Non dimentichiamo mai che, in miniatura, il cammino della liturgia รจ simbolo della nostra vita. Anche noi, con e come i discepoli, stiamo dietro a Gesรน nel cammino verso Gerusalemme. E strada facendo, cerchiamo di lasciarci educare dal Signore per vivere fino in fondo la logica che lo porta a Gerusalemme, a โbere il caliceโ (domenica scorsa), ossia a fare della vita un โdono fino alla fineโ.
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Oggi la sosta รจ a Gerico, ultima tappa prima di salire verso la meta. Sosta che permette lโincontro con Bartimeo, simbolo dei tanti esclusi del tempo e nello stesso momento occasione per dimostrare che in Gesรน si realizza โ come profetizzato da Geremia nella I lettura – il coinvolgimento di tutti nella sua sequela, nessuno escluso: โCieco, zoppo, donna incinta, partorienteโฆ Partiti nel pianto, ritornano tra le consolazioniโ. Esperienza che porta il popolo โ e oggi noi – a cantare con le parole del salmo: โGrandi cose ha fatto il Signore per noiโ.
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vv. 46-48: ยซIn quel tempo, mentre Gesรน partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesรน Nazareno, cominciรฒ a gridare e a dire: โFiglio di Davide, Gesรน, abbi pietร di meโ. Molti lo rimproveravano perchรฉ tacesse, ma egli gridava ancora piรน forte: โFiglio di Davide, abbi pietร di me!โยป.
Gerico si trova 250 metri sotto il livello del mare, in unโoasi della valle del Giordano, lungo la via che porta a Gerusalemme. ร lungo questo tragitto che lโevangelista Luca ambienterร lโepisodio del buon samaritano (cfr Lc 10,25-37).
Un cieco โ avendo sentito parlare di Gesรน โ โal sentire che passava di lรฌโ, comincia a chiamarlo: โFiglio di Davide, Gesรน, abbi pietร di meโ. In contrasto alla voce che si leva, troviamo voci che tentano di zittirlo. E la reazione dellโuomo cieco รจ alzare ancora piรน forte il suo grido. A dimostrazione di quanto sia convinto della sua supplica e del fatto che non teme di esporsi per chiedere aiuto al Signore Gesรน. ร una costanza che lo premia.
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vv. 49-52: ยซGesรน si fermรฒ e disse: โChiamatelo!โ. Chiamarono il cieco, dicendogli: โCoraggio! Alzati, ti chiama!โ. Egli, gettato via il suo mantello, balzรฒ in piedi e venne da Gesรน. Allora Gesรน gli disse: โChe cosa vuoi che io faccia per te?โ. E il cieco gli rispose: โRabbunรฌ, che io veda di nuovo!โ. Gesรน gli disse: โVaโ, la tua fede ti ha salvatoโ. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la stradaยป.
Alla chiamata di Gesรน, la prima cosa che il cieco fa รจ quella di โgettare il mantelloโ, che per un mendicante รจ strumento per raccogliere le offerte, ed รจ lโunica garanzia per difendersi dal freddo, a tal punto che chiunque a sera รจ tenuto a restituire al povero il suo mantello (cfr Dt 24,13). Balzato in piedi Bartimeo va da Gesรน che gli rivolge la stessa identica domanda fatta ai figli di Zebedeo (lโepisodio di domenica scorsa, Mc 10,36): โChe cosa vuoi che io faccia per te?โ. Il cieco risponde con lโespressione โRabbunรฌโ, che ritroviamo solo unโaltra volta sulle labbra di Maria di Magdala dopo la risurrezione: ยซGesรน le disse: โMaria!โ. Ella si voltรฒ e gli disse in ebraico: โRabbunรฌ โ che significa Maestroโยป (Gv 20,16).
Gesรน non compie gesti particolari, ma riconosce che la fede ha giร salvato questโuomo. Se ricordiamo, nel cap. 5,34 โ episodio dellโemoroissa โ ci fu prima un โtoccare il mantelloโ e quindi la formula โla tua fede ti ha salvataโ. Se poniamo questo brano accanto ai brani che abbiamo ascoltato nelle domeniche precedenti, balza allโattenzione il fatto che il gruppo dei โDodiciโ, pur camminando dietro a Gesรน, ancora non ha aderito totalmente al suo Maestro: la tentazione della gloria (24^ domenica, Lungi da me Satana, tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini); la tentazione del potere (25^ domenica, Chi รจ il piรน grande tra noi?); la tentazione dellโesclusivitร (26^ domenica, โPredica amore, ma non รจ dei nostriโ); la tentazione del legalismo, (27^ domenica โLa legge dice, In Principio Dioโฆ); la tentazione del vano sapere (28^ domenica, il giovane ricco); la tentazione dellโambizione (29^ domenica, La pretesa dei figli di Zebedeo di sedere alla destra e alla sinistra).
Insomma, i Dodici, che si sentono parte di una privilegiata cerchia (cfr 26^ domenica), in realtร sono ancora invischiati nella mentalitร del mondo, e oggi si ritrovano sorpassati da un uomo โscartatoโ: un mendicante che รจ allenato a vivere dipendendo dalla caritร degli altri (โAi bambini appartiene il regno di Dioโ, Mc 10,14); un cieco, โscartatoโ perchรฉ improduttivo, che sa di non poter ambire a nulla; un povero, che รจ capace perรฒ di abbandonare il mantello โ ossia la sua ricchezza โ a differenza del giovane ricco. Ma la cosa piรน sorprendente รจ il fatto che, mentre Giacomo e Giovanni non vengono esauditi perchรฉ il loro desiderio รจ disordinato (cfr domenica scorsa), quello di Bartimeo viene subito soddisfatto, in quanto lui si presenta come peccatore bisognoso di misericordia. ร esaudito per la sua fede. E subito egli si fa suo discepolo, avendo capito forse piรน di tutti come si sta dietro a Gesรน e come si vive qui ed ora lo spirito di Gerusalemme.
Nella scena odierna un uomo che non vede fisicamente, sa in realtร vedere molto di piรน! Un โvedereโ purificato, autentico. Domenica scorsa ci siamo soffermati sullโimportanza del โsapereโ. Oggi siamo invitati a fare un ulteriore passo e riflettere sullโimportanza della vista, alla quale viene dato un posto rilevante nel libro della Genesi. Il serpente promette che si โaprirebbero i vostri occhiโ (Gn 3,5); subito Eva vide che lโalbero era buonoโฆ (Gn 3,6) ma alla fine โsi aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudiโ (Gn 3,7). Svelato lโinganno! E lo sguardo diviene distorto. In Gesรน, invece, lo sguardo viene purificato: โSi aprirono loro gli occhi e lo riconobberoโ, (Emmaus, 24,31). Il centurione, โvedendo Gesรน morire il quel modoโ (Mc 15,38), lo riconosce Figlio di Dio.
In questo cieco che da mendicante diventa discepolo, mi vedo io e ci vediamo un poโ tutti noi. In lui possiamo imparare il cammino di guarigione, di conversione. Un cammino che ha inizio con un ascoltare (il ciecoโฆ Sentendo che era Gesรนโฆ), primo atteggiamento del credente: โAscolta, Israeleโ (Dt 6,3). Dallโascolto nasce la preghiera, che รจ sempre una risposta alla Parola udita. Una preghiera che custodisce e svela la fede nel Signore โ Figlio di Davide, Gesรน! -, e la nostra identitร โ Gesรน, abbi pietร di me peccatore. ร la preghiera piรน vera in quanto Gesรน non รจ venuto per i sani ma per i peccatori (cfr Lc 10,27-32). Il cieco la fa senza pretese, a differenza di Giacomo e Giovanni โVogliamo che tu facciaโฆโ (domenica scorsa). E Bartimeo vede ciรฒ che desidera di piรน vedere, ossia il Volto di chi ha invocato, di chi lo ha guarito.
Ma lโesperienza di Bartimeo suggerisce e illumina anche la nostra vita interiore. In fondo quel cieco seduto lungo la strada a mendicare รจ riflesso di tutte le esperienze di โcecitร โ della vita, di quelle situazioni di oscuritร , di disorientamento, di smarrimento. Quante volte le viviamo! Magari per paura, ci sediamo โlungo la stradaโ, ci chiudiamo, non affrontiamo le difficoltร . E allora ci fermiamo, perchรฉ non vediamo piรน la strada che stiamo percorrendo, non vediamo il senso di quello che stiamo facendo, e forse non ci interessa nemmeno cercarlo, non vogliamo affrontare tutto questo.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.