linguaggio comune โ€“ un aiuto, un favore che Dio concede a chi lo invoca in un momento difficoltร , ma รจ un termine biblico denso di significato: indica la tenerezza, lโ€™amore, la benignitร  incondizionata e senza limiti di Dio.

Questa benevolenza divina โ€“ ci dice la lettura โ€“ si รจ resa visibile, si รจ manifestata in Gesรน, annuncio di salvezza per tutti gli uomini (Tt 2,11).

Per tutti! Se il Figlio di Dio fosse venuto dal cielo per annunciale la salvezza dei buoni, di coloro che osservano fedelmente i precetti del Signore, non avremmo motivo per esultare, non si tratterebbe di un messaggio nuovo. Avremmo solo udito qualcuno che ribadiva ciรฒ che le guide spirituali dโ€™Israele hanno ripetuto per secoli: chi rispetta la legge di Mosรจ e i comandamenti รจ amato da Dio, gli altri sono da lui considerati spregevoli e abietti.

La gioia diviene incontenibile solo quando ci si rende conto che il Figlio di Dio รจ venuto a portare la salvezza per tutti.

Abbiamo capito bene: per tutti, perchรฉ รจ grazia, รจ dono gratuito, non dipende dalla nostra fedeltร , ma dalla sua.

La lettura continua traendo dalla manifestazione della benevolenza di Dio le conseguenze morali (vv. 12-14). La vita nuova del cristiano non รจ la condizione per meritarsi lโ€™amore di Dio, ma รจ la risposta a questo amore.

Per molto tempo si รจ pensato che il miglior deterrente per contrastare il male e il miglior stimolo al bene fosse la paura dei castighi di Dio.

Fu una pessima scelta pedagogica. La paura di Dio non ha mai prodotto nulla di buono, anzi ha provocato patologie e causato abbandoni della fede.

Solo chi scopre con quale immenso amore รจ amato da Dio impara โ€œa rinnegare lโ€™empietร  e i desideri mondani e a vivere con sobrietร , giustizia e pietร  in questo mondoโ€ (v. 12). Solo chi si sente amato รจ indotto ad amare.

 La grazia poi infonde speranza. Alimenta la certezza che โ€œil nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristoโ€ si manifesterร  (v. 13) e farร  sรฌ che la sua salvezza raggiunga ogni uomo. Il grande pericolo รจ quello di perdere momenti preziosi di intimitร  con lui dilazionando lโ€™adesione alla sua proposta di amore.

Nellโ€™ultima parte della lettura (Tt 3,4-7) lโ€™autore riprende il tema della manifestazione della grazia di Dio. Lo fa contrapponendo la condizione precedente al battesimo alla realtร  nuova in cui รจ introdotto chi รจ raggiunto dalla benevolenza di Dio.

La descrizione della corruzione e dellโ€™alienazione dellโ€™umanitร  peccatrice รจ molto viva: Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagitร  e nellโ€™invidia, odiosi e odiandoci a vicenda (Tt 3,3). รˆ un drammatico elenco di vizi che toccano la vita religiosa, personale e sociale.

La situazione pare davvero disperata e allโ€™umanitร  non rimane โ€“ secondo i nostri criteri di giudizio โ€“ che attendere la punizione.

Invece ecco la sorpresa: Quando perรฒ si sono manifestati la bontร  di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtรน di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia.

Lโ€™amore รจ lโ€™unica risposta che il Signore sa dare.

Vangeloย (Lc 3,15-16.21-22)

15ย Poichรฉ il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,ย 16ย Giovanni rispose a tutti dicendo: โ€œIo vi battezzo con acqua; ma viene uno che รจ piรน forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerร  in Spirito Santo e fuocoโ€.
21ย Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesรน, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprรฌย 22ย e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: โ€œTu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciutoโ€.

Il Vangelo di oggi si apre con una constatazione significativa: โ€œil popolo era in attesaโ€.

รˆ facile da immaginare di che cosa: lo schiavo si aspettava la libertร , il povero una nuova condizione di vita, il bracciante sfruttato si attendeva giustizia, il malato la guarigione, la donna umiliata e violentata il recupero della dignitร . Tutti aspiravano a un mondo nuovo, speravano che fra gli uomini sparissero gli abusi, le prevaricazioni, i soprusi e si instaurassero rapporti di pace.

Era soprattutto nel campo religioso che il popolo coltivava lโ€™attesa, forse nemmeno del tutto cosciente, di un cambiamento.

Da trecento anni si era spenta la voce dei profeti, il Cielo si era chiuso e il silenzio di Dio era considerato una meritata punizione per i peccati commessi. Poste da parte le immagini del Dio alleato fedele, padre affettuoso, tenero sposo, le guide spirituali, da secoli, avevano cominciato a presentare il Signore soprattutto come legislatore severo e intransigente. La religione non comunicava gioia, ma inquietudine, paura, angoscia. Una vita cosรฌ era insostenibile, qualcosa doveva cambiare! Ecco le ragioni dellโ€™attesa alla quale il Battista doveva dare una risposta.

Quando si vive in situazioni insopportabili e si desidera ardentemente che qualcosa cambi ci si affida a chiunque susciti qualche speranza e ci si puรฒ anche ingannare nellโ€™identificazione del liberatore. Il popolo dโ€™Israele che โ€“ come dirร  un giorno Gesรน โ€“ era un gregge senza pastore (Mc 6,34) si attende dal Signore una guida e pensa che il Battista sia il Messia. Giovanni li corregge: non sono io โ€“ dice โ€“ sta per venire uno piรน forte di me. Egli vi battezzerร  con โ€œSpirito Santo e fuocoโ€. Ha in mano il โ€œventilabroโ€ e separerร  il grano dalla pula; questa verrร  bruciata, senza pietร , in un โ€œfuoco inestinguibileโ€ (Lc 3,17). Poco prima ha detto che la scure รจ giร  posta alla radice degli alberi (Lc 3,9). Il giudizio di Dio รจ dunque imminente e sarร  severo.

Il linguaggio del Battista รจ duro e minaccioso, in sintonia con quello impiegato da alcuni profeti. Malachia ha parlato di un โ€œgiorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierร โ€ (Ml 3,19). Anche Isaia ha minacciato: โ€œProfondo e largo รจ il rogo, fuoco e legna abbondano, lo accenderร , come torrente di zolfo, il soffio del Signoreโ€ (Is 30,33).

Non si puรฒ non notare il contrasto stridente fra queste immagini terrificanti e le espressioni dolci e delicate con cui, nella prima lettura, รจ stata presentata la figura del โ€œservo del Signoreโ€. Lร  non si parlava di violenza, di intolleranza, di aggressione, di fuoco distruttore, ma di pazienza, di rispetto nei confronti di tutti, di aiuto a chi รจ in difficoltร , di recupero della canna spezzata, di speranza per chi รจ come un lucignolo fumigante.

Le parole del Battista riflettono la mentalitร  di un popolo che le guide spirituali hanno educato alla paura di Dio. Come tutti, anchโ€™egli riteneva che lโ€™ingiustizia e il peccato avessero raggiunto il colmo e che fosse imminente lโ€™intervento risolutore di Dio contro i malvagi.

Aveva ragione: con la venuta di Cristo per il male non ci sarebbe stato piรน scampo. Ma su come Dio avrebbe purificato il mondo dal peccato, sul tipo di fuoco che egli avrebbe usatoโ€ฆ forse il Battista si ingannava. Non sappiamo cosa egli esattamente avesse in mente, conosciamo invece molto bene come Gesรน ha agito: non ha aggredito i peccatori, si รจ seduto a cena con loro; non si รจ allontanato dai lebbrosi, li ha toccati; non ha condannato lโ€™adultera, lโ€™ha difesa contro chi la giudicava e disprezzava; non ha scacciato la peccatrice, si รจ lasciato accarezzare e baciare da lei.

Con Gesรน si รจ chiusa definitivamente lโ€™epoca in cui Dio รจ stato immaginato come un sovrano severo, giustiziere, intransigente. Egli ha rivelato il vero volto di Dio, il Dio che salva soltanto. Con la sua vita ha proiettato una luce anche sulle immagini impressionanti usate dal Battista e dai profeti e ne ha dato la chiave di lettura. Era vero quanto essi avevano affermato: Dio avrebbe inviato il suo fuoco sulla terra, ma non per distruggere i suoi figli (anche se malvagi), bensรฌ per bruciare, per far scomparire dal cuore di ognuno ogni forma di malvagitร .

Questo pensiero ci introduce nella seconda parte del Vangelo di oggi (vv. 21-22).

A prima vista il racconto del battesimo di Gesรน sembra identico a quello degli altri evangelisti, in realtร  presenta alcuni particolari diversi e significativi.

Anzitutto, a differenza degli altri, Luca non descrive il battesimo di Gesรน, ma ne parla come di un fatto giร  avvenuto (v. 21). Chiaramente, per lui il centro del racconto non รจ il battesimo in sรฉ, ma quanto accade subito dopo: lโ€™apertura dei cieli, la discesa dello Spirito e, soprattutto, la voce dal cielo.

Siamo allโ€™inizio della vita pubblica e lโ€™evangelista vuole che i cristiani delle sue comunitร  โ€“ che sono giร  stati battezzati โ€“ leggano il Vangelo come rivolto direttamente a loro. Li invita a iniziare il percorso, a muovere i loro passi ancora incerti dietro il Maestro che รจ stato battezzato come loro e che cammina al loro fianco.

Poi, solo Luca nota che Gesรน รจ stato immerso nellโ€™acqua del Giordano assieme a tutto il popolo. Egli si รจ confuso in mezzo alla gente. Questo particolare viene sottolineato perchรฉ, fin dallโ€™inizio della sua missione, Gesรน si presenta come colui che si mette a fianco dei peccatori: non li giudica, non li sgrida, non li condanna, non li disprezza. Ne condivide la condizione di schiavitรน e con loro percorre il cammino che porta alla libertร .

Il terzo particolare che compare solo in Luca รจ il richiamo alla preghiera. Gesรน riceve lo Spirito mentre รจ in preghiera. Lโ€™insistenza sulla preghiera รจ una delle caratteristiche di Luca. รˆ la prima volta che egli ci presenta Gesรน in dialogo con il Padre, in seguito lo farร  unโ€™altra decina di volte.

Gesรน non prega per darci il buon esempio. Egli ha bisogno, come noi, di scoprire qual รจ la volontร  del Padre, ha bisogno di ricevere la sua luce e la sua forza per compiere in ogni momento ciรฒ che a lui รจ gradito. Ha bisogno di pregare ora che รจ agli inizi della sua missione, pregherร  prima della scelta degli apostoli (Lc 6,12), pregherร  prima della sua passione (Lc 22,41) e pregherร , soprattutto, sulla croce (Lc 23,34.46) nel momento della prova piรน difficile. Per mantenersi fedele al Padre, ha avuto bisogno di pregare.

Dopo questa introduzione originale, anche Luca, come Matteo e Marco, descrive la scena successiva con tre immagini: lโ€™apertura dei cieli, la colomba, la voce dal cielo. Non sta raccontando fatti prodigiosi realmente accaduti, ma impiega immagini ben comprensibili ai suoi lettori. Il loro significato non รจ difficile da cogliere anche per noi oggi.

Cominciamo dallโ€™apertura del cielo.

Non si tratta di unโ€™informazione meteorologica (fra le nubi dense e cupe sarebbe filtrato un luminoso e insperato raggio di sole). Se cosรฌ fosse Luca ci avrebbe riferito un dettaglio davvero banale e di nessun interesse per la nostra fede. Eโ€™ ben altro ciรฒ che egli vuole dire ai suoi lettori. Egli sta alludendo in modo chiaro a un testo dellโ€™AT a loro ben noto.

Negli ultimi secoli prima di Cristo, il popolo dโ€™Israele ebbe la sensazione che il cielo si fosse chiuso. Dio, sdegnato a causa dei peccati e delle infedeltร  del suo popolo, si era ritirato nel suo mondo, aveva smesso di inviare i profeti e sembrava avesse rotto ogni dialogo con lโ€™uomo. I pii israeliti si chiedevano: quando finirร  questo silenzio che tanto ci angoscia? Il Signore non tornerร  a parlarci, non ci mostrerร  piรน il suo volto sereno, come nei tempi antichi? E lo invocavano cosรฌ: โ€œSignore, tu sei nostro Padre; noi siamo lโ€™argilla e tu colui che ci dร  forma, tutti noi siamo opera delle tue mani. Non adirarti troppo, non ricordarti per sempre delle nostre iniquitร โ€ฆ Ah, se tu squarciassi i cieli e scendessi!โ€ (Is 64,7-8; 63,19).

Dicendo che, con lโ€™inizio della vita pubblica di Gesรน, i cieli si sono squarciati, Luca dร  ai suoi lettori una grande, lieta notizia: Dio ha esaudito la supplica del suo popolo, ha spalancato il Cielo e non lo richiuderร  mai piรน. Eโ€™ finita per sempre lโ€™inimicizia fra il Cielo e la terra. La porta della casa del Padre rimarrร  eternamente aperta per accogliere ogni figlio che desideri entrare. Qualcuno forse arriverร  molto tardi, ma nessuno sarร  escluso.

La seconda immagine รจ quella della colomba.

Luca non dice che una colomba scese dal cielo (sarebbe anche questo un dettaglio banale e superfluo), ma che lo Spirito santo scese โ€œcome una colombaโ€.

Il Battista ricorda certamente che dal cielo non รจ scesa solo la manna, ma anche lโ€™acqua distruttrice del diluvio (Gen 7,12) e il fuoco e lo zolfo che hanno incenerito Sodoma e Gomorra (Gen 19,24). Egli probabilmente si aspetta la venuta dello Spirito come un โ€œfuocoโ€ divoratore dei malvagi. Su Gesรน lo Spirito si posa invece come una โ€œcolombaโ€. Eโ€™ tutto tenerezza, affetto, bontร . Mosso dallo Spirito, Gesรน si accosterร  ai peccatori sempre con la dolcezza e lโ€™amabilitร  della colomba.

La colomba era anche il simbolo dellโ€™attaccamento al proprio nido. Se lโ€™evangelista ha in mente anche questo richiamo, allora vuole dirci che lo Spirito cerca Gesรน come la colomba cerca il suo nido. Gesรน รจ il tempio dove lo Spirito trova la sua stabile dimora.

La terza immagine, la voce dal cielo.

Eโ€™ unโ€™espressione usata frequentemente dai rabbini quando vogliono introdurre unโ€™affermazione da attribuire a Dio. Nel nostro racconto ha lo scopo di presentare pubblicamente, in nome di Dio, chi รจ Gesรน.

Per comprendere lโ€™importanza del messaggio di questa voce si deve tenere presente che il brano รจ stato composto dopo gli avvenimenti della Pasqua e vuole rispondere allโ€™enigma suscitato nei discepoli dalla morte ignominiosa del Maestro. Ai loro occhi egli รจ apparso come lo sconfitto, come colui che Dio ha rifiutato ed abbandonato. I nemici โ€“ custodi e garanti della purezza della fede del loro popolo โ€“ lo hanno giudicato un bestemmiatore. Dio ha condiviso questa condanna?

Ai cristiani delle sue comunitร  lโ€™evangelista presenta il giudizio del Signore con una frase che fa riferimento a tre testi dellโ€™AT.

โ€“ โ€œTu sei il mio figlioโ€. Eโ€™ una citazione del Sal 2,7. Nella cultura semitica il termine figlio non indica solo la generazione biologica, ma significa anche che una persona si comporta come suo padre. Presentando Gesรน come โ€œsuo figlioโ€, Dio garantisce di riconoscersi in lui, nelle sue parole, nei suoi gesti, nelle sue opere, nel gesto supremo del suo amore, nel dono della vita. Per conoscere il Padre gli uomini non devono far altro che guardare a questo figlio.

โ€“ Il โ€œpredilettoโ€. Il riferimento รจ al racconto di Abramo, disposto ad offrire per amore il suo figlio unico, Isacco (Gen 22,2.12.16). Gesรน non รจ un re o un profeta come gli altri, รจ lโ€™unico.

โ€“ โ€œIn te mi sono compiaciutoโ€. Conosciamo giร  questโ€™espressione perchรฉ si trova nel primo versetto della lettura di oggi (Is 42,1). Dio dichiara che รจ Gesรน il โ€œservoโ€ di cui ha parlato il profeta, รจ lui il โ€œservoโ€ inviato a โ€œinstaurare il diritto e la giustiziaโ€ nel mondo intero. Per portare a compimento questa missione offrirร  la vita.

La โ€œvoce dal cieloโ€ ribalta dunque il giudizio pronunciato dagli uomini e smentisce le attese messianiche del popolo dโ€™Israele. Un Messia umiliato, sconfitto, giustiziato era inconcepibile per la cultura giudaica del tempo. Quando Pietro, nella casa del sommo sacerdote, giurerร  di non conoscere quellโ€™uomo, in fondo dirร  la veritร : non poteva riconoscere in lui il Messia, non assomigliava in nulla al salvatore dโ€™Israele che gli era stato narrato nella catechesi dei rabbini.

Lโ€™adempimento delle profezie da parte di Dio รจ stato troppo sorprendente, per tutti, anche per il Battista.

Fonte

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