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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2024

Mercoledรฌ 25 Dicembre 2024 - NATALE DEL SIGNORE - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Messa della Notte - Lc 2,1-14
Commento al brano del Vangelo di: Messa dell'Aurora - Lc 2,15-20
Commento al brano del Vangelo di: Messa del Giorno - Gv 1,1-18

Hai visto un uomo, hai visto Dio

Il racconto della Visitazione dร  le vertigini: il Messia Gesรน, non ancora nato ma presente nel grembo della madre Maria, incontra il precursore Giovanni, profeta presente egli pure nel grembo della madre Elisabetta e, riconosciuto, causa gioia ed esultanza.

Ogni anno in questa notte di Natale noi ascoltiamo sempre lo stesso vangelo, la stessa buona notizia, in una breve pagina di Luca. Eppure questa ripetitivitร  non ci disturba, anzi รจ per noi una grazia grande, perchรฉ ci permette di verificare come il Vangelo, la buona notizia, sia inesauribile, sempre nuova, compresa in modo sempre piรน profondo, perchรฉ noi lโ€™ascoltiamo non solo come โ€œsta scrittoโ€ ma anche con la nostra vita che passa di anno in anno, con gli eventi che viviamo, sempre diversi, e con la gioia o il dolore che essi ci procurano. Mettiamoci dunque ancora una volta in ascolto.

Il vangelo secondo Luca testimonia una storia iniziata con lโ€™annuncio dellโ€™angelo a Zaccaria, sacerdote nel tempio di Gerusalemme (cf. Lc 1,5-25). La parola di Dio indirizzata a Zaccaria gli rivela non solo la nascita per lui di un figlio, ma anche la nascita di colui attraverso il quale Dio โ€œvisiterร  e porterร  la redenzione al suo popoloโ€: cosรฌ, infatti, Zaccaria benedice il Signore (cf. Lc 1,68). Poi la rivelazione da parte di Dio raggiunge anche Maria di Nazaret: questa giovane vergine sarร  la madre del Messia, e lo sarร  per la potenza dello Spirito santo sceso su di lei per dichiarare che un Figlio cosรฌ solo Dio lo poteva dare allโ€™umanitร  (cf. Lc 1,26-38).

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โ€œSi compionoโ€ dunque โ€œper Maria i giorni della gravidanzaโ€, e si compiono mentre lei e Giuseppe si trovano a Betlemme, la cittร  di David. Da Nazaret, dove abitavano, erano infatti saliti in Giudea, obbedienti al censimento imperiale ordinato da Cesare per tutta lโ€™ecumene. Augusto, imperatore sebastรณs, cioรจ โ€œdegno di adorazioneโ€, comanda sul mondo con tutta la sua forza e il suo potere, regna visibilmente, mentre il Figlio di Dio non solo nasce come tutti gli umani, nella fragilitร  e nella debolezza, ma nasce come figlio sconosciuto, fuori della sua terra, nella povertร  di una stalla della campagna di Betlemme.

Questo รจ lo scandalo dellโ€™incarnazione di Dio! Le profezie che parlano di lui, lo preannunciano e lo acclamano, proprio alla sua nascita, come โ€œbambino sulle cui spalle รจ il potere, il cui Nome รจ Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della paceโ€ (cf. Is 9,5); e invece questo bambino appare debole, figlio di migranti, nato in incognito, senza che vi sia per lui un luogo degno, una casa! Il racconto di Luca, inoltre, รจ sobrio, essenziale, senza alcuna concessione allo straordinario. Una donna incinta partorisce un figlio in un riparo di pastori nella campagna di Betlemme. Sicchรฉ nessuno se ne accorge, nessuno di quelli che contano lo saโ€ฆ Maria, la madre, lo partorisce nel dolore, come ogni donna, mentre il marito Giuseppe รจ lร , solo, con lei; poi certamente deve averlo trattato come fanno tutte le madri con chi esce dal loro grembo, quindi lo ha avvolto in fasce e lo ha deposto in una mangiatoia per le pecore.

Una nascita come tante e tra tante, eppure era la nascita di un uomo che solo Dio ci poteva dare, un uomo che era la forma stessa di Dio (cf. Fil 2,6), un uomo che era la Parola di Dio fatta carne (cf. Gv 1,14). Da quel momento Dio โ€“ possiamo dire โ€“ non solo era presente in mezzo a noi, ma era uno di noi, umanitร  della nostra umanitร , fratello di ogni umano che รจ nel mondo. Ecco il grande mistero che celebriamo a Natale: lโ€™Altissimo si รจ fatto bassissimo, lโ€™Eterno si รจ fatto mortale, lโ€™Onnipotente si รจ fatto debole, il Santo si รจ fatto solidale con i peccatori, lโ€™Invisibile si รจ fatto visibile. In breve, Dio, cioรจ il non uomo, si รจ fatto umanitร  in Gesรน, il figlio di Maria. Questo evento ha prodotto la crisi di ogni relazione nella quale Dio รจ Dio e lโ€™uomo รจ un uomo, perchรฉ la trascendenza, la santitร  li separa. Con il Natale lโ€™umanitร  รจ in Dio e Dio รจ nellโ€™umanitร , e non รจ piรน possibile dire e pensare Dio senza dire e pensare lโ€™uomo. Proprio quel bambino dalla nascita fino alla morte racconterร  Dio (cf. Gv 1,18: exeghรฉsato) con la sua vita, le sue parole, il suo comportamento, con gli sguardi e le carezze, con le mani che abbracciano e curano, con il suo corpo offerto, dato, consegnato in mano ai violenti e ai malfattori.

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Questa รจ la singolaritร  del cristianesimo, che chiede alla fede cristiana di essere โ€œuna religione che continuamente esce dalla religioneโ€ (Marcel Gauchet), perchรฉ dopo questa nascita del Dio-uomo, prima cโ€™รจ lโ€™uomo e non il tempio,

                                             prima cโ€™รจ lโ€™uomo e non il sabato,

                                                   prima cโ€™รจ lโ€™uomo e non la legge,

                                                   prima cโ€™รจ lโ€™uomo santo e non la terra santa.

Con questa nascita del Dio-uomo, che cosa puรฒ significare ancora lโ€™espressione โ€œDio degli esercitiโ€, presente tante volte nei profeti e nei salmi, se Dio รจ un bambino disarmato? Che cosa puรฒ significare ancora lโ€™espressione โ€œDio delle vendetteโ€ (Sal 94,1), se Dio รจ tra noi, debole a tal punto che noi umani dobbiamo avere cura di lui?

Di questa rivelazione si fanno ministri i messaggeri di Dio, prima lโ€™angelo che appare ai pastori, poi le schiere degli angeli che lodano Dio e riconoscono la sua gloria. Sรฌ, proprio quei pastori, ritenuti indegni del culto al tempio e nelle sinagoghe, proprio quei pastori ritenuti ultimi nella societร  di Israele, sono i primi destinatari del Vangelo. A loro lโ€™angelo del Signore, rischiarando le loro menti e i loro cuori, annuncia la buona notizia. Come giร  nel caso di Zaccaria (cf. Lc 1,19), si usa il verbo euanghelรญzomai, โ€œportare la buona notizia del Vangeloโ€, ma qui in senso pieno e definitivo. รˆ la buona e bella notizia annunciata a tutto il mondo, che da tanti secoli lโ€™attendeva:

Oggi a Betlemme, nella cittร  di David,

รจ nato per voi un Salvatore, che รจ il Messia Signore.

Qui cโ€™รจ tutta la fede cristiana: Gesรน, uomo nato da Maria, รจ il Salvatore, il Messia, il Kรฝrios-Signore, cioรจ porta il Nome stesso di Dio! E questo messaggio come viene proclamato? Dalla semplicitร  di un neonato avvolto in fasce e deposto in una greppia: tutto รจ detto da una realtร  umanissima, umile, quotidianaโ€ฆ la nascita di un bambino nella povertร !

Amici e amiche care, tremo nel pensare e nel comunicarvi che questa รจ la nostra fede: umanissima, senza miracoli, senza nulla di straordinario; solo la vita umana nella sua realtร ! Una parola attribuita a Gesรน dai padri della chiesa dice: โ€œHai visto un uomo, hai visto Dioโ€. Sรฌ, perchรฉ Dio ormai si vede, si incontra, si riconosce, si ama, si adora nellโ€™uomo, nella donna che ogni giorno incontriamo.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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