Meditazione di Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo
Trascrizione automatica (non rivista) generata da Youtube e “corretta” tramite IA.
Nel Vangelo di oggi, preso da Luca al capitolo 5, dal versetto 17 e seguenti, leggiamo:
Bella questa pagina di Vangelo, in cui un paralitico ha degli amici, amici tenaci, che fanno di tutto per portarlo a Gesรน. Addirittura salgono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calano con il lettuccio davanti a Gesรน, perchรฉ lui possa fare qualcosa.
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Gesรน resta ammirato di questo gesto. Vede una fede che si fa carico, con intelligenza operosa, del dolore e della speranza di un altro. I quattro barellieri ci insegnano ad essere come loro, con questo peso di umanitร sul cuore e sulle mani. Una fede che non prende su di sรฉ i problemi degli altri non รจ una vera fede.
Il paralitico, come tutti i malati, domanda la guarigione del corpo, e Gesรน gli dice:
Il peccato รจ come una paralisi nelle relazioni: una contrazione, un irrigidimento, una riduzione del vivere. “Sei perdonato,” dice Gesรน al paralitico, senza merito, senza espiazione, senza condizione.
Una doppia bestemmia, questa, secondo i Farisei. Essi dicono:
Il perdono di Cristo non รจ un colpo di spugna sul passato. ร molto di piรน. Incontrare il perdono non significa cancellare ciรฒ che cโรจ successo, ma trovare un significato che faccia ripartire la vita.
Per questo Gesรน dice:
E subito egli si alzรฒ in loro presenza.
La Parola di Dio non rimane senza effetto. Fa risorgere la vita dentro, e lโamore dei compagni fa sรฌ che quel paralitico non resti tale, inchiodato sul letto, ma venga portato da Gesรน per essere guarito, fuori e dentro.
A tutti auguro una serena e buona giornata, nella pace del Signore.