Lโamore di Cristo ci spinge
Con questa quarta domenica di Avvento, che cade giร nelle ferie maggiori di Avvento, accendiamo la 4ยช candela della tradizionale corona dโAvvento, significando che lโattesa di secoli, della natura e dellโumanitร , raggiunge il suo culmine. Si sta avvicinando il tempo liturgico in cui celebriamo la venuta nella carne del Figlio di Dio, quel momento significativo che Paolo chiama โla pienezza del tempoโ (Gal 4,4).
La pagina evangelica di questa domenica ci presenta il quadro della visita di Maria a sua cugina Elisabetta. ร una festa di gioia: Maria, dopo aver ricevuto lโannuncio dellโangelo, si mette in movimento senza indugio, perchรฉ non puรฒ tenere per sรฉ questa gioia. Ha bisogno di comunicarla, per dire ciรฒ che Dio sta operando in lei, ma anche per vedere ciรฒ che Dio sta operando nella cugina.
La veritร della fede si basa su questo: non solo riconoscere lโopera di Dio in noi stessi, ma coglierla anche negli altri, senza egoismo e protagonismo. Il muoversi di Maria verso Elisabetta deriva dalla sovrabbondanza di amore, che la presenza di Cristo nel suo grembo genera. Sembra incarnarsi nella persona di Maria quellโespressione dellโApostolo: โlโamore di Cristo ci spingeโ (2Cor 5,14).
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Spinta dallโamore, Maria visita la casa di sua cugina e il loro incontro permette un Incontro ancora piรน profondo, quello tra il Cristo, Verbo di Dio, nel grembo della Vergine e Giovanni, il precursore, la Voce che preparerร le vie, nel grembo di Elisabetta. Tutta lโattesa dellโumanitร , rappresentata da Elisabetta, incontra il suo compimento in Maria ed esprime lโesultanza nella danza di Giovanni nel grembo.
Il protagonista รจ ancora lo Spirito, come per Maria, ora anche per Elisabetta: lei riconosce la benedizione, ossia il favore di Dio nei confronti di Maria e la presenza del Frutto del suo grembo, usando il titolo di Madre del Signore. Maria รจ detta beata, felice, realizzata, perchรฉ ha creduto, senza sottrarsi ad alcun rischio, ma ha saputo accogliere la sfida di Dio, donando tutta sรฉ stessa senza riserve, per portare nel mondo il Salvatore.
Guardando alla nostra vita e alle nostre comunitร cristiane, possiamo sperimentare anche noi la gioia di questa danza nel nostro intimo, sapendo che il Signore ci fa visita sempre di nuovo, si interessa di noi e si รจ fatto uomo proprio perchรฉ la nostra umanitร gli sta a cuore, con tutte le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce che ci sono in noi.
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Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.