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p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 12 Gennaio 2025

Domenica 12 Gennaio 2025 - BATTESIMO DEL SIGNORE โ€“ FESTA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 3,15-16.21-22

โ€œConsolate, consolate il mio popolo โ€“ dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemmeโ€. Non si puรฒ ascoltare queste pagine dei profeti senza pensare a Gerusalemme, a quanto sta accadendo oggi nella Palestina, a Gaza. โ€˜Consolateโ€™ รจ un invito che spinge ad ascoltare il grido di desolazione che proviene da chi รจ vittima di una violenza senza limite, dai rifugiati della Striscia di Gaza, dai bambini a cui รจ rubata lโ€™infanzia ed ogni possibilitร  di serenitร .

Nella terra in cui tutto รจ stato devastato e ridotto a macerie, case, scuole, ospedali dai bombardamenti continui dellโ€™esercito dโ€™Israele, Consolate รจ anche invito ad essere vicini a tutti coloro che in Israele desiderano una convivenza pacifica tra i popoli della regione. Questi attendono la liberazione di parenti presi in ostaggio da Hamas nel massacro del 7 ottobre 2023 e sono impietriti a fronte di scelte di un governo che non pone limite alla devastazione e allโ€™orrore in nome della sicurezza.

Non รจ possibile ascoltare le parole del profeta senza accogliere la forza di questo appello ad essere costruttori di speranza, di nuove vie di pace e liberazione con il cuore a Gaza, nel deserto della distruzione degli edifici e dei cuori ridotti a brandelli. Nel deserto di chi ha fame e sete e vede morire i bambini per il freddo dellโ€™inverno. โ€œโ€ฆNel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dioโ€ฆ Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemmeโ€.

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Chiediamo al Signore di poter alzare ancora la voce per chiedere liberazione e giustizia.

Il profeta invita a scorgere la presenza di Dio come pastore che guida il gregge: โ€œCome un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madriโ€. Non dovrebbe essere questo anche il compito di chi รจ a guida dei popoli? Accompagnare e rendere lieve la vita di chi fa fatica a camminare e portare i pesi degli altri? Lo sguardo si alza per lasciarsi cambiare il cuore nellโ€™affidamento ad un Dio pastore che รจ vicino e non dimenticaโ€ฆ

Non รจ possibile ascoltare queste parole della liturgia oggi senza richiamare lโ€™emozione per la liberazione di Cecilia Sala, giornalista imprigionata in Iran per ventun giorni e rientrata in Italia nei giorni scorsi dopo la liberazione. รˆ stata trattenuta in cella dโ€™isolamento nel terribile carcere di Evin dove sono rinchiusi gli oppositori e oppositrici del regime, tutte e tutti coloro che hanno manifestato al grido โ€˜donna, vita, libertร โ€™, chiedendo apertura al riconoscimento della dignitร  delle donne e la libertร  di poter manifestare il proprio pensiero e di vivere in una societร  in cui siano riconosciuti diritti fondamentali.

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Al suo ritorno Cecilia Sala ha parlato di alcuni rari momenti di gioia vissuti nel buio dellโ€™isolamento, la gioia di vedere un pezzetto di cielo sopra di lei, la gioia di scorgere un uccellino che volava. Forse in questi due ricordi da lei testimoniati dopo lโ€™abbraccio con i suoi cari al rientro in Italia, si puรฒ scorgere in filigrana il messaggio della pagina del Vangelo che narra il battesimo di Gesรน.

โ€œIl cielo si aprรฌ e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, lโ€™amato: in te ho posto il mio compiacimentoโ€.

In questo cielo aperto si manifesta lโ€™apertura della nostra vita e lโ€™attesa profonda di una libertร  che รจ incontro, che รจ il contrario dellโ€™isolamento e della chiusura. E nel cielo aperto una voce: tu sei figlio, figlia. รˆ voce che Gesรน avverte al cuore della sua esistenza, ma รจ anche voce per ogni uomo e donna: in ogni volto cโ€™รจ il dono di essere un โ€˜tuโ€™ amato, in una relazione di attenzione e di cura. โ€˜Tu sei amatoโ€™ รจ la seconda parola e possiamo scoprire che nella nostra vita la grande attesa รจ quella di essere amati e che qualcuno possa rivolgere a noi una parola di bene: non siamo dimenticati e senza nome, ma possiamo scorgere nella nostra umanitร , cosรฌ come siamo, la parola di un tu che ci riconosce e ci ama ed apre orizzonti nuovi e fa crescere.

E infine: โ€˜sei il mio compiacimentoโ€™. รˆ la parola della passione, del coinvolgimento. Lo sguardo di Dio sullโ€™umanitร  ha questi tratti, inediti e sorprendenti. Non il Dio impassibile e lontano ma la presenza amante che soffre insieme. Il volto di Dio della compassione e della vicinanza ci rende responsabili di portare consolazione, vicinanza e solidarietร  a tutti coloro che rimangono prigionieri delle tenebre del male e della violenza umana.

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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