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don Claudio Luigi Fasulo – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2024

Domenica 22 Dicembre 2024 - IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 39-45

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Commento al Vangelo di domenica 22 dicembre 2024 a cura di don Claudio Luigi FasuloSanremo.

Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.

Mancano tre giorni a Natale. Come siamo arrivati a questo Santo Natale 2024? Ci siamo impegnati a riscoprire maggiormente la fede in queste settimane di Avvento, oppure รจ trascorso tutto velocemente senza una riflessione vera sul senso del Natale?

Spero che queste settimane non siano trascorse in modo arido. Mi auguro che ognuno di noi abbia potuto rinnovare il senso del Natale e fare spazio a Dio nella mangiatoia del nostro cuore, affinchรฉ possa nascere.

Oggi, ultimo Vangelo domenicale prima della solennitร  di Natale, troviamo un Vangelo al femminile, un Vangelo meraviglioso, molto molto umano. L’incontro tra Maria e sua cugina Elisabetta: due donne che cercano un intervento di Dio, che cercano una consolazione dell’Altissimo, che cercano un soccorso della potenza di Dio, una risposta nella complessitร  della loro vita. E chissร  quante volte anche noi ci troviamo, come loro, ad alzare lo sguardo al cielo e a chiedere l’intervento di Dio in ricerca di una presenza concreta di Dio e non solo effimera o emozionale.

Bene, il Vangelo di questa domenica si puรฒ riassumere con tre verbi: andare, credere e gioire. Tre verbi che ci danno uno slancio per questi ultimi, appunto, tre giorni per vivere al meglio la nascita di Gesรน.

Il primo verbo: andare. L’andare di Maria รจ qualcosa di straordinario. Maria, se ci pensiamo bene, riceve due annunci di vita, due annunci di maternitร : il primo, quello dell’Arcangelo Gabriele, nella sua casetta di Nazaret per conto di Dio; il secondo, quello di Elisabetta, sua cugina, detta donna sterile.

Maria capisce l’onnipotenza di Dio, capisce soprattutto un concetto che anche noi dovremo scolpire nell’anima: cioรจ che nulla รจ impossibile a Dio. Maria รจ gravida di Dio, Maria รจ incinta di luce, Maria รจ piena di grazia e colma di amore. Maria corre, corre da sua cugina per condividere il dono della maternitร . Anzi, nel testo biblico c’รจ scritto che Maria si leva; se andiamo al verbo greco, รจ lo stesso verbo del risorgere. Cioรจ, Maria risorge, trova una forza di una nuova vita per andare.

Allora, come leggere, come incarnare questo “andare” di Maria nella nostra vita? L’azione di Maria deve far rompere i tanti freni che mettiamo nella vita, specialmente quando si tratta di fede. Dobbiamo essere consapevoli di essere pieni di Spirito Santo grazie al battesimo e non vedere sempre il peccato e la delusione come qualcosa che devono frenare il nostro cammino. Chiediamo perdono e avanziamo. Dobbiamo essere consapevoli di essere tutti, tra virgolette, incinti come Maria dell’amore di Dio, perchรฉ siamo tutti abitati da Dio. Mai, mai fare abortire questo seme di eternitร  che ci abita.

Mi verrebbe da dire che “andare” รจ il verbo dell’amore. Sรฌ, perchรฉ chi ama si mette in gioco, si incammina, si muove, corre. Maria, con amore, ha accolto la parola di Dio e con amore corre dalla cugina Elisabetta.

Ma veniamo al secondo verbo: credere. Dice Elisabetta: “Maria, beata te che hai creduto.” รˆ il piรน bel complimento che si possa ricevere o fare a qualcuno. Che bello se ti sentissi dire: “Tu, beato te che hai creduto!” Come dire: “Tu ci sei riuscito a credere!”

Anche se oggi tutto il mondo รจ ostile al credere in Dio, perchรฉ oggi siamo immersi in una capsula anestetizzata spiritualmente, รจ difficile credere e da pazzi fidarsi di Dio, รจ assurdo trovare il tempo per Dio ed รจ ridicolo accogliere i comandamenti di Dio come linea e guida della nostra vita. Perรฒ, se vogliamo scrutare la presenza di Dio, dobbiamo credere e dobbiamo passare dal “vedere per credere” al “credere per vedere”.

Maria vede le meraviglie di Dio perchรฉ ha creduto in Dio. Non ha chiesto a Dio di “vedere per poi credere”. E tu, credi per vedere oppure sfidi Dio chiedendogli di vedere cosรฌ potrai credere in Lui? Onestamente, non ti sono bastate le opere che Dio ha compiuto nella tua vita fino ad oggi? Cosa deve ancora dimostrare Dio?

Il credere, la fede, รจ ascoltare la voce di Dio e fidarsi, come ha fatto Maria. Credere รจ dare spazio a Dio e meno al tuo io. Credere รจ portare misericordia e amore dove c’รจ rancore, dove c’รจ odio. Credere รจ avere quella consapevolezza che Dio c’รจ e non ti dimentica.

Passiamo all’ultimo verbo: gioire. Domenica scorsa era la domenica della gioia. La potenza di Dio รจ proprio questa: il gioire, nonostante le fatiche della vita. Pensate al gioire per la tenerezza di due bambini nati come Gesรน e Giovanni Battista. Pensate proprio alla gioia di queste due mamme, Maria ed Elisabetta, di scoprire che avevano accanto a loro un Dio amabile e non “credibile”.

La gioia deve essere un’attitudine contagiosa. Oggi nel mondo manca proprio la gioia contagiosa. รˆ bello trovare persone che si incoraggiano a vicenda, nonostante i fallimenti della vita. La vita di Maria ed Elisabetta non pensare che sia migliore della tua. No, รจ stata una vita faticosa, una vita piena di ostacoli. Il mondo non cambia, ma puรฒ cambiare il tuo sguardo sul mondo e su quanto ogni giorno vivi e riconosci come opera di Dio.

Bene, quindi andare, credere e gioire: tre azioni per tre giorni per lo sprint finale verso Natale. Corri, credi, gioisci! Ecco gli ingredienti della vita. Ecco gli ingredienti del Natale.