Il colore del cristiano
Tutti ricordiamo la Regina Elisabetta II d’Inghilterra non solo per il suo lunghissimo regno ma anche per una particolaritร originale e qualche volta fonte di un sorriso: lโuso di colori molto sgargianti per i suoi vestiti, cappotti e soprattutto cappelli.
La regina โdovevaโ essere sempre riconosciuta dai suoi sudditi, in qualsiasi contesto e anche da lontano. Se in passato i regnanti erano visibili e distinti da tutti gli altri per mezzo di alte e preziose corone e lunghi mantelli, nellโera moderna, che predilige segni esteriori meno antiquati e pratici, lโuso di colori sgargianti e unici era un modo per individuare e ribadire la visibilitร e il ruolo della regina. Questo รจ un piccolo simpatico dettaglio della storia della Regno Unito, ma รจ ovviamente la storia del Vangelo ad interrogarci maggiormente, anche nella nostra piccola e semplice vita non da regnanti o potenti.
Questa domenica il Vangelo ci racconta della sete di potere e di visibilitร sociale dei discepoli e in particolare dei due fratelli, Giacomo e Giovanni, che senza alcuna vergogna vogliono da Gesรน un posto accanto a lui nel Regno di Dio.
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La loro domanda appare strana se letta nel contesto del cammino del Maestro con i suoi discepoli, perchรฉ รจ un cammino che si sta dimostrando certamente non destinato al potere e alla gloria dal punto di vista umano. Gesรน piรน volte ricorda che sta andando verso il rifiuto, la condanna e la morte, e ha avvisato i suoi che a Gerusalemme non riceverร nessun scettro o trono. Ma lโevangelista non nasconde la difficoltร di comprensione che emerge spessissimo, come in questo caso, da parte degli amici di Gesรน. Loro infatti continuamente discutono su come avere i primi posti dโonore in un Regno che purtroppo non hanno capito. E da qui nascono divisioni e contrasti dentro il gruppo degli amici, che davanti a potere e ricchezze finiscono per litigare.
Possiamo davvero riconoscere qui una sintesi della Storia dellโumanitร e anche, confessiamolo, in larga parte della storia della stessa Chiesa: dividersi e lottare per avere potere, privilegi, ricchezza e onore. Tutto questo รจ iniziato fin dai primi discepoli, quindi non stupisce di ritrovarlo nella comunitร dei cristiani anche lungo i secoli e anche oggi. I cristiani, nati come unica Chiesa, proprio a causa del potere si sono divisi in diverse Confessioni, creando scismi e addirittura guerre sanguinose tra loro.
โTra voi non รจ cosรฌโฆโ dice subito Gesรน ai suoi stolti e litigiosi amici, indicando la vera strada che porta al Regno di Dio e a trovare il proprio posto: รจ la strada del servizio.
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Per salire in alto bisogna abbassarsi, chinarsi concretamente l’uno per lโaltro. La strada verso lโaltra persona รจ abbassarsi al livello delle sue difficoltร e bisogni per prendersene carico. Stare vicino a Gesรน รจ fare la strada che dal cielo ha portato il Figlio di Dio sulla terra, con un abbassamento che davvero lo ha reso grande e che fa grandi noi, rendendo il mondo piรน unito e luminoso. Gesรน ribadisce con fermezza che รจ venuto a dare la vita. Non รจ venuto a prendere le vite degli altri e metterle al proprio servizio. Prendere e usare le vite degli altri รจ il potere fine a sรฉ stesso che sterilizza le relazioni e alla fine crea divisioni e guerre.
Pensando ai colori sgargianti che rendevano la regina Elisabetta ben visibile, quale รจ il โcoloreโ sgargiante e ben riconoscibile che ha reso Gesรน ben riconoscibile in ogni circostanza e anche da lontano? ร lo stesso โcoloreโ che siamo chiamati ad indossare anche noi come abito, ed รจ il colore del servizio. Il colore del cristiano รจ il servizio anche a piccole dosi, gratuito e sincero, un colore che รจ sempre sgargiante e subito riconoscibile. Il colore del servizio ci rende tutti re e regine, rende nobile la nostra vita anche nel piccolo delle nostre vite e nella semplicitร feriale delle nostre giornate. Indossando il colore del servizio, il colore di Gesรน, tutti ci riconosceranno per quello che siamo dentro e riconosceranno che proprio lรฌ dove siamo noi cโรจ tutto il Regno di Dio.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)