Almeno partecipate alla gioia!
La prima cosa che mi sembra importante รจ che Gesรน ha parole che significano qualcosa anche per il cerchio dei perduti, quello dei piรน lontani. Gli esclusi e quelli che si sono allontanati lo vanno ad ascoltare interessati, ma lui non si ferma al predicare, ma instaura relazioni e li considera degni di attenzioni particolari. Agli occhi dei religiosi praticanti e dei teologi sembra โstrafareโ accogliendoli e condividendo la tavola, luogo di comunione, provocando cosรฌ la loro mormorazione.
Lโevangelista non ritiene importante riportate le parole che interessano agli esclusi, ma quelle che Gesรน propone proprio ai praticanti, sono queste quelle da ascoltare e custodire!
Una parabola in tre scene tra loro collegate in progressione di importanza: perdere animali, perdere cose preziose, perdere persone/figli. In queste prime due scene viene anticipata (sarร mostrata con piรน evidenza nella terza scena del padre buono e dei due figli) la situazione possibile del perdersi allโesterno, nel deserto, e del perdersi allโinterno, in casa, superando cosรฌ la pretesa distinzione dentro/fuori di chi si sente a posto.
Non cโรจ la descrizione dellโatteggiamento di chi si รจ perduto, ma quella di chi lo cerca, in coerenza col fatto che viene criticato Gesรน, non i pubblicani e i peccatori.
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La conversione (contestando il nostro modo di pensare Gesรน dice autorevolmente che come tale viene letta in cielo la vicenda!) non รจ la premessa ma al massimo il possibile risultato della ricerca, e sembra consistere qui nellโaccettare di essere cercato e trovato. Mi sembra ci sia la stessa logica della parabola del Buon Samaritano: il richiamo a non preoccuparsi di definire chi sia il โprossimoโ meritevole del mio atteggiamento positivo, ma di essere prossimo muovendosi con compassione verso lโaltro.
La perdita rende particolarmente importante ciรฒ che si รจ perduto e provoca atteggiamenti tutto sommato inusuali, inaspettati, poco razionali, ma รจ scontato anche umanamente che succeda cosรฌ: che ad un eccesso di preoccupazione corrisponda poi un eccesso di gioia, se tutto va a buon fine.
Cโรจ Dio sullo sfondo, la sua misericordia che chiede agli uomini non direttamente di averla in sรฉ o di saperla riprodurre, ma di riconoscerla e di parteciparvi nella gioia. Non รจ immediatamente proposta etica, di comportarsi cosรฌ, ma di saper gioire, condividere la gioia di Colui che agisce in questo modo ed รจ piรน umano degli umani che, pur โa sua immagine e somiglianzaโ, non lo raggiungono nella sua umanitร (quale uomoโฆ quale donnaโฆ ma forse รจ solo il Dio incarnato che รจ capace di questa ricerca!).
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Non dunque proposta etica, ma piuttosto contemplativa, non fissare lo sguardo sul comportamento proprio ma su quello di Dio cui appartiene anche ciรฒ che si perde (cfr. la finale del libro di Giona 4,10s;) e che Gesรน rivela e mostra autorevolmente nella sua vita di relazione.
In cielo si vive questa gioia; e in terra? Una festa cโรจ comunque, non dipende da noi, dal nostro agire! Siamo chiamati a parteciparvi in quanto responsabili invitati di riguardo: amici e vicini e fratelli.
fratel Daniele
Per gentile concessione del Monastero di Bose.
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