IV DOMENICA DI AVVENTO – 22 Dicembre – “Beata colei che ha creduto”
Il mistero della Visitazione in un certo senso descrive la fede nei sacramenti che la Chiesa, al modo della Vergine Maria, vive e porta nel mondo perché fiorisca la speranza. Le dimensioni dell’ascolto e dell’accoglienza, della casa e della familiarità di Dio liturgicamente si possono esprimere con l’uso dell’Evangeliario nella processione d’ingresso e con il silenzio che scandisce la liturgia della Parola.
Commento al Vangelo
Un sussulto di gioia (Lc 1,39-45)
Con la visita a Elisabetta, Maria compie un vero e proprio “pellegrinaggio di speranza”, cantando le meraviglie delle «grandi cose» (Lc 1,49) manifestate in lei dall’Onnipotente. Il cantico del Magnificat, con l’incedere trionfale delle rivoluzionarie azioni di Dio nella storia dell’umanità, risuonerà come una marcia squillante, rassicurante richiamo per tutti i pellegrini della speranza, dispersi nella «regione montuosa» (Lc 1,39) della vita, con i suoi bui precipizi e le sue luminose vette.
Le possibilità che Zaccaria ed Elisabetta potessero avere una discendenza sembravano ormai senza speranza. Invece, le preghiere e le lacrime dei due anziani coniugi sono state grandemente compensate con la gravidanza insperata di Elisabetta, che partorirà «il più grande fra i nati da donna» (cfr. Mt 11,11; Lc 7,28).
- Pubblicità -
Il frutto di questa speranza, cioè il bambino che Elisabetta porta in grembo, sussulta di gioia non appena la madre sente la voce del saluto di Maria, entrata nella sua casa. Giovanni sarà identificato dagli evangelisti con la “voce” che esorta a spianare la via al Signore, intercettata dagli antichi profeti (cfr. Is 40,3): sin dal grembo materno, il Battista è stato sensibile alle “voci” che si fanno messaggere del Verbo divino. La voce di Maria è motivo di speranza e di gioiosa esultanza, perché ella pronuncia soltanto parole conformi alla Parola che in lei si è fatta carne.
Luca descrive la reazione di Elisabetta come segno di un’ispirazione divina, e ancora una volta viene posta l’attenzione sulla “voce”: «Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”» (Lc 1,41b-42). È tipico del terzo evangelista, l’unico narratore dell’effusione di Pentecoste (cfr. At 2,1-36), attribuire alla Persona dello Spirito Santo gli interventi divini nella vita di tutti coloro che accompagnano l’infanzia di Gesù (cfr. Lc 1,35.41.67; 2,26-27): l’Incarnazione del Figlio di Dio fa germogliare il dono dello Spirito e avvia così la storia della Chiesa. Anche Zaccaria, alla nascita di Giovanni, proromperà in un cantico benedicente Dio, grazie a una nuova manifestazione interiore dello Spirito Santo (cfr. Lc 1,67-79).
La parola ispirata di Elisabetta è una perla di sapienza. Essa riecheggia la benedizione di Giuditta da parte del popolo d’Israele: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici» (Gdt 13,18).
- Pubblicità -
Indirizzando a Maria una parafrasi di questo saluto, Elisabetta professa la propria fede nell’identità tra «il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra» e il frutto del grembo di Maria. Difatti, ben prima del concilio di Efeso, che nel 431 d.C. confermerà a Maria il titolo di “Madre di Dio”, Elisabetta non esita a riconoscerla come «la madre del mio Signore» (Lc 1,43).
Per analogia con l’episodio di Giuditta che tronca la testa a Oloferne, richiamato in questa benedizione, a Maria compete a maggior ragione il ruolo annunciato nel “protovangelo” che abbiamo ascoltato nella solennità dell’Immacolata: il pieno compimento della profezia sulla donna che schiaccia la testa al serpente (cfr. Gen 3,15), vero «capo dei nostri nemici».
Brano del Vangelo di (Lc 1,39-45 semplificato:
MARIA VA IN FRETTA IN UNA CITTÀ SULLA MONTAGNA DELLA REGIONE DI GIUDA. MARIA ENTRA NELLA CASA DI ZACCARIA E SALUTA ELISABETTA. ELISABETTA ASCOLTA IL SALUTO DI MARIA E IL BAMBINO SALTA DI GIOIA DENTRO LA PANCIA DI ELISABETTA. LO SPIRITO SANTO RIEMPIE ELISABETTA E LEI DICE: «BENEDETTA È MARIA FRA TUTTE LE DONNE E BENEDETTO È IL BAMBINO CHE È NELLA SUA PANCIA. PERCHÉ LA MAMMA DI GESÙ VIENE A TROVARMI? APPENA MARIA MI SALUTA, IL MIO BAMBINO SALTA NELLA MIA PANCIA. MARIA È BEATA PERCHÉ CREDE A TUTTE LE COSE CHE DIO HA DETTO A LEI».
Commento al Vangelo tratto dal sussidio CEI al periodo di Avvento/Natale 2024, scarica il file PDF completo.