TUTTI A IMPARARE IL CUORE DI DIO
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro:
le sue mani, dove appoggiare la stanchezza e riprendere il fiato del coraggio.
Imparate da me…
- Pubblicità -
Andare da Gesù è andare a scuola di vita.
Quest’uomo senza poteri ma regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto comprare o asservire e fonte di libere vite, insegna a vivere bene.
Imparate da me che sono mite e umile di cuore…
- Pubblicità -
Il maestro è il cuore. Andare tutti a scuola di cuore!
Tutti a imparare il cuore di Dio! Dove c’è l’alfabeto della vita.
Dio stesso non è un concetto, ma il cuore dolce e forte della vita.
Imparate da me, dal mio modo, delicato, senza violenza e senza arroganza.
Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero.
Un giogo: che cosa è oltre che un oggetto da museo della civiltà contadina?
Oltre il ricordo degli animali da tiro, la loro grande fatica?
É una metafora che non sentiamo amica: abbiamo fatto di tutto per scuoterceli di dosso, i gioghi.
Gesù però dice: il mio giogo, un giogo che rimane suo, non ce lo butta addosso, con il duro della vita.
Il giogo resta il suo, lui continua aggiogato allo stesso legno.
A me dice:
“amico d’avventura,
siamo in due;
non sei solo,
inchiodato alla fatica del vivere,
del prenderti cura di qualcuno.
Siamo insieme allo stesso solco, allo stesso aratro”.
Don Tonino Bello immaginava:
“Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo abbracciati”.
Gesù è l’altra mia ala,
il mio ‘cireneo’,
aggiogato ai miei amori, alla mia fatica,
ai miei sogni,
il vero maestro che
non dà ulteriori obblighi,
ma ulteriori ali.
Prendete il mio giogo, cioè prendete su di voi l’antica novità del vangelo, che è ossigeno, che non ferisce mai ciò che sta al cuore dell’uomo, non proibisce mai ciò che all’uomo dà gioia e vita.
E coglierete
la legge profonda,
la corrente calda che scorre sotto tutte le pagine del libro dell’esistenza,
le feconda,
le colora.
E le fa profumare d’universo.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.