Dovโรจ Dio? ร Gesรน che si incarna e cammina con noi. Chi รจ Dio? ร Gesรน mite e umile di cuore che cammina con noi sotto il giogo della legge e della fatica di ogni giorno. Gesรน รจ il camminante con noi che, umile e mite, non ci fa sentire soli.
Ogni giorno ci svegliamo con i nostri tormenti notturni, con le nostre fatiche per mancanza di sonno. Ogni giorno ritorniamo alla vita con dei pesi sul cuore che ci stancano e affaticano. Ogni giorno possiamo incontrare il Signore, Parola viva che ci dร ristoro. Nellโincontro con la Parola tutti il notturno dei nostri sogni, del nostro inconscio, delle nostre angosce e preoccupazioni si quieta e noi ritorniamo alla vita. Ma non ritorniamo alla vita semplicemente perchรฉ la sveglia suona, perchรฉ il bambino piange, perchรฉ รจ ora di partire, perchรฉ dobbiamo guadagnarci il pane quotidiano: no, ritorniamo alla vita perchรฉ lโUmile mi attende e il Mite รจ lรฌ a segnarmi la via.
La mia stanchezza. La stanchezza che ti prende quando vuoi giungere a traguardi che risultano essere inarrivabili. La stanchezza che ti prende quando vedi le cose e ti accorgi che non cโรจ nulla da fare perchรฉ non si riusciranno mai a realizzare. La stanchezza che ti prende quando vedi la bellezza della strada che hai davanti e ti accorgi che la comunitร , con la quale dovresti camminare, diventa una folla che blocca il passaggio.
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La stanchezza che ti prende dopo avere urlato la tua convinzione e avere cercato di convincere inutilmente. Ecco, di fronte a questa stanchezza arrabbiata il Mite si presenta come Parola vivente e ti indica unโaltra strada. A volte รจ la strada che ti fa comprendere quanto sia vero quello che vedi e di quanto sia inutile che tu lo proponga, o meglio di quanto sia inutile che tu lo proponga volendo realizzarlo.
Spesso la nostra vita รจ questo: proporre e poi indicare vie con la certezza che non saranno mai realizzate se non dopo il tuo passaggio. E il Mite che vuole sollevare il peso del tuo giogo ti indica la pazienza piena di speranza e di futuro: tu indica, qualcun altro raccoglierร questo seme e porterร a compimento! Il compimento non รจ per te.
E il Mite ti riempie di speranza e di futuro non piรน legato alla tua realizzazione, ma alla realizzazione del Regno. E in questo incontro ti ritorna il desiderio di vivere e di donare con gratuitร , sapendo che quello che doni non ti appartiene.
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E ci vuole lโUmile ad insegnarti che quanto vedi รจ vero ma che allo stesso tempo non รจ importante realizzarlo ora: Dio ha i suoi tempi come hanno i loro tempi le stagioni. LโUmile ti indica che quando verrร il tempo, quando sarร la stagione, quando sarร lโora, la spiga germoglierร e il frutto maturerร .
Come รจ possibile che un giogo sollevi e faccia riposare dalla stanchezza? Se il giogo รจ umiltร che mi fa smettere di gridare pensando che piรน gridi e piรน hai ragione, allora ti solleverร . LโUmile ti solleverร sulle sue braccia e ti accompagnerร nel suo cammino.
Come รจ possibile che lโoppressione che abita i nostri cuori possa essere sollevata, possa trovare sollievo con il dono di un giogo? ร possibile nel momento in cui la consegni in mano allโAmore, Verbo Incarnato Mite e Umile di cuore. Perchรฉ questa consegna ti libera. Perchรฉ questa consegna, che chiede affido, ti porta a liberare mente e cuore dai tanti abitanti che la affollano. Ti libera dal bisogno di realizzare qualcosa. Ti libera da ogni schiavitรน, quella sรฌ giogo opprimente e pesante, di dovere rendere, di dovere avere risultati fra le mani. Ti libera dalla necessitร di correre per dimostrare che non sei un lazzarone e che ti dai le mani dโattorno.
Ti libera dalle angosce notturne che ti tolgono il sonno e ti rilancia nella vita. Cuore e mente rinnovati, mani e piedi risollevati, sguardo pulito e udito ritornato al desiderio di ascoltare. Il Mite che ti accoglie a braccia aperte ti riporta al centro della vita sussurrata e non piรน gridata. E al centro trovi lโUmile che ogni giorno con rinnovata fedeltร prende il bel giogo della caritร e dellโamore e con passo gratuito e deciso si rimette per strada, contento di spargere a piene mani i suoi doni che danno luce agli occhi e gioia al cuore. Prende su di sรฉ le nostre fatiche, anche quelle inconfessabili, e, tenendoci per mano, cammina con noi, non ci lascia soli.
Qui sta la leggerezza: non essere soli ma il camminare con, senza folle che chiudono il passaggio, ma senza solitudini che inaridiscono i cuori. Allora lโincontro diventa comunitร e non folla, allora la solitudine diventa beata perchรฉ vicinanza con noi stessi e col Mite e Umile di cuore.
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