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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 20 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 19,11-28

Confidenze e affidamento di responsabilitร  – Mercoledรฌ della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Dal libro dellโ€™Apocalisse di san Giovanni apostoloย Ap 4,1-11

Santo il Signore Dio, lโ€™Onnipotente, Colui che era, che รจ e che viene!

Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: ยซSali quassรน, ti mostrerรฒ le cose che devono accadere in seguitoยป. Subito fui preso dallo Spirito.

Ed ecco, cโ€™era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nellโ€™aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nellโ€™aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono cโ€™erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone dโ€™oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni dโ€™occhi davanti e dietro.

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Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva lโ€™aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a unโ€™aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:

ยซSanto, santo, santo

il Signore Dio, lโ€™Onnipotente,

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Colui che era, che รจ e che viene!ยป.

E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che รจ seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:

ยซTu sei degno, o Signore e Dio nostro,

di ricevere la gloria, lโ€™onore e la potenza,

perchรฉ tu hai creato tutte le cose,

per la tua volontร  esistevano e furono createยป.

Dio, Signore della creazione e della storia

Giovanni presenta la propria visione di Dio e la propria esperienza di fede invitando anche lโ€™assemblea che ascolta a condividerla sua stessa visione. La prima immagine รจ una porta in cielo, che รจ il mondo proprio di Dio; essa รจ aperta, perchรฉ la comunicazione fra Dio e lโ€™uomo รจ stata aperta nel passato e continua ad esserlo anche nel presente. La voce guida lo invita a salire per varcare la soglia e introdurlo nella corte celeste.

La seconda immagine รจ il trono che indica il potere e lโ€™esercizio di governo. Il simbolo regale evoca il ruolo di Signore dellโ€™universo, creatore e governatore di tutto. In cielo cโ€™รจ il trono di Dio e dellโ€™Agnello, ma sulla terra cโ€™รจ anche il ยซtrono di satanaยป. Il trono รจ pertanto unโ€™immagine che allude alle due sovranitร  che si contendono il dominio della storia e del cuore dellโ€™uomo. La bellezza e lo splendore delle pietre preziose rimandano alla gloria di Dio che รจ luce. Lโ€™arcobaleno, che avvolge il trono, non รจ solo espressione di luminositร , ma anche di pace e di alleanza.

Tre annotazioni offrono lโ€™occasione per approfondire il messaggio: Dio entra in contatto con la realtร  cosmica e si rivela al mondo grazie al suo Spirito (ยซsette lampade di fuocoยป). Il mare, simbolo dellโ€™inconsistenza, della negazione della vita, del male, รจ reso solido e trasformato in supporto del trono divino. Giovanni nella descrizione della visione si sofferma sugli elementi che fanno corona al trono e contribuiscono a chiarirne il valore simbolico: i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi.

Sono personaggi autorevoli e storici, associati a Dio nel governo del mondo. I ventiquattro evocano tutti gli uomini che collaborano al piano di Dio e hanno un ruolo attivo nella storia della salvezza. I quattro esseri viventi, pieni di occhi davanti e di dietro, in sembianze di leone, di vitello, di uomo e di aquila che vola, stanno in mezzo e intorno al trono, riconoscono con la lode la trascendenza di Dio, il tre volte Santo, e celebrano il suo intervento storico, lodandolo come ยซColui che era, che รจ e che vieneยป.

Pur avendo forme tipiche del mondo terreno e umano, sono pure dotati di ali che caratterizzano invece il cielo, che รจ il mondo di Dio. Il numero quattro รจ simbolo che designa la totalitร  spaziale e rimanda a una dimensione cosmico-geografica. Anche in questo caso non รจ facile lโ€™identificazione; sono i rappresentanti della creazione e del dinamismo cosmico, simboleggiando lโ€™universo creato e retto da Dio nella sua molteplice varietร  e nella sua diversitร  rispetto allโ€™uomo. Con concetto moderno potremmo dire che i ventiquattro anziani sono il simbolo dellaย storiaย e i quattro esseri viventi dellaย natura. Natura e storia saldamente nelle mani di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Lucaย Lc 19,11-28

Perchรฉ non hai consegnato il mio denaro a una banca?

In quel tempo, Gesรน disse una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโ€™altro.

Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโ€™oro, dicendo: โ€œFatele fruttare fino al mio ritornoโ€. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โ€œNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ€. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.

Si presentรฒ il primo e disse: โ€œSignore, la tua moneta dโ€™oro ne ha fruttate dieciโ€. Gli disse: โ€œBene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ€.

Poi si presentรฒ il secondo e disse: โ€œSignore, la tua moneta dโ€™oro ne ha fruttate cinqueโ€. Anche a questo disse: โ€œTu pure sarai a capo di cinque cittร โ€.

Venne poi anche un altro e disse: โ€œSignore, ecco la tua moneta dโ€™oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ€. Gli rispose: โ€œDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโ€™avrei riscosso con gli interessiโ€. Disse poi ai presenti: โ€œToglietegli la moneta dโ€™oro e datela a colui che ne ha dieciโ€. Gli risposero: โ€œSignore, ne ha giร  dieci!โ€. โ€œIo vi dico: A chi ha, sarร  dato; invece a chi non ha, sarร  tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโ€ยป.

Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Confidenze e affidamento di responsabilitร 

La parabola ci offre uno spaccato della nostra vita cristiana, una chiave di lettura e un criterio di verifica. Essa รจ racchiusa tra due momenti o chiamate, come quelle che riguardano i dieci servi. Cโ€™รจ un tempo nel quale si รจ chiamati per ricevere in consegna un valore e con esso la missione di farlo fruttificare.

Segue poi il momento della verifica e della rendicontazione o del giudizio. Tra questi due tempi cโ€™รจ il โ€œfrattempoโ€ dellโ€™attesa del ritorno del Signore nel quale ognuno รจ responsabile delle proprie scelte. Il racconto della parabola ci invita a identificarci con uno dei dieci servi e anticipare nel presente, e nel segreto della propria coscienza, quel giudizio finale che sarร  un giorno chiaro e palese.

Abbiamo bisogno di fare costantemente discernimento e dโ€™interrogarci se siamo servi fedeli che, in obbedienza alla missione ricevuta, investono la moneta affidataci diffondendo il Vangelo mediante le quotidiane e piccole scelte di vita, oppure, vinti dalla diffidenza e dalla paura, preferiamo nasconderla in un fazzoletto vivendo una vita dalla quale non traspare affatto la vocazione alla santitร  alla quale tendiamo.

La malvagitร  del servo negligente non consiste nellโ€™aver compiuto una qualche azione cattiva ma nellโ€™aver omesso di fare il bene rendendo cosรฌ sterile il dono affidatogli e venendo meno allโ€™impegno preso con il padrone. La fedeltร  dei servi buoni si รจ manifestata grazie al fatto che essi, tenendo sempre presente la parola del loro padrone, hanno lasciato spazio alla creativitร  dello Spirito, al contrario dellโ€™altro, vittima del pregiudizio e della paura.

Lโ€™insegnamento che viene dalla parabola suggerisce a noi, servi della Parola, di aver sempre un grato ricordo del dono ricevuto in modo da vivere responsabilmente la missione di far crescere il Regno di Dio in mezzo al mondo.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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