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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 20 Ottobre 2024

Domenica 20 Ottobre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 10, 35-45

Dalla bramosia del potere alla compassione – XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) โ€“ Lectio divina

Dal libro del profeta Isaรฌaย Is 53,10-11

Quando offrirร  se stesso in sacrificio di riparazione, vedrร  una discendenza.

Al Signore รจ piaciuto prostrarlo con dolori.

Quando offrirร  se stesso in sacrificio di riparazione,

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vedrร  una discendenza, vivrร  a lungo,

si compirร  per mezzo suo la volontร  del Signore.

Dopo il suo intimo tormento vedrร  la luce

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e si sazierร  della sua conoscenza;

il giusto mio servo giustificherร  molti,

egli si addosserร  le loro iniquitร .

La vera bellezza dellโ€™amore di Dio

La pericope liturgica รจ la conclusione del quarto canto del Servo di Dio sofferente. Il poema รจ unico nel suo genere, perchรฉ sembra essere una creazione letteraria nuova, diversa dai modelli orali comuni, sia nella forma e sia nel contenuto. Inquadrato allโ€™interno di due pronunciamenti o oracoli divini in Is 52,13-15 e Is 53,11b-12, il corpo del racconto (Is 53,1-11ab) si presenta abbastanza omogeneo, con la presenza di un soggetto anonimo, ossia un noi o voce corale, ben distinto dai re e dai popoli pagani di Is 52,15, che racconta la storia del Servo, sottolineando lโ€™iniziale ostilitร  e incomprensione nei suoi confronti, divenuta in seguito paradossale solidarietร . Il suo racconto si apre con una duplice domanda retorica, espressa in Is 53,1. Segue nei vv. 2-3 lโ€™esposizione della condizione di grande disagio e disprezzo del Servo, cresciuto in una situazione di estrema ariditร  e in seguito disprezzato e reietto, senza possibilitร  di alcuna stima. Is 53,4, introdotto dalla particella โ€™akรชn (eppure), dร  lโ€™avvio al rovesciamento della situazione, con la chiara contrapposizione letteraria Lui-Noi: a noi sembravaโ€ฆma Lui si รจ addossato i nostri dolori; รจ stato trafitto per i nostri delitti; il castigo che ci dร  salvezza si รจ abbattuto su di lui. Con Is 53,8b si potrebbe supporre lโ€™intervento di un terzo protagonista, forse il profeta stesso, che si caratterizza a questo punto come ulteriore voce allโ€™interno del gruppo (Is 53,8c-11b), che attesta lโ€™ingiusta umiliazione, sofferenza e morte del Servo fino alla sepoltura. Finalmente, in Is 53,11b-12 lโ€™intervento di Dio conferma lโ€™esaltazione del Servo e chiude il poema.

Lโ€™introduzione solenne ed elevata in Is 52,13 (hinnฤ“h = guardate) rimanda allโ€™oracolo di Is 42,1, dove il Servo รจ introdotto con la missione di portare la giustizia (diritto = miลกpaแนญ) alle nazioni. Qui lโ€™attenzione รจ posta sul successo e sulla glorificazione del Servo (cfr. Is 49,3), descritti con quattro verbi al futuro, in una successiva progressione (avrร  successo/diventerร  luce; sarร  onorato; sarร  esaltato; sarร  molto innalzato), tra cui spicca il primo dei quattro (yaล›kรฎl = illuminerร ), inserito tra hinnฤ“h e โ€˜avdรฎ, evidenziando forse una particolare funzione del Servo, espressa giร  allโ€™inizio del poema, che รจ quella di svelare il senso di ciรฒ che viene raccontato. Egli รจ la causa vera della conversione in primo luogo del noi, e quindi in seguito dei popoli e dei re. Tale cambiamento consiste esattamente in una svolta di lettura e di comprensione dellโ€™evento, che ha visto vittima sofferente il Servo del Signore, finchรฉ questi non diventerร  luce e rivelazione (cfr. Is 49,6). Segue, subito dopo, lโ€™annuncio paradossale del grande dolore e sofferenza, in cui il Servo sprofonderร  (v. 14), e nello stesso tempo del grande stupore e meraviglia da parte di popoli e re per la sua esaltazione (v. 15). In Is 53,1 entra in scena un altro soggetto, forse un resto di Israele, che fa una confessione raccontando la storia del Servo. La metafora del vedere sembra essere la chiave di lettura del poema, il quale racconta come la visione errata iniziale del noi si sia poi trasformata in visione retta e comprensione autentica grazie allโ€™intervento del Servo. I salvati raccontando lโ€™umiliazione e lโ€™esaltazione del Servo del Signore, riconoscono che รจ a motivo della loro colpa che la sofferenza e il dolore si sono abbattuti sul Servo.

Il poema di Is 52,13-53,12 รจ un invito ad una retta visione e comprensione di una vicenda paradossale, che ha visto come protagonista il Servo per eccellenza del Signore. Il punto di partenza รจ stata una scorretta interpretazione e comprensione della suddetta vicenda: gli occhi di chi racconta erano incapaci di riconoscere ciรฒ che poi sarebbe stato rivelato. La domanda retorica di Is 53,1, che apre il racconto del noi insiste proprio sul paradosso di tale rivelazione e illuminazione. Agli occhi del noi il Servo appariva senza aspetto nรฉ bellezza; la sua apparenza era indesiderata (Is 53,2). E anche le moltitudini faranno unโ€™analoga esperienza di rivelazione e di comprensione, perchรฉ vedranno lโ€™inverosimile e comprenderanno lโ€™inaudito (Is 52,15), dal momento che in precedenza si erano meravigliate e stupite per lโ€™apparenza disumana del Servo (Is 52,14). Il passaggio alla retta visione e comprensione dellโ€™evento sembra costituire il cuore del poema: esso รจ affermato dal noi narrante e testimoniante (Is 53,4-7) e confermato dalla voce del profeta, che รจ parte integrante del gruppo confessante (Is 53,8-11a). La voce di Dio incornicia il racconto centrale, introducendolo allโ€™inizio e confermandolo alla fine.

Dalla lettera agli Ebreiย Eb 4,14-16

Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.

Fratelli, poichรฉ abbiamo un sommo sacerdote grande, che รจ passato attraverso i cieli, Gesรน il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso รจ stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, cosรฌ da essere aiutati al momento opportuno.

Figliolanza e fraternitร , obbedienza e solidaritร 

Lโ€™autore della Lettera agli Ebrei riconosce che la messianicitร  di Gesรน consiste nel suo sacerdozio del quale sottolinea prima la solidarietร  con gli uomini e poi lโ€™obbedienza a Dio. La solidarietร  e lโ€™obbedienza sono le due facce dellโ€™unico sacerdozio di Cristo. Viene instaurato un parallelismo tra il sommo sacerdozio ebraico e il pontificato di Gesรน. Il Sommo Sacerdote ebraico aveva fondamentalmente la funzione di intercedere per i peccatori presso Dio al fine di ottenere il perdono dei peccati. Questo avveniva mediante dei sacrifici che il sommo sacerdote offriva per i peccati suoi e di tutto il popolo. La solidarietร  del Sommo Sacerdote era basata sul fatto che era uomo e, dunque, peccatore. Il perdono lo chiedeva per sรฉ e per i suoi fratelli. Anche Gesรน รจ nostro fratello perchรฉ partecipa della debolezza umana e soprattutto della sofferenza subita ingiustamente.

Nessuno puรฒ auto proclamarsi sacerdote, ma questo ministero si esercita in virtรน della chiamata di Dio, come era stato stabilito sin da Aronne. Lโ€™autoritร  del Sommo Sacerdote non lo colloca al di sopra degli altri ma a loro servizio. Il sacerdozio, quale servizio agli altri, รจ esercizio di fraternitร . Come non ci si puรฒ autoproclamare Sommo Sacerdote, cosรฌ non si scelgono i fratelli ma si accolgono come un dono da custodire nella stessa maniera con la quale si riceve lโ€™autoritร  e la si esercita. Ogni autoritร , che sia regale o sacerdotale, viene da Dio perchรฉ essa sia esercitata a vantaggio di tutti i fratelli. Gesรน riceve la pienezza dellโ€™autoritร  perchรฉ nella Pasqua di morte e di risurrezione ottiene la corona regale della vittoria sul peccato e sulla morte e lโ€™investitura sacerdotale. Sulla croce Gesรน non offre sacrifici ma sรฉ stesso con preghiere e suppliche, tra grida e lacrime. Il Cristo non ha scelto di soffrire ma ha celebrato il suo sacrifico unendosi totalmente agli uomini peccatori e caricandosi anche del dolore innocente. Dallโ€™altra parte per la sua piena obbedienza a Dio รจ stato risuscitato portando la liberazione a tutti gli uomini dal peccato e dalla morte.

La vicenda pasquale di Gesรน, letta nellโ€™ottica della fede, ci aiuta a comprendere che per essa possiamo crescere nella duplice direzione della maturitร  umana: essere figlio e fratello. Lโ€™ obbedienza a Dio, ovvero lโ€™adesione alla Sua volontร , fatta con libertร  e fiducia, sโ€™intreccia con la solidarietร  fraterna che puรฒ giungere a subire il martirio da innocente. Chi si affida a Dio usa gli strumenti della mitezza per lottare contro il male, il primo dei quali รจ la preghiera. Essa non รจ una formula magica segreta elaborata per perseguire fini personali. Si tratta invece del mondo con cui vivere lโ€™intimitร  filiale col Padre e quella fraterna nei gesti di una solidarietร  e compassione.

+ Dal Vangelo secondo Marcoย Mc 10,35-45

Il Figlio dell’uomo รจ venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedรจo, dicendogli: ยซMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoยป. Egli disse loro: ยซChe cosa volete che io faccia per voi?ยป. Gli risposero: ยซConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraยป.

Gesรน disse loro: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?ยป. Gli risposero: ยซLo possiamoยป. E Gesรน disse loro: ยซIl calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoยป.

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: ยซVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร  vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tutti. Anche il Figlio dellโ€™uomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiยป.

LECTIO

Il contesto

La pericope liturgica รจ preceduta dai vv.32-34 nei quali รจ riportato il terzo annuncio della passione, che funge da contesto immediato. Dopo la sosta dovuta allโ€™incontro con lโ€™uomo ricco e il doppio dialogo con i discepoli (vv.17-22.23-27), riprende la salita di Gesรน e dei discepoli verso Gerusalemme. Alla rinuncia del ricco al discepolato del Maestro segue il suo commento, circa la difficoltร  per un ricco di entrare nel regno di Dio e lโ€™impossibilitร  a salvarsi solo con le proprie opere. Le parole di Gesรน gettano nello scompiglio i suoi seguaci e suscita la reazione di Pietro che rivendica la scelta di aver lasciato ogni cosa per diventare suo discepolo. La povertร  non รจ una condizione sociale da subire ma una scelta di vita da fare. La promessa del centuplo quaggiรน e della vita eterna nel futuro รจ accompagnata dallโ€™annuncio della sofferenza dovute alle persecuzioni. Esse non risparmieranno i discepoli che devono metterle in conto, se liberamente vogliono seguire il Maestro e imitarlo. Subito dopo Gesรน aggiunge una massima: Tutti coloro che sono primi saranno ultimi e gli ultimi primi (Mc 10,31). La scelta fatta da Pietro e dai suoi compagni di lasciare tutto e seguire Gesรน deve essere sempre confermata ma, prima ancora, purificata. Di questo sโ€™incarica lโ€™esperienza della prova. La segreta intenzione di raggiungere i primi posti nella scala sociale conduce inesorabilmente verso lโ€™amara sorpresa di essere ultimi nel Regno di Dio. Qualcuno tra i discepoli puรฒ pensare di essere tra i primi a meritare la promessa di Gesรน che, perรฒ, รจ letta secondo una logica prettamente mondana. Chi invece sceglie lo stile del servizio, che lo porta a essere ultimo per essere al passo di chi รจ rimasto indietro, come fa un buon pastore con le pecore in difficoltร , allora egli รจ primo agli occhi di Dio e diventa il capofila del nuovo popolo dei salvati. Quello che Gesรน insegna ai suoi discepoli lo vive in prima persona. Non รจ una parola teorica ma piena di significato ed efficace perchรฉ nasce dal processo interiore del discernimento per comprendere e attuare la volontร  di Dio.

Perciรฒ, Gesรน coniuga in sรจ il ministero del sapiente maestro e dellโ€™umile pastore che precede il suo gregge per tracciare e indicare la via giusta. La questione della legge o halakร  (cammino) richiamato nel dialogo con i farisei e lโ€™uomo ricco, fa da sfondo al racconto perchรฉ la strada che Gesรน percorre con i suoi รจ metafora di quella โ€œnuova halakร โ€ che egli incarna e che vuole insegnare ai suoi discepoli: si tratta della legge dellโ€™amore, ovvero del dono di sรฉ. Marco, per la prima volta esplicita la meta del viaggio: Gerusalemme. Le due menzioni precedenti la descrivono come la cittร  santa dalla quale provengono coloro che vanno da Giovanni Battista per farsi battezzare (1,5) e i farisei con gli scribi che svolgono una visita ispettiva nei confronti di Gesรน (3,22). Salendo a Gerusalemme Gesรน intende andare incontro a coloro che desiderano la salvezza e che non trovano nella cittร  santa la risposta che soddisfi il desiderio di santitร . Quel luogo santo, un tempo custode della legge, a causa delle sue autoritร  ha perso credibilitร  e necessita di essere cambiata affinchรฉ da quella santa montagna scenda la vera legge che rende fratelli tutti i popoli. La salita non ha solo un significato fisico ma assume un valore simbolico. Gesรน appare sempre piรน solo perchรฉ la salita avviene in un clima generale di sbigottimento e paura. La determinazione di Gesรน suscita stupore, che รจ la reazione di chi non riesce bene a comprendere le sue scelte, e paura in quelli che si sono determinati a seguirlo, nonostante tutto, ma che avvertono sempre di piรน che il loro rapporto con lui non รจ paragonabile a quello che lega un maestro ai suoi discepoli. Cโ€™รจ un di piรน misterioso che incute timore e che essi non hanno voglia di approfondire. La logica che muove i passi di Gesรน verso Gerusalemme appare sempre piรน distante da quella che ispira le scelte dei discepoli, che pure seguono il Maestro. In disparte Gesรน rivela ai Dodici lโ€™epilogo del viaggio. In poche immagini รจ riassunta la passione e la morte del Figlio dellโ€™uomo. Tuttavia nรฉ le mani degli uomini, nรฉ la stretta della morte, possono imprigionare Gesรน, che risorgerร  dopo tre giorni. I sei verbi scandiscono la trama del racconto della passione che รจ il cuore e lโ€™origine del Vangelo.

Il testo

Il racconto evangelico connette gli annunci della pasqua alla reazione degli apostoli che, pur essendo i testimoni degli eventi piรน intimi e riservati della missione di Gesรน, con i loro ragionamenti rivelano lโ€™inconsistenza e lโ€™immaturitร  della loro fede (cf. Mc 8,32-33; 9,33-34). La pericope liturgica รจ divisa in due scene: nella prima, due degli apostoli dialogano con Gesรน (vv. 35-40), nella seconda il Maestro offre ai Dodici un insegnamento (vv.41-45). Lโ€™evangelista presenta i fratelli Giacomo e Giovanni aggiungendo il patronimico a voler ricordare il loro elevato status sociale, dato che appartenevano ad una famiglia la quale aveva a disposizione dei dipendenti (cf. Mc 1,20). Essi, insieme con Pietro, erano stati ammessi ad assistere alla risurrezione della figlia di Jairo (5,37) e alla trasfigurazione (9,2). Dunque, proprio i due apostoli, testimoni privilegiati della manifestazione gloriosa di Gesรน, si accostano a lui per comunicargli la loro volontร . Piuttosto che cercare di cogliere il senso piรน profondo del progetto di Dio su Gesรน, o quello che il Maestro si aspetta dai suoi discepoli, essi si fanno avanti per imporre la loro volontร . La replica di Gesรน non รจ priva di una certa ironia e dimostra di sapere che la richiesta รจ finalizzata ad ottenere qualcosa da lui. La stessa domanda ritornerร  piรน avanti rivolta al cieco Bartimeo (10,51) ma con un significato ben diverso. I due fratelli si raccomandano chiedendo per loro un favore: che, quando essa sarร  pienamente compiuta, essi possano partecipare alla sua gloria ricoprendo i due primi posti. รˆ evidente che la loro speranza รจ squisitamente umana; essi associano la gloria alla regalitร  la cui corona avrebbe ottenuto a Gerusalemme. Il verbo sedere allude al trono dal quale Gesรน avrebbe esercitato la sua autoritร , come tutti i potenti della terra. Giacomo e Giovanni si propongono come i piรน stretti collaboratori e consiglieri del (futuro) re. La proposta dei figli di Zebedeo nasce anche come risposta a quella che hanno inteso essere una ยซchiamata nella chiamataยป. Infatti, hanno interpretato la โ€œselezioneโ€ di Gesรน, fatta in alcuni momenti, come una forma di predilezione e di designazione, insieme a Pietro, davanti agli altri apostoli. Giacomo e Giovanni vogliono essere associati strettamente allโ€™autoritร  e alle funzioni del Maestro nel momento in cui egli avrebbe raggiunto lโ€™apice della gloria instaurando il suo regno. รˆ alquanto paradossale che i due apostoli avanzino questa richiesta perchรฉ la pretesa, che smaschera la loro ambizione, stride con il contenuto della rivelazione del Maestro con la quale per la terza volta anticipa loro gli eventi pasquali. In essi troverร  compimento la volontร  del Padre che affida al Figlio il ยซpotereยป e lโ€™ยซautoritร ยป del Messia.

Gesรน non respinge la richiesta ma intende correggerla e orientarla nello stesso verso della volontร  di Dio della quale egli ha scelto di mettersi a servizio, non senza aver prima dichiarato lโ€™insipienza dei suoi interlocutori e della loro petizione. Essi chiedono qualcosa che risulta essere la diretta conseguenza di un modo di pensare tipicamente mondano. Invece, il discorso di Gesรน si pone su un piano superiore che รจ la volontร  divina alla luce della quale legge la sua vocazione e il suo destino. Il progetto che motiva la scelta di Gesรน di andare a Gerusalemme si riassume in due immagini: il calice da bere e il battesimo da ricevere. Il calice richiama lโ€™idea della convivialitร  e al tempo stesso della sofferenza (cf. il calice dellโ€™ira che Israele deve bere fino alla feccia a causa del suo peccato); mentre il battesimo, inteso come immersione nellโ€™acqua, da una parte allude al gesto penitenziale del Battista col quale il penitente affermava la volontร  di conversione e dallโ€™altra allude profeticamente alla sepoltura, posta tra lโ€™evento della morte e quello della risurrezione. Il calice e il battesimo servono a veicolare la consapevolezza che Gesรน ha nel vivere gli eventi pasquali imminenti nei quali testimoniare la piena comunione e appartenenza a Dio.

Gesรน invita i discepoli ad assumere il suo stesso sguardo di fede per non lasciarsi vincere dalla paura che giร  alberga nel loro cuore. Non solo i discepoli compagni del cammino, ma anche il lettore viene sapientemente guidato a cogliere il valore profetico dellโ€™evento del battesimo al Giordano narrato da Marco in 1, 9-11. In quella scena lโ€™evangelista sottolinea che Gesรน uscendo dallโ€™acqua sente la voce dal cielo che attesta la sua identitร  di Figlio di Dio. Non si tratta di un titolo onorifico che pone Gesรน al di sopra degli altri uomini, conferendogli particolari poteri, ma di un modo di vivere nel mondo affinchรฉ tutti gli uomini possano essere resi partecipi della medesima dignitร  assimilando i suoi sentimenti e assumendo lo stesso stile di vita, ispirato al principio dellโ€™amore oblativo. Quindi, la gloria di Gesรน, lungi dallโ€™essere ostentazione di potere e ricchezza, รจ la manifestazione dellโ€™amore di Dio che rifulge tra le tenebre del peccato dellโ€™uomo. Il vero potere รจ quello esercitato su di sรฉ per fare della propria vita un dono dโ€™amore. Ancora una volta i due apostoli fraintendono le parole di Gesรน perchรฉ, essendo autocentrati, recepiscono la condizione da lui posta, come richiesta di disponibilitร  a partecipare insieme al Maestro la lotta per la conquista del suo regno. Essi, intravedendo in Gesรน non piรน il profeta di Dio ma il Cristo condottiero di schiere, prontamente dichiarano la loro decisa disponibilitร  a far parte del suo esercito e affermano: โ€œpossiamoโ€.

Gesรน, coniugando i verbi al futuro, conferma che gli apostoli lo seguiranno nella prova, non per raggiungere i loro scopi ma per esercitare il potere di liberare chi รจ schiavo del peccato e trasmettere ad ogni uomo il vangelo che salva. La missione, infatti, รจ una, ed รจ quella di Cristo insieme alla sua Chiesa, la quale non puรฒ bypassare lโ€™esperienza della sofferenza e della morte. Anche loro, dunque, vivranno il mistero pasquale di passione e di morte per condividere la gloria del suo regno; tuttavia la presenza, a destra e a sinistra, nel momento piรน alto della sua gloria, quando sarร  riconosciuto Figlio di Dio, spetterร  ad altri (i due che vengono con-crocifissi con Gesรน). Gesรน, spoglio di tutto, muore da innocente tra due malfattori condividendo con loro la stessa condanna. I due ladroni sederanno a destra a sinistra non per i loro meriti ma per il progetto di Dio di rendere Gesรน solidale con gli ultimi, i quali diventano i primi destinatari della sua regalitร  salvifica. Essere primo non significa escludere gli altri, ma accoglierli nella comunione attraverso il servizio. Gesรน intende guidare i discepoli nel passaggio di mentalitร  affinchรฉ non concepiscano il ministero come una forma di autorealizzazione ma come occasione di crescita umana e di conformazione a Cristo, loro Unico maestro e modello.

Gli altri dieci, sentendosi esclusi dalla richiesta dei due fratelli, provano sdegno e comprendono anche la reazione indignata di Gesรน davanti alla scena in cui gli apostoli cacciano i bambini e impediscono di avvicinarsi al Maestro (10,14). Come era avvenuto precedentemente, si rende necessario un ulteriore insegnamento riservato ai Dodici. Essi devono vigilare su se stessi perchรฉ la logica del potere, esercitato da coloro che credono di governare e di essere grandi, non prevalga su quella che il Maestro vuole insegnare e partecipare loro.

Lโ€™insegnamento parte dallโ€™esperienza che gli uomini fanno dellโ€™abuso di potere e di autoritร . Eppure, tutti i regimi totalitari e i sistemi tirannici si poggiano su un consenso popolare coagulato attorno a principi mondani quali la supremazia di uno sugli altri, di una razza su unโ€™altra, di una cultura su unโ€™altra, di un popolo su un altro, di una religione sulle altre. In queste situazioni il potere e lโ€™autoritร  diventano strumenti di sottomissione per aumentare ricchezza e influenza. La narrazione evangelica presenta lโ€™esempio di Erode e Pilato vittime del loro governo dispotico e dimostrazione del fallimento di un prototipo politico basato sulla prevaricazione, la repressione e lโ€™ambizione personale. Gesรน oppone un altro modello di vita e di autoritร . ยซTra voi non รจ cosรฌยป: Gesรน richiama i suoi discepoli allโ€™esperienza con lui. La relazione con Gesรน รจ fondante di uno stile totalmente diverso da quello incarnato dai potenti di questo mondo che si spacciano per benefattori e che, invece, sono solo degli approfittatori e speculatori. Il regno di Dio non schiaccia dallโ€™alto facendo pesare la sua gloria (il termine ebraico corrispondente รจ ยซcabodยป che significa ยซpesoยป) e non si impone con la violenza o potere coercitivo. Il regno di Dio manifesta la sua bellezza dovunque ci siano persone guidate dallo Spirito che, come Gesรน, rispondono alla chiamata di Dio a diventare ยซgrandi nellโ€™amoreยป e guide-accompagnatori dei fratelli nel comune cammino di santificazione.

La logica del servizio, che rinuncia allo scontro per favorire lโ€™incontro, deve valere innanzitutto dentro la comunitร  cristiana (โ€œvostro servoโ€) e fuori (โ€œschiavo di tuttiโ€). Gesรน si propone non solo come modello etico, ma come fonte perenne di servizio a cui attingere per esercitare il primato e lโ€™autoritร . Non si propone lโ€™annullamento della dignitร  o della personalitร  dei discepoli, ma un modo di vivere inteso come servizio basato sulla dedizione e dipendenza da Dio, tipica del servo. Si tratta di un potere che dal basso ha la forza di esercitare una pressione verso lโ€™alto coinvolgendo tutti. Gesรน non รจ venuto a sostituirsi allโ€™uomo nel dramma della schiavitรน dal debito del peccato; egli รจ venuto a spingere ogni uomo e ogni donna verso la libertร  autentica, quella che si esercita nellโ€™amare lโ€™altro perchรฉ riconosciuto come dono prezioso e irrinunciabile.

MEDITATIO

Dalla bramosia del potere alla compassione

Gesรน aveva appena ribadito per la terza volta che a Gerusalemme, dove era diretto con i suoi discepoli, avrebbe subito umiliazione e morte ma da essa sarebbe stato liberato con la risurrezione. Quanto piรน si avvicinava lโ€™ora della Pasqua tanto piรน gli apostoli sembravano allontanarsi dal loro Maestro per inseguire le loro fantasie. I discepoli precedentemente avevano giร  discusso tra loro chi fosse il piรน grande e, dunque, chi di loro fosse piรน capace di assumersi la responsabilitร  di prendere il posto di Gesรน. Lโ€™idea fissa รจ quella di guadagnare il posto giusto dal quale gestire e controllare. Le fantasie, caldeggiate e coltivate nellโ€™intimo del cuore, vengono poi proiettate sugli altri caricandoli delle proprie attese. รˆ facile che esse diventino pretese, criteri di scelta e il fine per cui vivere. Tra queste fantasie la piรน comune, ma anche la piรน nociva, รจ lโ€™aviditร  o sete di potere.

I due fratelli, discepoli della prima ora, chiedono a Gesรน di essere i suoi collaboratori piรน stretti nel momento in cui sarebbe giunto allโ€™apice della gloria e avrebbe conquistato finalmente il potere. Essi esprimono la loro decisa volontร  di partecipare allโ€™esercizio della sua autoritร . Sembrano avere le idee chiare, ma cosรฌ non รจ perchรฉ essi, dice loro Gesรน, non sanno quello che chiedono. Infatti, quella che sembra essere una semplice richiesta di favore nasconde il tentativo di piegare Gesรน alla loro volontร  di potenza. Formalmente essi chiedono di partecipare alla gloria di Gesรน, ma nei fatti essi pretendono che il Maestro si adatti alla loro volontร . Per il raggiungimento del loro obbiettivo si dichiarano disposti e pronti a bere lo stesso calice di sofferenza di Gesรน e a ricevere il suo medesimo battesimo. In realtร , essi non sanno quello che dicono, convinti di poter meritare il premio in forza della loro volontร  e capacitร  di affrontare qualsiasi lotta. Essi sono disposti a fare qualsiasi sacrificio per ottenere ciรฒ che desiderano. Ma Gesรน non puรฒ dare loro ciรฒ che essi chiedono perchรฉ la gloria verso cui รจ indirizzato il cammino del Signore รจ di tuttโ€™altra natura. Infatti, egli invita i discepoli a partecipare della sua gloria intesa come servizio e dono della propria vita.

La logica del possesso, fatta propria dai governanti delle nazioni che le dominano e le opprimono, crea fratture nella comunitร  perchรฉ induce coloro che la seguono, o che la subiscono, a forme fratricide di competizione per occupare i posti di prestigio o garantirsi dei privilegi. Il desiderio di raggiungere il potere, che รจ fine a sรฉ stesso, o semplicemente di intendere la vita solamente come godimento, genera ingiustizie e dissidi; Gesรน, al contrario, mette a servizio della volontร  del Padre la sua e in questโ€™opera coinvolge i discepoli per condividere con loro il potere dellโ€™amore che genera pace e giustizia. Gesรน รจ il servo di Dio che si offre a Lui perchรฉ si compia la sua volontร  e si consegna nelle mani degli uomini per coinvolgersi totalmente nelle loro vicende dolorose, per sanarle, ed educare al servizio. Solo lโ€™amore che si fa servizio sana il cuore dellโ€™uomo e lo salva dalla morte causata dal peccato. Per esercitare il potere dellโ€™amore, che libera e riscatta, bisogna percorrere la via del servizio, la quale passa attraverso la compassione, ovvero la partecipazione alla sofferenza dellโ€™uomo e di Dio, simboleggiata dal calice da bere e dal battesimo nel quale essere immersi. Lโ€™obbedienza fiduciosa al Padre genera nel cuore di Gesรน la compassione che lo porta a bere fino infondo il calice dellโ€™amarezza e ad essere battezzato, ovvero a immergersi nellโ€™onda del peccato, per indicare il suo pieno e totale coinvolgimento nellโ€™umanitร  peccatrice. Infatti, la Lettera agli Ebrei parla di Gesรน come del Sommo Sacerdote grande perchรฉ ha saputo prendere parte alle nostre debolezze, messo alla prova in ogni cosa, escluso il peccato. Perchรฉ Gesรน si รจ coinvolto totalmente nella nostra umanitร ? Per compiere la volontร  del Signore, quella di fare di noi un regno e sacerdoti ad immagine di Gesรน che รจ inviato dal Padre per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.

Per questo dono di grazia possiamo accostarci e unirci pieni di fiducia a Colui che รจ stato fatto re e che non esige una tassa da pagare, ma dispensa la grazia che ci rende uomini felici perchรฉ a servizio della pace e della giustizia di Dio.

Per meditare โ€ฆ quello che dice Dio alla mia vita

Nella preghiera invoco lo Spirito Santo perchรฉ mi faccia comprendere e aderire alla volontร  di Dio? La fiducia dellโ€™amore di Dio nei miei confronti vince la paura della sofferenza e della rinuncia a se stessi per aprirmi ad una serena adesione al progetto di Dio? Come valuto la bontร  delle mie richieste a Dio, secondo bisogni strettamente individuali o condivisi da tutti? Lo sdegno verso lโ€™ingiustizia, che deriva dallโ€™ambizione e aviditร , si traduce in impegno personale a vivere nel feriale la fedeltร  al principio della caritร  che crea comunione? Quanto del male che vedo negli altri รจ presente in me? Quanto del bene e della giustizia che mi aspetto dagli altri รจ presente nei miei pensieri, scelte, azioni e parole? Quale modello ispiratore orienta i miei atteggiamenti di fondo?

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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