Attesa carica di gioiosa speranza – IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) โ Lectio divina
Dal libro del profeta Michรจaย Mi 5,1-4
Da te uscirร per me colui che deve essere il dominatore in Israele.
Cosรฌ dice il Signore:
ยซE tu, Betlemme di รfrata,
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cosรฌ piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirร per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
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le sue origini sono dallโantichitร ,
dai giorni piรน remoti.
Perciรฒ Dio li metterร in potere altrui,
fino a quando partorirร colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerร ai figli dโIsraele.
Egli si leverร e pascerร con la forza del Signore,
con la maestร del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perchรฉ egli allora sarร grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarร la pace!ยป.
Il Messia umile
Lโoracolo del profeta Michea parla dellโavvento del Messia, il quale ha chiaramente delle caratteristiche regali che richiamano la figura di Davide. Egli, infatti, era originario di Betlemme e, quando viveva da giovane nel suo villaggio, era pastore. Tuttavia, la caratteristica principale del Messia davidico รจ lโumiltร , la quale emerge non tanto come elemento caratteriale del personaggio ma come dato teologico legato alla sua origine divina e umana.
Infatti, le origini del Messia sono comuni ad ogni uomo, in quanto generato e partorito da donna, ma al tempo stesso la sua missione affonda le sue radici nellโeterno disegno di Dio. Il Messia non รจ solamente colui che porta la pace ma รจ egli stesso la pace perchรฉ in lui avviene la riconciliazione e la salvezza: la riconciliazione, perchรฉ i figli ribelli ritornano nella comunione con Dio, e la salvezza, perchรฉ la vocazione alla santitร , che Dio ha stabilito nella sua benevolenza per ogni uomo, diventa realtร .
Gli uomini che finalmente si riconoscono figli di Dio e fratelli tra loro realizzano la volontร di Dio e al tempo stesso attualizzano lโopera di Gesรน Messia che รจ per loro capo e modello di vita.
+ Dal Vangelo secondo Lucaย Lc 1,39-45
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
In quei giorni Maria si alzรฒ e andรฒ in fretta verso la regione montuosa, in una cittร di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarรฌa, salutรฒ Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultรฒ nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamรฒ a gran voce: ยซBenedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto รจ giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nellโadempimento di ciรฒ che il Signore le ha dettoยป.
LECTIO
Contesto
La pericope liturgica sโinserisce nei primi due capitoli del vangelo di Luca, chiamati ยซdellโinfanziaยป, e piรน in generale nella prima parte della narrazione evangelica (1,5-4,13) caratterizzata un triplice confronto tra Gesรน e Giovanni il Battista, prima bambini e poi adulti. Il racconto presenta tre paralleli: lโannuncio della nascita di Giovanni e quella di Gesรน, seguito dallโincontro delle madri (1,5-56); la narrazione della nascita, della circoncisione e della crescita di Giovanni e di Gesรน (1,57-2,52); Lโattivitร del Battista cui segue il battesimo, la genealogia e le tentazioni di Gesรน (3,1-4,13). Il primo parallelo mette a tema la differenza dโidentitร tra i due bambini e la reazione umana alla rivelazione di Dio. Giovanni, quale precursore del Messia, ha il compito di ben disporre il popolo ad accogliere il Signore che viene. Il sacerdote Zaccaria non crede alla parola dellโangelo Gabriele al quale chiede elementi concreti che ne garantiscano lโaffidabilitร . Invece, Maria di Nazaret crede allโannuncio di Gabriele e aderisce al progetto di Dio con entusiasmo che รจ proprio di chi, pur consapevole dei rischi per la propria vita, confida nel Signore e nella sua potenza. Infatti, nel Magnificat Mรฌriam di Nazaret canta la forza della misericordia di Dio che capovolge le situazioni mandando allโaria i progetti dei potenti di questo mondo per portare avanti il suo con la collaborazione del popolo dei poveri. Anche lโanziana Elisabetta, visitata da Maria, riconosce sia la potente azione di Dio, sia la fede della giovane parente.
Testo
La narrazione dellโevento della Visitazione di per sรฉ va dal v. 39 al v. 56 del primo capitolo; infatti la pericope รจ incorniciata dagli elementi spaziali (la regione montuosa, la cittร di Giuda, la casa) insieme ai verbi di movimento (alzarsi, mettersi in cammino, entrare nella casa) dei vv. 39-40 a cui corrispondono i verbi rimanere e ritornare insieme al riferimento temporale dei tre mesi (v.56). Al cuore del racconto cโรจ lโincontro tra le due donne (vv. 39-41), le parole di Elisabetta (vv.42-45) e quelle di Maria (vv. 46-55). La pericope liturgica, quindi, si ferma alla seconda scena delle tre che compongono la narrazione della Visitazione.
Nei giorni immediatamente successivi allโevento dellโannunciazione, con il concepimento di Maria per opera dello Spirito Santo, quando ancora non erano visibili i segni della gravidanza, la giovane di Nazaret si mette in cammino verso la regione della Giudea dove abitava Zaccaria e sua moglie Elisabetta. Sei mesi dopo che lโangelo Gabriele aveva annunciato a Zaccaria la nascita di un figlio e la sua missione, lo stesso messaggero rivela a Maria la gravidanza inaspettata di Elisabetta, che tutti ormai ritenevano sterile. La maternitร di Elisabetta รจ presentata come opera di Dio a cui nulla รจ impossibile. Si tratta di una benedizione speciale che ricorda come Dio sorprende sempre con il suo amore, il quale viene riversato sullโuomo non in misura dei suoi meriti ma della misericordia divina. Maria crede alla rivelazione dellโangelo riguardo ad Elisabetta la cui gravidanza diventa per lei un segno grazie al quale comprende che anche la sua maternitร , nonostante i rischi che potrebbe correre, รจ una benedizione di Dio. Lโadesione di Maria alla parola-promessa di Dio non รจ solo verbale ma anche gestuale. Allโentusiasmo con il quale ha detto il suo Amen (il modo ottativo del verbo accadere esprime la gioia che nellโoriginale ebraico suona col termine amen – credo), corrisponde la fretta o sollecitudine con cui ella inizia il suo lungo viaggio che dalle colline della Galilea la porta alle montagne della Giudea.
La meta del viaggio diventa chiaro al lettore solo quando lโevangelista dice che Maria entrando nella casa di Zaccaria rivolse il saluto a Elisabetta. Il saluto di Maria รจ cuore della prima parte del racconto, infatti, la sua importanza รจ data dal fatto che il termine รจ ripetuto tre volte, due volte da parte del narratore e una volta sulla bocca di Elisabetta. Non รจ noto il contenuto del saluto, a differenza di quello dellโangelo a Maria. Lโaccento รจ invece posto sullโeffetto che ha la parola di Maria. Infatti, il saluto genera un evento che viene narrato due volte: la prima dal narratore (vv. 41-42) che rivela il sussulto di Giovanni nel grembo di Elisabetta la quale viene colmata di Spirito Santo e di conseguenza esclama a voce alta; la seconda volta รจ Elisabetta che racconta della danza di gioia del suo bambino. Si tratta dunque di una vera propria esultanza espressa col corpo motivata dalla presenza del Messia. La voce di Maria รจ lโascolto di Elisabetta sono i mezzi attraverso cui la presenza, ancora nascosta del Figlio di Dio, porta il dono della gioia nello Spirito. Si compie quello che lโangelo aveva detto a Zaccaria: ยซsarร colmato di Spirito Santo fin dal grembo di sua madreยป (1,15). Nella vita ordinaria, simboleggiata da un normale saluto scambiato tra conoscenti, sโinnesta lo straordinario intervento di Dio che impregna di santitร ogni cosa con cui viene a contatto e innesca dinamismi di gioia. ร lo Spirito Santo che rende capace di riconoscere la presenza di Dio che porta la gioia. Giovanni ed Elisabetta, consacrati dallo Spirito Santo, ognuno a modo proprio, diventa profeta perchรฉ godono di una conoscenza speciale: il bambino con la danza e la madre con la parola benedicente. Lโesultanza รจ una forma di lode fatta con il corpo, piuttosto che con la parola. Giovanni, danzando nel grembo di Elisabetta, benedice il Signore che viene, mentre Elisabetta con la parola benedice Dio, riconoscendo la sua benedizione in Maria (ยซBenedettaยป), e benedice Maria dichiarandola ยซbeataยป per la sua fede.
Se per Maria la maternitร di Elisabetta รจ il segno che la conferma nella fede nel Dio che fa, non ciรฒ che vuole lโuomo, ma quello che a lui รจ impossibile, la ragazza di Nazaret รจ per Elisabetta il segno della presenza di Dio. La parola dellโangelo non solo rivela a Maria la bella notizia della gravidanza dellโanziana parente, ma soprattutto con essa offre il dono dello Spirito per accoglierla come il vangelo dellโazione straordinaria di Dio, vero autore della feconditร della coppia ormai avanti con lโetร . La funzione dellโangelo รจ presa da Maria che con il suo saluto innesca il dinamismo dello Spirito; per cui non solo Giovanni comprende di stare alla presenza del Signore e reagisce muovendosi al ritmo della gioia, ma anche sua madre viene coinvolta e ispirata nel conoscere e testimoniare il motivo di tanta gioia. Quello di Elisabetta รจ un inno profetico che non preannuncia un evento futuro ma canta la presenza consolante di Dio. Lโangelo a Nazaret aveva salutato Maria chiamandola ยซpiena di graziaยป, Elisabetta reagisce alla parola di Maria chiamandola ยซbenedettaยป dal ยซfrutto benedettoยป del suo amen a Dio. Lโespressione ยซbenedetta tra le donneยป, che riecheggia alcune pagine bibliche (Gdc 5,24; Gdt 13,18; Ct 1,8) riconosce che Maria รจ ยซla piรน benedettaยป tra tutte le donne perchรฉ grazie a lei viene al mondo ยซil Benedettoยป attraverso cui la benedizione รจ riversata su tutta lโumanitร , predestinata da Dio sin dallโorigine a essere ยซfigli adottivi santi e immacolatiยป (cf. Ef 1, 3-5). Non si tessono le lodi di Maria in base a qualche sua opera ma Elisabetta ribadisce la parola dellโangelo Gabriele che rivela a Maria ciรฒ che la Grazia ha operato in lei fin dal momento del concepimento, dunque in maniera assolutamente gratuita. Allโorigine della fede di Maria, espressa con il suo amen, vi รจ sempre la benedizione di Dio. La grazia di Dio e il libero consenso di Maria, suscitato dallo Spirito, lโhanno resa madre del ยซSignoreยป, titolo col quale si confessa che Gesรน รจ il Messia. Maria รจ beata perchรฉ ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica. La visita ad Elisabetta nasce dallโaccoglienza con fede della Parola che diventa scelta operativa di prossimitร . Maria mette in pratica la Parola ed evangelizza non pianificando la missione ma lasciando che Dio parli a tutti attraverso il suo corpo, la sua voce e la sua storia. Maria รจ beata, non perchรฉ privilegiata, ma perchรฉ si รจ messa subito a servizio della Parola facendosi prossima nella caritร .
MEDITATIO
Attesa carica di gioiosa speranza
Dopo il suo sรฌ allโangelo dichiarandosi serva del Signore, in Maria si compie quello che il messaggero divino le aveva profetizzato: ยซLo Spirito Santo ti coprirร con la sua ombraยป. Prima che lei stessa si accorga di aver concepito il figlio sente forte lโimpulso dellโamore che la spinge a mettersi in cammino per andare da sua cugina Elisabetta. Maria non vive lโattesa ripiegata su sรฉ stessa, presa dalla paura, ma, pervasa dalla gioia della fede, lascia la sua casa e affronta un viaggio tuttโaltro che comodo, per prestare servizio allโanziana parente. La fede di Maria si manifesta nella caritร operosa e generosa. ร un gesto semplice, ma non a buon mercato. Non sono mancate resistenze e tentativi per dissuaderla da quel viaggio, ma ha prevalso la caritร . Lโattesa di Maria, diversamente da quella di Elisabetta che si era mantenuta riservata in casa assumendo un atteggiamento piรน contemplativo, รจ piรน dinamica. La giovinezza di Maria si coniuga con lโanzianitร di Elisabetta. Lo Spirito valorizza le caratteristiche di ogni etร della vita. La fede di Maria si traduce in opere di misericordia corporale mentre quella di Elisabetta, maturata nella contemplazione, diviene opere di misericordia spirituale. La fretta di Maria non รจ ansia o curiositร , ma รจ la gioia che mette le ali ai piedi e fa del senso pratico, tipico del genio femminile, il mezzo per mettere in atto subito quello che lo Spirito le suggerisce nel cuore. Se la fede di Maria anima la misericordia con la quale si fa prossima ad Elisabetta, la sua caritร divine la testimonianza di fede piรน bella, tanto che la pace che pervade tutto il suo corpo passa attraverso la sua parola e giunge a toccare il cuore di chi lโascolta. Maria saluta Elisabetta porgendo a lei lโaugurio della pace: shalom. Non รจ una semplice parola di cortesia o di circostanza, ma una benedizione. Solo la fede, che nasce dallโincontro con il Signore e dallโadesione alla sua volontร , permette alle parole di comunicare la vera pace che tocca il cuore e lo contagia di gioia.
Maria diventa per Elisabetta quello che lโAngelo Gabriele รจ stato per lei, messaggera del Vangelo attraverso il quale Dio si fa presente. Le due donne sono accomunate non solo dal dono della maternitร ma anche dalla fede che le porta a cercare il senso profondo degli eventi. Maria sโinterroga sul senso del saluto dellโangelo e chiede come poter realizzare ciรฒ che le รจ stato proposto ed Elisabetta sโinterroga sul significato di quella visita e dellโemozione avvertita ascoltando la voce di Maria. Le due donne sono insieme immagine della Chiesa nella quale i fratelli e le sorelle si cercano e sโincontrano per vivere la comunione nella speranza e condividere nella caritร la gioia che la fede semina nel cuore.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“