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Don Leonardo Diaco – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2024

Domenica 22 Dicembre 2024 - IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 39-45

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โ€œIn quei giorni Maria si alzรฒ e si mise in viaggio senza indugio verso i monti di Giudaโ€: dal Monte Reventino, Don Leonardo Diaco ci introduce alla liturgia della Quarta Domenica di Avvento del 22 8 dicembre 2024, con il vangelo di Luca (Lc 1,39-45).

Trascrizione, non rivista, del video:

In quei giorni Maria si alzรฒ e si mise in viaggio, senza indugio, verso i monti di Giuda. รˆ un percorso non nuovo, perchรฉ fatto giร  tanti secoli prima dall’Arca dell’Alleanza, quando venne posta al suo giusto luogo dentro la cittร  di Gerusalemme.

Questo viaggio indica perรฒ la novitร  di colui che Maria porta in sรฉ: il Figlio di Dio. รˆ un ostensorio che fa camminare il Signore nella storia, ancor prima che venga alla luce, giร  nel grembo di Maria. E in questo sussultare di gioia con il Battista, la domenica che precede il Natale diventa quasi una preparazione, una sorta di vigilia alla maternitร  e allโ€™incarnazione del Figlio di Dio.

Per cui la parola che ci viene offerta ci prende quasi per mano per condurci al mistero della nostra fede, al primo dei misteri della nostra fede: lโ€™incarnazione del Figlio di Dio. Lโ€™incarnazione non รจ unโ€™esperienza puntuale che si riferisce solo alla nascita del Signore, ma cโ€™รจ tutta una preparazione. Cosรฌ come il tempo di Avvento, cosรฌ come il novenario del Natale, cosรฌ come le profezie che stiamo cantando, cosรฌ come le antifone maggiori di questi otto giorni che precedono il Natale.

Gesรน come Sapienza, come Chiave, come Scettro: ecco tutte immagini che ci aiutano un poโ€™ a entrare nel mistero del Figlio di Dio. Dietro questa esperienza di Maria che si alza, quindi, si dice la prontezza, lo stare dentro la storia. Dio entra dentro la storia e Maria non indugia, non si ritrae, non si frena di fronte a questo mistero.

Cโ€™รจ una cerniera che unisce lโ€™Annunciazione e la Visitazione: รจ un tuttโ€™uno. รˆ un Dio che entra dentro la nostra storia, la nostra vita, nel silenzio di quellโ€™ascolto obbediente, di quel rumore silenzioso che ci attraversa e che ci permette di accogliere la Parola che vuole farsi vita, carne.

Dietro quei passi di Maria si nascondono il coraggio, la fede, la determinazione, la consapevolezza, lโ€™assumere la responsabilitร  di fronte a una considerazione un poโ€™ ovattata del mistero natalizio. Di un Gesรน che possiamo trovare dentro la comoditร  e anche lโ€™emozione di certe sinfonie.

In realtร , il Signore non รจ dentro certi schemi, ma รจ sempre fuori. E Maria esce, si mette in viaggio verso questi monti di Giuda, lโ€™Arca della nuova Alleanza che porta la gioia. Cosรฌ come fu per Davide, cosรฌ questo sussultare di due grembi, di due alleanze, diventa la novitร  che Gesรน compirร  attraverso la sua vita.

Ecco, potremmo semplificare un poโ€™ questo viaggio di Maria con tre passaggi.

Primo passaggio: credere nellโ€™impossibile

Da un lato una sterile anziana il cui grembo esplode di vita, dallโ€™altro una vergine che diventa madre, madre figlia del Figlio, come canta Dante nel suo inno. Credere nellโ€™impossibile, anche di fronte alle difficoltร .

A volte, dietro le cerie o le foglie secche dei monti del Reventino si nascondono giร  i germogli della nuova vita. Ed รจ una apertura alla speranza, questo credere nellโ€™impossibile: un Dio che fa la sua visitazione, la sua presenza dentro le pieghe della vita.

Cosรฌ come il profeta Michea, nella prima lettura, ci racconta scrivendo 700 anni prima di Cristo. Di fronte a una cultura che si era un poโ€™ persa, aveva perso il contatto con il Signore, si era fusa con la mentalitร  dei popoli vicini, con uno scarso senso di responsabilitร  dei governanti, Michea profetizza dicendo che arriverร  da Betlemme il dominatore, colui che porterร  la pace.

Questa piccola porzione di terra, insignificante rispetto a tante cittร  importanti, indica il criterio di Dio di scegliere le vie dei semplici, degli umili. E lo fa non distinguendoli rispetto agli altri, ma assumendo quella semplicitร .

Un Dio che si fa piccolo. E proprio perchรฉ si fa piccolo entra attraverso questa via. รˆ classica lโ€™immagine della Basilica della Nativitร  a Betlemme: di questa porta bassa, fatta cosรฌ per non far entrare i dromedari dei beduini. Ma probabilmente cโ€™รจ una lettura spirituale: bisogna piegarsi per entrare nel mistero di Dio.

Quindi, dicevo, Michea profetizza cosรฌ. Questa profezia si irร  molti anni dopo.

Lโ€™obiezione che i rabbini facevano allora, e che possiamo fare anche oggi, รจ: โ€œMa dovโ€™รจ la pace in questo mondo cosรฌ martoriato e segnato?โ€. Ecco, la pace nasce quando nel cuore di un uomo o di una donna inizia una vita nuova, una possibilitร  nuova. Da lรฌ, รจ un portarla โ€“ come fa Maria in questo viaggio โ€“ anche agli altri.

Secondo passaggio: saper gioire

Oltre a credere allโ€™impossibile, bisogna saper gioire. Molto spesso viviamo una fede segnata dalla paura, dalla mortificazione. Gesรน viene a portare vita e gioia, a partire dal segno che compie a Cana di Galilea: quellโ€™acqua trasformata in vino.

Cioรจ quei riti che spesso sono vuoti di senso, dโ€™amore, di significato, di pregnanza. Questa gioia รจ raccomandata dagli angeli ai pastori nel loro annuncio. I pastori, infatti, tornano da quella visione colmi di gioia. Cosรฌ come i Magi, che tornano per unโ€™altra via pieni di gioia.

Quindi, saper gioire รจ fondamentale, cosรฌ come fa Maria con Elisabetta attraverso quelle benedizioni e quelle beatitudini che vengono raccontate nel Vangelo di domenica. Dice proprio questo senso di profonditร  che la vita nasconde e che deve venire alla luce.

Una fede non per la sofferenza, ma per la pienezza e per la gioia. In questo senso, la seconda lettura puรฒ essere ripresa: รจ la Lettera agli Ebrei, che descrive il sacerdozio di Cristo. Un sacerdozio non fatto attraverso il sacrificio di animali per ottenere guarigioni o il consenso di Dio.

Non รจ un sacrificio inteso come un commercio, come quello dei cambiavalute che Gesรน contrasta, mettendo tutto sottosopra e ricordando che la fede non รจ un mercato, ma gratuitร  e accoglienza.

Gesรน, dice la Lettera agli Ebrei, una volta per sempre ha compiuto il sacrificio offrendo se stesso, divenendo segno della fede e dellโ€™offerta di sรฉ.

Terzo passaggio: saper incontrare ed abbracciare

Credere allโ€™impossibile, saper gioire e, infine, saper incontrare ed abbracciare. Dobbiamo recuperare un senso della tenerezza, un abbraccio come segno di affetto e di relazioni autentiche e vere.

Il saluto di Maria, lo โ€œShalomโ€ che rivolge a Elisabetta, รจ carico di benedizioni del cielo. Non รจ solo un saluto formale, come faremo magari il giorno di Natale scambiandoci gli auguri, ma รจ gioire, godere, glorificare per le meraviglie che il Signore compie nella nostra vita e nella vita degli altri.

Maria ed Elisabetta si benedicono a vicenda, ma soprattutto benedicono il Signore per le meraviglie da Lui compiute.

Conclusione

Che cosa rappresenta, in fondo, questa liturgia? Una maternitร  del cuore, una capacitร  di portare nei nostri incontri il buon profumo della fede, della gioia, dellโ€™accoglienza, della disponibilitร , della vicinanza, della prossimitร .

Il mistero che sta alle porte ci sta chiamando. Maria esce dalla sua condizione, si rialza e va senza indugiare. Ecco, chiediamo questo al Signore: di saper, di fronte al mistero del Suo continuo venire incontro nella nostra vita, non indugiare, ma offrire anche noi, come Gesรน, la nostra esistenza come sacrificio gradito al cielo.

Buona quarta domenica di Avvento a tutti.