«Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
È una domanda molto concreta quella con cui inizia il Vangelo di oggi. Infatti si può cadere in una doppia trappola: o pensare che nessuno potrà mai salvarsi perché la radicalità del Vangelo è inapplicabile alla vita concreta, oppure pensare che la salvezza è un dono che non richiede nessuna nostra libertà perché agisce come una magia sulla vita di tutti.
Ascolta “don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 30 Ottobre 2024” su Spreaker.Gesù usa un’immagine che ci salva da questa doppia deriva:
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“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”.
Parlando di porta Gesù ci dice chiaramente che la salvezza non è un muro contro cui andiamo a sbattere, ma una possibilità che si apre concretamente davanti a noi. Gesù non ci viene a proporre una salvezza impossibile, ma una salvezza che si dà a noi appunto come possibilità.
Ma essa non è a costo zero perché subito specifica che questa porta è stretta, quindi per passarvi bisogna abbandonare tutta la zavorra che ci impedisce il passaggio. Questa zavorra è l’apparenza, è il sentirsi al sicuro solo perché si vive incasellati in un posto che sembra dirci che sicuramente siamo dalla parte giusta.
Non servirà a nulla presentare le nostre credenziali del mondo quando dovremmo rendere conto della nostra vita:
“Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità!”.
Non ci salveranno i registri delle nostre appartenenze ecclesiali e sociali, ma solo la giustizia di come avremo realmente vissuto.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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