Premessa al tempo di Avvento
Con questa I domenica di Avvento iniziamo un nuovo Anno Liturgico: se lโanno civile inizia il 1ยฐ gennaio, il โNuovo annoโ per i cristiani inizia con la preparazione al Natale di Gesรน, alla sua venuta in mezzo a noi. Con Lui infatti cambia anche il calendario della storia in โprimaโ e โdopoโ Cristo, come uno spartiacque. Per prepararci bene a questo Avvenimento, abbiamo le 4 domeniche di Avvento, che ci educano a fissare lo sguardo su ciรฒ che veramente conta.
Questa prima domenica non punta tanto sul Natale, la โprimaโ venuta di Gesรน, quanto sul traguardo, la meta, il momento in cui il Signore tornerร nella gloria da โreโ. Ma mentre domenica scorsa, ultima tappa dellโAnno liturgico, abbiamo meditato la conclusione del cammino della vita, oggi la liturgia ci offre le coordinate dellโintero viaggio: ci indica la Meta (lโincontro con il Signore, Re dellโUniverso), ci tratteggia il percorso (la via), ci suggerisce gli atteggiamenti di fondo da coltivare strada facendo (vivere il Vangelo di Gesรน), e ci โriempieโ lo zaino della vita di ciรฒ che รจ essenziale per il cammino (Parola di Dio, sacramenti, fraternitร ).
Questo ci suggerisce che non siamo โnomadiโ, ma โpellegriniโ. I primi si muovono senza meta e orizzonte, e vivono il viaggio con leggerezza, sullโonda di emozioni; i secondi, invece, sanno verso Dove e Chi stanno muovendo i passi, cercando di lasciarsi guardare dal Signore. In questo modo non รจ importante solo la meta, ma lโintero viaggio, perchรฉ lungo tutto il percorso il Signore si fa incontrare.
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La parola โavventoโ significa โvenutaโ o โpresenzaโ: รจ un tempo di preparazione e di discernimento per non lasciarci stordire dalle โluci del mondoโ, che alla fine si rivelano โstelle cadentiโ, e per fissare invece lo sguardo verso Colui che deve tornare, Gesรน, โLuce del mondoโ (cfr Gv 8,12). Come siamo soliti cantare dopo la consacrazione: โAnnunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nellโattesa della tua venutaโ.
Un altro aspetto da considerare e tener sempre presente รจ che lโAnno liturgico si rivela come la nostra vita โin scalaโ. Vivere questa esperienza ci aiuta a dare senso e significato allo snodarsi della nostra esistenza quotidiana. Nella liturgia prendiamo coscienza che la nostra piccola e fragile storia รจ inserita nella grande storia di Dio, dunque รจ storia sacra. E sarร proprio la Parola di Dio la โcifraโ o il metro attraverso il quale imparare a leggere e interpretare la nostra vita e la nostra storia.
Dopo questa premessa generale, entriamo nel messaggio dei testi biblici che la liturgia ci offre. Quando si intraprende un viaggio, di solito si viene incoraggiati. Gesรน, invece, allโinizio del nostro cammino liturgico โ simbolo del cammino della vita โ ci pone subito davanti le difficoltร e le sfide che incontreremo:
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โVi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolteโ.
Lo sconvolgimento dei cieli e della terra (immagini che richiamano la Creazione, in Genesi, quando Dio fece tutto con ordine, Gn 1-2), creerร disordine, paura, smarrimento e ansia. Pensiamo solo a quelle esperienze della vita che ci portano a dire: โmi รจ crollato tutto addosso!โ. Gesรน ne รจ consapevole, ma invita a restare saldi, a non abbattersi, a vigilare.
Non nel senso di non far nulla, ma, come ricorda Paolo nella II lettura, a saper vivere questo tempo per โcrescere e sovrabbondare nellโamoreโ, animati dalla certezza che, anche se perderemo ogni punto di riferimento โ non dimentichiamo che per i nomadi del deserto gli astri sono il loro navigatore! โ dentro questa storia ci sarร sempre un โgermoglioโ di novitร (cfr I lettura, profeta Geremia).
Ecco il perchรฉ dellโinvito di Gesรน: โState attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscanoโ (Lc 21,34). Ci appesantisce inseguire desideri malsani, vivere con superficialitร e banalitร , restare ripiegati in noi stessi, incapaci di rialzare la testa di fronte alle fatiche e fragilitร della vita (cfr colletta), rincorrere in modo affannato le mille prioritร che si presentano, perdendo di vista che una sola รจ la cosa che conta e che mai si spegnerร , Dio (cfr Lc 10,38-42, Marta e Maria).
Se รจ vero che Gesรน non nasconde le sfide che ci stanno davanti, รจ altrettanto vero che ci offre fin da subito lโantidoto, indicato nellโultimo versetto del vangelo odierno: โVegliate in ogni momento pregando, perchรฉ abbiate la forza di sfuggire a tutto ciรฒ che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dellโuomoโ.
Vigilare pregando non significa restare in panchina o delegare ad altri le proprie responsabilitร , ma vivere con attenzione, rimanendo desti, disponibili a lasciarci aprire il cuore alla speranza, capaci di cogliere i germogli che Dio a piene mani semina nel terreno della vita e della storia.
Pregare vigilando รจ accettare di lasciarsi guardare da Dio, per imparare a guardare la vita e gli altri col cuore colmo della tenerezza di Dio, con il suo sguardo. Pregare vigilando รจ tempo per mettere ordine agli affetti e ai pensieri della vita. ร lโesperienza che ci รจ data per mettere a fuoco ciรฒ che รจ essenziale per camminare lungo il cammino tracciato, fino al giorno in cui compariremo davanti al Figlio dellโuomo.
A questo ci educa lโAnno Liturgico, palestra di veritร e di libertร , di vita e di gioia. Iniziamo dunque con fiducia il cammino, ricordandoci che Gesรน, il Figlio di Dio, รจ giร venuto in mezzo a noi per indicarci la Via per tornare al Cielo. A noi accettare la sua proposta, forti del fatto che Lui ci ha amati per primo, ha dato la vita per noi quandโeravamo ancora peccatori e ancora oggi conta su ciascuno di noi.
Crede in noi! Il Signore Dio ci aiuti a desiderarlo e a invocarlo come nostro Liberatore: โMarana thaโ (cfr 1Cor 16,22), โVieni Signore Gesรน, vieni presto!โ (cfr Ap 22,20).
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.