Meditazione di Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo
Trascrizione automatica (non rivista) generata da Youtube e “corretta” tramite IA.
Nel Vangelo di oggi, preso da Luca al capitolo 21, a partire dal versetto 20, leggiamo: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchรฉ la vostra liberazione รจ vicina”.
Il Vangelo di oggi รจ carico di eventi catastrofici. Sembra che tutto finisca: la caduta e la distruzione di Gerusalemme, le potenze dei cieli sconvolte e altre situazioni che sono descritte con un linguaggio forte. Ma non รจ tanto per annunciare catastrofi, quanto per annunciare un grande evento della storia della salvezza.
Per capirci meglio, nel nostro linguaggio, quando ci succede qualcosa di brutto o di grave, diciamo: “Mi รจ caduto il mondo addosso”. Ma per fortuna, il mondo non รจ ancora caduto addosso a nessuno. L’espressione vuol dire altro. Gesรน vuol dirci che la scena di questo mondo passa e che ogni cosa ha un inizio e una fine, compresa la nostra vita e questo mondo.
La seconda cosa importante รจ che il nostro destino non รจ nel finire, ma nelle mani di Dio che tutto dona. Di fronte a tutto questo, che cosa deve fare il cristiano? Alzare il capo, perchรฉ vede la liberazione che รจ vicina. Sentire la libertร avvicinarsi, proprio come alla fine della notte arriva la luce dell’alba. Sentire la forza della speranza. Come le gemme che da dentro si aprono a ciรฒ che fiorisce, รจ il tempo in cui si realizzano quelle parole che pronunciamo nella liturgia e che forse non diciamo con tutta la consapevolezza di cui avrebbero bisogno.
Cosa diciamo? Annunciamo la tua morte, Signore. Proclamiamo la tua risurrezione. Nell’attesa della tua venuta. In questo modo, morte e risurrezione e attesa si intrecciano come una trama che attraversa tutta la nostra esistenza e la trasfigura, riempiendola di significato e di eternitร .
A tutti auguro una serena e buona giornata nella pace del Signore.