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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 3 Novembre 2024

Domenica 3 Novembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 12, 28-34

Il primo comandamento

Risalendo alla volontร  del Legislatore, Gesรน discerne che amore di Dio e del prossimo sono in stretta connessione tra loro: la Legge e i Profeti sono riassunti e dipendono dallโ€™amore di Dio e del prossimo, non lโ€™uno senza lโ€™altro. Se รจ vero che ogni essere umano รจ creato da Dio a sua immagine, non รจ possibile pretendere di amare Dio e, contemporaneamente, disprezzare la sua immagine sulla terra. E il prossimo รจ colui al quale ci facciamo prossimi, vicini, come Gesรน ha affermato a commento della parabola del samaritano.

Uno scriba che ha appena ascoltato la discussione di Gesรน con i sadducei a proposito della resurrezione dei morti (cf. Mc 12,18-27) e ha apprezzato la sua sapienza, si avvicina a lui per chiedergli: โ€œQual รจ il primo di tutti i comandamenti?โ€. Domanda che nasce da unโ€™esigenza assai diffusa nellโ€™ambiente religioso del tempo di Gesรน: operare una sintesi dei precetti di Dio presenti nella Torah (613, secondo il Talmud babilonese), cosรฌ da giungere allโ€™essenziale, a ciรฒ che costituisce lโ€™intenzione profonda del cuore di Dio, della sua offerta di vita e di senso a tutta lโ€™umanitร .

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Gesรน risponde citando come primo comandamento lโ€™inizio dello Shemaโ€˜ Jisraโ€™el (cf. Dt 6,4-9) ossia la grande professione di fede nel Signore Dio ripetuta tre volte al giorno dal credente ebreo, centrale in tutta la tradizione rabbinica: โ€œAscolta, Israele! Il Signore nostro Dio รจ uno. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forzeโ€ (Dt 6,4-5). Questa preghiera rivela che lโ€™ascolto ha un primato assoluto, รจ la modalitร  di relazione decisiva dellโ€™uomo nei confronti di Dio: lโ€™ascolto obbediente รจ il fondamento dellโ€™amore. Anzi, le parole del Deuteronomio riprese da Gesรน sembrano addirittura tracciare un movimento che dallโ€™ascolto (โ€œAscolta, Israeleโ€) conduce alla fede (โ€œIl Signore รจ il nostro Dioโ€), dalla fede alla conoscenza (โ€œIl Signore รจ unoโ€) e dalla conoscenza allโ€™amore (โ€œAmerai il Signoreโ€)โ€ฆ Al Dio che ci ama di un amore eterno (cf. Ger 31,3), che ci ama per primo gratuitamente (cf. 1Gv 4,19), si risponde con un amore libero e pieno di gratitudine, che si radica nellโ€™ascolto obbediente della sua Parola, fonte della fede. Fidarsi di Dio significa fidarsi del suo amore della sua capacitร  di amare, del suo essere amore (cf. 1Gv 4,8.16). Questo significa credere in Dio e dunque anche, inseparabilmente, amarlo.

Qui possiamo e dobbiamo approfondire la nostra meditazione, chiedendoci cosa significhi amare Dio con tutto il cuore, con tutta lโ€™anima e con tutte le forze. Che amore รจ mai questo verso un tu invisibile, โ€œtre volte santoโ€ (cf. Is 6,3), cioรจ altro, distinto da chi ama? Nella tradizione cristiana incontriamo almeno due risposte diverse a tale questione. In Agostino e in una lunga tradizione spirituale dietro a lui, lโ€™amore verso Dio da parte del credente รจ un amore di desiderio, un sentimento, una dinamica per cui il credente va alla ricerca dellโ€™amore e dunque ama lโ€™amore. Il linguaggio di questo amore รจ sovente quello presente nel Salterio:

Io ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia rupe, mia difesa, mio liberatore (Sal 18,2-3).

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Lโ€™anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente (Sal 42,3).

La mia anima ha sete di te, a te, mio Dio, anela la mia carne (Sal 63,2).

Sรฌ, Dio รจ oggetto di amore da parte dellโ€™essere umano, perchรฉ รจ il โ€œtuโ€ che con il suo amore preveniente desta lโ€™amore del credente come risposta; lโ€™amore per Dio puรฒ essere un amore piรน forte di quello nutrito per se stessi o per qualche altra persona. Si faccia perรฒ attenzione: non si tratta di un amore totalitario che esclude altri amori, ma รจ un amore appassionato, un amore in cui non cโ€™รจ timore (cf. 1Gv 4,18). In breve, un amore che supera e ri-orienta tutti gli altri amori.

Ma nella spiritualitร  cristiana รจ presente anche unโ€™altra interpretazione dellโ€™amore per Dio. รˆ quella che legge nellโ€™amore per Dio un amore obbediente, nel senso di un amore che nasce dallโ€™ascolto (ob-audire), di un amore che risponde โ€œamenโ€ alla parola del Signore e allโ€™amore stesso del Signore sempre preveniente. รˆ un amore non di desiderio, di ricerca, di nostalgia, ma di adesione; รจ un amore con cui il credente cerca di realizzare pienamente la volontร  di Dio, cerca di vivere come vuole il suo Signore e cosรฌ mostra di amarlo. Ci sono parole di Gesรน anche a questo proposito: โ€œSe mi amate, osserverete i miei comandamentiโ€ (Gv 14,15); โ€œse uno mi ama, osserverร  la mia parolaโ€ (Gv 14,23). E ancora, nella Prima lettera di Giovanni: โ€œQuesto รจ lโ€™amore di Dio, osservare i suoi comandamentiโ€ (1Gv 5,3). In questa seconda ottica lโ€™accento cade quindi sullโ€™amore del prossimo comandato da Dio: realizzare questo comando, sintesi di tutta la Legge e i Profeti (cf. Rm 13,10; Gal 5,14), significa amare Dio. Dunque amare Dio รจ innanzitutto amare lโ€™altro come Dio lo ama, perchรฉ โ€“ come ha chiarito una volta per tutte il discepolo amato โ€“ โ€œchi non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ€ (1Gv 4,20).

รˆ in questo senso che possiamo comprendere la decisiva innovazione compiuta da Gesรน, il quale accosta il comandamento dellโ€™amore per Dio a quello dellโ€™amore per il prossimo: โ€œAmerai il prossimo tuo come te stessoโ€ (Lv 19,18). Lโ€™innovazione consiste per lโ€™appunto nellโ€™abbinamento di questi due passi della Torah, dato senza paralleli nella letteratura giudaica antica, ripreso invece con frequenza dai successivi scritti cristiani. Basti pensare al brano di un antichissimo scritto cristiano delle origini, la Didachรฉ: โ€œLa via della vita รจ questa: innanzitutto amerai il Dio che ti ha plasmato e poi il prossimo tuo come te stesso; e tutto ciรฒ che non vorresti fosse fatto a te, neppure tu fallo a un altroโ€ (1,2).

รˆ importante riflettere sulla novitร  a livello dei contenuti della fede che questo accostamento di passi biblici porta con sรฉ. รˆ indubbio che Gesรน stabilisca una precisa gerarchia tra i due precetti, ponendo lโ€™amore per Dio al di sopra di tutto. Nello stesso tempo, perรฒ, risalendo alla volontร  del Legislatore, egli discerne che amore di Dio e del prossimo sono in stretta connessione tra loro: la Legge e i Profeti sono riassunti e dipendono dallโ€™amore di Dio e del prossimo, non lโ€™uno senza lโ€™altro. Non a caso nella versione di Matteo il secondo comandamento รจ definito simile al primo (cf. Mt 22,39), mentre lโ€™evangelista Luca li unisce addirittura in un solo grande comandamento: โ€œAmerai il Signore Dio tuo โ€ฆ e il prossimo tuoโ€ (Lc 10,27). In altre parole, se รจ vero che ogni essere umano รจ creato da Dio a sua immagine (cf. Gen 1,26-27), non รจ possibile pretendere di amare Dio e, contemporaneamente, disprezzare la sua immagine sulla terra: ecco la profonda unificazione del pensare, parlare e agire alla quale Gesรน invita. Una comprensione riassuntiva delle sante Scritture porta dunque Gesรน โ€“ il cui parere รจ condiviso dal suo interlocutore โ€“ ad affermare che lโ€™uomo compiuto, lโ€™uomo โ€œnon lontano dal regno di Dioโ€ รจ colui che, amando Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze sa amare il prossimo come se stesso. E il prossimo รจ colui al quale ci facciamo prossimi, vicini, come Gesรน ha affermato a commento della parabola del samaritano (cf. Lc 10,36-37).

Nel quarto vangelo, quando dร  lโ€™ultimo e definitivo comandamento, che per questo si chiama โ€œil comandamento nuovoโ€, Gesรน compie un ulteriore passo avanti: โ€œAmatevi gli uni gli altri come io vi ho amatiโ€ (Gv 13,34; 15,12), ossia senza misura, โ€œfino alla fineโ€ (Gv 13,1). In questa ardita sintesi, Gesรน non ha neppure esplicitato la richiesta di amare Dio, perchรฉ sapeva bene che quando gli umani si amano in veritร , quando si amano come lui li ha amati, nel fare questo vivono giร  lโ€™amore di Dio. Ecco perchรฉ lโ€™apostolo Giovanni, che nel prologo del vangelo ha scritto: โ€œDio nessuno lโ€™ha mai visto, ma il Figlio unigenito lo ha raccontatoโ€ (Gv 1,18), รจ lo stesso che nella sua Prima lettera afferma: โ€œDio nessuno lโ€™ha mai visto, ma se ci amiamo gli uni gli altri Dio dimora in noi e in noi il suo amore รจ giunto a pienezzaโ€ (1Gv 4,12). Amando gli altri noi amiamo anche Dio e ne abbiamo una conoscenza autentica, mentre chi dice di credere in Dio senza amare i fratelli รจ un illuso e un bugiardo (cf. 1Gv 4,20-21)!

Gesรน ha vissuto la sua intera esistenza come capolavoro dโ€™amore e in questo ha compiuto pienamente la volontร  di Dio, รจ stato โ€œlโ€™uomo secondo il cuore di Dioโ€. Cosรฌ facendo ha tracciato una via ben precisa per chi vuole seguirlo, semplificando allโ€™estremo il cammino per andare a Dio: il comandamento che deve orientare la vita del cristiano รจ quello dellโ€™amore per tutti, fino ai nemici (cf. Mt 5,44). Sรฌ, lโ€™amore concreto e quotidiano per i fratelli e le sorelle รจ il segno da cui si riconoscono i discepoli di Gesรน Cristo, i cristiani, come ha indicato una volta per tutte Gesรน stesso: โ€œDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altriโ€ (Gv 13,35).

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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