ANCHE NOI ENTRIAMO NEL NOSTRO TEMPIO INTERIORE, CERCATORI MAI ARRESI DEL NOME DI DIO
Gesù entra nel tempio, nel cuore della religione antica, e come un antico profeta denuncia: voi ne fate un covo di ladri!
E poi è come se
riconsacrasse quel luogo, con la carità e la preghiera.
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Gesù instaura la
religione dell’interiorità, non del culto, la via dei bambini e non quella
dell’istituzione o del potere.
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Anche noi entriamo nel nostro tempio interiore, cercatori mai arresi del nome di Dio.
– Sta scritto: La mia
casa è casa di preghiera. Per tutte le volte che abbiamo fatto della
preghiera un baratto, un mercato con Dio, Kyrie eleyson
– Dice Paolo: Non sapete che siete tempio del Signore?
Per tutte le volte che ho dimenticato di essere dimora, casa, tenda, o anche solo povera capanna di Dio, Kyrie
– I bambini nel tempio gridavano: Osanna!
Per quando nella preghiera
non siamo semplici, spontanei, veri come bambini, ma seriosi, tristi,
accigliati come scribi, Kyrie
Gesù è entrato nel primo cortile del tempio, che era
chiamato il cortile dei gentili, un atrio riservato ai non ebrei, ai cercatori di Dio, è questo il posto occupato dai mercanti, cercatori di denaro.
Pensate alla attualità, alla bellezza di questa intuizione dell’antico testamento.
Nel tempio c’è un luogo per tutti, dove tutti possono pregare, anche se non sono israeliti.
Che capovolgimento per noi, che invece siamo pronti ad escludere e ad allontanare.
Ci pare che se entrano
qui a pregare un musulmano o un indù sconsacrino il tempio. Ci sarebbe la protesta.
E invece chi lo sconsacra sono i mercanti, il denaro, i ladri. Il mio rapporto mercenario con il Signore.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.