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don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 13 Ottobre 2024

Domenica 13 Ottobre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 10, 17-30

Continua il nostro cammino alla scuola della Liturgia. Gesรน sta andando verso Gerusalemme, una meta che non indica solo il traguardo di un cammino, ma รจ simbolo/cifra/parametro di una vita. Strada facendo educa i suoi discepoli, cerca di aiutarli a sintonizzarsi con il suo cuore e la volontร  del Padre, tenta di far capire loro che โ€œGerusalemmeโ€ รจ stile di vita, รจ criterio per una vita riuscita. Per capire anche noi, sostiamo un istante e guardiamoci indietro.

Continua dopo il video.

24^ domenica, dopo aver chiesto ai discepoli chi fosse Lui per la folla e per loro stessi, Gesรน aggiunge โ€œIl Figlio dellโ€™uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi e venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgereโ€ (Mc 8,31). Come a dire: non si sceglie Gesรน per โ€œeducazione ricevutaโ€, ma โ€œper un incontro a tu per tuโ€.

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25^ domenica, mentre Gesรน insegna ai discepoli che lui dovrร  soffrire e morire, per poi risorgere, i suoi discutono su chi sia il piรน grande tra di loro, dimostrando che lo seguivano coltivando ancora i loro progetti di ambizione e carriera (cfr Mc 9,30-37).

26^ domenica, mentre Gesรน continua a insegnare che darร  la vita per la salvezza di tutti, i discepoli sono preoccupati che qualcuno fuori dalla loro โ€œcerchiaโ€ compia azioni buone. Gesรน non reagisce, ma indica un โ€œbimboโ€ come metro di misura (il bambino puรฒ solo ricevere e confidare nellโ€™aiuto dellโ€™altro: vive di dono/di Provvidenza) e invita i discepoli a โ€œtagliareโ€, a โ€œdare un taglioโ€ a quanto puรฒ ostacolare, deviare o scandalizzare, ben sapendo che ogni potatura รจ finalizzata a portare piรน frutto (cfr Gv 15,1-8), ogni โ€œcorrezioneโ€ allโ€™inizio puรฒ anche far male, ma poi arreca pace (cfr Eb 12,11).

27^ domenica, Gesรน viene messo alla prova/tentato dai farisei. Questi, fedeli/fiscali alla โ€œleggeโ€, Gesรน fedele al progetto originario di Dio. Loro attenti alla โ€œvirgolaโ€, Gesรน fisso al sogno del Padre che sta โ€œIn Principioโ€. Loro arguti nel difendere le loro posizioni, Gesรน attento al Bene degli uomini perchรฉ questa รจ la volontร  del Padre (cfr Mc 10,2-16).

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Come si puรฒ cogliere, cโ€™รจ una coerenza in queste tappe del cammino. Quanto avverrร  a Gerusalemme รจ giร  presente lungo tutto il cammino di Gesรน: amore, fiducia, sacrificio, servizio, misericordia. Cโ€™รจ giร  tutto.

Oggi, 28^ domenica, lโ€™invito รจ ancora quello di sintonizzarci con il โ€œpensareโ€ del Signore Gesรน. E se si vuole puntare in alto, รจ necessario lasciarsi guidare dalla Sapienza che viene dallโ€™alto (cfr 1Re 3,9, preghiera di Salomone: โ€œDonami o Dio un cuore saggio e intelligenteโ€). Eโ€™ il tema di questa domenica, che la liturgia introduce nella I lettura con un brano tratto dal libro della Sapienza; essa va preferita ad altre logiche, perchรฉ nulla รจ paragonabile alla Sapienza di Dio, tanto che nel salmo risponderemo: โ€œSaziaci Signore con il tuo amoreโ€ฆInsegnaci a contare i nostri giorniโ€ฆโ€. Con questa chiave tematica, entriamo nel testo del vangelo, che prosegue lรฌ dove lo abbiamo interrotto domenica scorsa.

vv. 17-19: ยซMentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandรฒ: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร  la vita eterna?”. 18Gesรน gli disse: “Perchรฉ mi chiami buono? Nessuno รจ buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”ยป.

Ancora una volta โ€œla via/la stradaโ€ diventa luogo/esperienza di incontro e di insegnamento. Un โ€œtale gli corse incontroโ€. Il vangelo non dice il nome, ma dagli altri evangelisti sappiamo che รจ un giovane (Mt 19,20) e ricco (Lc 18,18). Certamente ammira Gesรน, tanto da presentarsi a lui e, inginocchiandosi (cfr 1,40 il lebbroso si inginocchia), chiede la โ€œvita eternaโ€. Questo tale si appella alla โ€œbontร โ€, ma Gesรน precisa che solo Dio รจ buono, perchรฉ Lui solo รจ la Bontร , รจ lโ€™Amore, รจ la Grazia (cfr Es 34,6-7). A questo tale, Gesรน presenta i Comandamenti, e tra tutti, indica solo quelli rivolti al prossimo (cfr Es 20,10-16; Dt 5,1-20). Cโ€™รจ perรฒ un dettaglio che merita evidenziare. Il โ€œnon frodareโ€ non fa parte dei comandamenti, รจ un precetto: โ€œNon defrauderai il salariato povero e bisognoso e gli darai il suo salarioโ€ฆโ€ (Dt 24,14). Ma riguarda sempre il rispetto dellโ€™altro.

vv. 20-23: ยซ20Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. 21Allora Gesรน fissรฒ lo sguardo su di lui, lo amรฒ e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beni. 23Gesรน, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto รจ difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!”ยป.

Di fronte al richiamo dei Comandamenti, questo โ€œtaleโ€ dichiara di osservarli giร  fin dalla giovinezza. Risposta che porta Gesรน a fissare lo sguardo su di lui, manifestandogli pieno compiacimento, ma altresรฌ invitandolo a fare un passo in piรน: โ€œUna cosa sola ti manca: vaโ€™, vendi quello che haiโ€ฆโ€. Uno sguardo, quello di Gesรน, che non rinnega nรฉ tradisce. Eโ€™ fedele lo sguardo di Gesรน, sempre pronto a farti ripartire (cfr Lc 22,61: โ€œGesรน si voltรฒ e fissรฒ lo sguardo su Pietroโ€).

Tre verbi che possono cambiare la vita: va, vendi e dai. โ€œVaโ€™โ€, รจ il verbo della missione, e quindi dellโ€™essere stato scelto; โ€œvendiโ€, รจ il verbo della scelta, della responsabilitร ; โ€œdaiโ€, รจ il verbo dellโ€™adesione a Lui, del dono, della logica dโ€™amore. Verbi che invitano a puntare lโ€™attenzione sul tesoro che veramente conta: โ€œNon accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumanoโ€ฆโ€ (cfr Mt 6,19ss), โ€œPerchรฉ, dovโ€™รจ il tuo tesoro, lร  sarร  anche il tuo cuoreโ€ (Mt 6,21). In fondo si tratta di diventare โ€œpoveriโ€ come Colui che spogliรฒ se stesso/divenne povero per noi (cfr Fil 2,7)

โ€œA queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beniโ€ (cfr Sal 49: โ€œQuesta รจ la sorte di chi confida in se stessoโ€ฆcome pecore sono avviati agli inferiโ€ฆNella sua vita si diceva fortunatoโ€ฆlโ€™uomo nella prosperitร  con comprendeโ€). Il rifiuto non viene espresso a parole, ma con un โ€œse ne andรฒโ€, e manifestando i sentimenti: scuro in volto e triste. Quel vuoto, quel santo desiderio che porta il ragazzo a correre, a stare dietro a Gesรน ha una forza nel โ€œsapereโ€ i comandamenti, ma trova come ostacolo la โ€œlogica dei comandamentiโ€: lโ€™amore per il prossimo, il donarsi per lโ€™altro, che รจ quanto Gesรน farร  morendo in croce. In Marco il verbo โ€œrattristarsiโ€ si ritrova solo due volte: qui e poi al capitolo 14 (14,19), riferito ai discepoli che si rattristano quando vengono a sapere che uno di loro avrebbe tradito. La tristezza fa dunque parte del cammino, svela quanto sia difficile stare โ€œdietro a Gesรนโ€.

vv. 24-27: ยซ24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesรน riprese e disse loro: “Figli, quanto รจ difficile entrare nel regno di Dio! 25รˆ piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. 26Essi, ancora piรน stupiti, dicevano tra loro: “E chi puรฒ essere salvato?”. 27Ma Gesรน, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perchรฉ tutto รจ possibile a Dio”ยป.

I discepoli restano sconcertati, anche perchรฉ ricchezza e prosperitร  erano ritenuti segni di benedizione divina. Ancora una volta quindi Gesรน scuote le loro certezze e porta a galla quanto custodiscono nei loro cuori. Una reazione che suggerisce quanto il demonio sia astuto nel non farsi riconoscere, a tal punto da rendere i discepoli fedeli nel seguire Gesรน, ma non altrettanto ad aderire alla sua logica. Gesรน perรฒ indica la soluzione: Dio. Quel Principio a cui ha fatto cenno nel brano di domenica scorsa: in Dio tutto รจ possibile.

vv. 28-30: ยซ28Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. 29Gesรน gli rispose: “In veritร  io vi dico: non c’รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva giร  ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร ยป.

Ancora una volta รจ Pietro a prendere la parola a nome del gruppo: โ€œNoi abbiamo lasciato tutto…:โ€. E di fronte a questa espressione, Gesรน non rimprovera, ma rassicura, indicando non solo il centuplo in questa terra, ma anche la vita eterna. Ossia ciรฒ che quel โ€œtaleโ€ cercava.

Dicevamo allโ€™inizio che il cammino che conduce Gesรน a Gerusalemme รจ simbolo del cammino della nostra vita, e la meta riassume in sรฉ lo spirito con il quale percorrere il cammino. La strada, cosรฌ come il nostro cuore, รจ il luogo della semina dove una parte dei semi cade lungo la strada, una tra i sassi, una nel terreno buono (cfr Lc 8,4-15). Gesรน si lascia arrestare e processare per restare fedele al Padre e a noi; si lascia inchiodare mostrando fino a che punto Dio รจ disposto ad arrivare per dimostrarci il suo amore; perdona chi lo crocifigge e accoglie in Paradiso chi gli sta accantoโ€ฆ(cfr Lc 23, 33ss).

Tutto questo lo ritroviamo nella sua vita. Ecco perchรฉ in queste domeniche Gesรน sta educando i suoi discepoli e oggi noi. Ci educa a questo stile di vita, e ci mette in guardia da ciรฒ che potrebbe distoglierci: la tentazione della gloria (24^ domenica, Lungi da me Satana, tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini); la tentazione del potere (25^ domenica, Chi รจ il piรน grande tra noi?); la tentazione dellโ€™esclusivitร  (26^ domenica, โ€œPredica amore, ma non รจ dei nostriโ€); la tentazione del legalismo, (27^ domenica โ€œLa legge dice, In Principio Dioโ€ฆ); oggi, la tentazione del vano sapere. Se il โ€œsapere Dioโ€ non si fa โ€œcarneโ€, non si fa vita quotidiana, non serve a nulla. Oggi, come un tempo, i comandamenti non sono un elenco da imparare a memoria (anche, ma non solo). Sono un chiaro modo di comportarsi, di intendere la vita.

Quel vuoto del โ€œtaleโ€ che corre incontro a Gesรน manifesta che qualcosa gli manca. Possiede tanto, ma non possiede ancora tutto, e ne sente nostalgia. Perchรฉ gli manca la โ€œrelazioneโ€, gli manca quel โ€œtuโ€ con cui vivere (cfr Gn 2,18: โ€œNon รจ bene che lโ€™uomo sia soloโ€), con cui condividere il cammino della vita. Come lui, anche noi talvolta o spesso siamo pieni di tante cose, di affanni quotidianiโ€ฆ ma basta ascoltare un poโ€™ il cuore, per accorgersi che ci manca ancora qualcosa. Non sono i beni a mancare; a mancare รจ il Bene sommo, รจ Lui: โ€œTardi ti ho amato, bellezza antica, Tu eri dentro di me ed io ti cercavo fuoriโ€ (Santโ€™Agostino). La proposta di Gesรน di โ€œrinunciareโ€ รจ per fare spazio a Lui: ma non รจ rinuncia fine a se stessa, รจ conquista, รจ tesoro che nessun ladro puรฒ portare via. Quel tale รจ andato da Gesรน per avere di piรน, mentre Gesรน gli ha proposto di dare di piรน: ed รจ entrato in crisi. In questo modo Gesรน dimostra che quando si possiedono troppi beni e su di essi si fa basare la propria vita, alla fine rischia di esserne posseduto. E non sei piรน libero (Lโ€™uomo nella prosperitร  non comprendeโ€ฆSalmo 49).

Gesรน chiede di sintonizzarsi con la sua sapienza: allโ€™Amore che chiama, che attraeโ€ฆnon si puรฒ che rispondere con un amore โ€“ pur fragile e debole – che si dona. Per accogliere questo Amore, occorre quindi non avere altri amori, non avere un cuore diviso. Chi si affida alla sicurezza del possedere, rischia di non essere in grado di discernere ciรฒ che veramente conta, perchรฉ si reputa autosufficiente. Lasciare tutto, significa imparare a fidarsi โ€“ come un bimbo – della Provvidenza di Dio, la quale riveste i gigli del campo senza che essi muovano un dito (Mt 6,25ss). I comandamenti richiamati da Gesรน, riguardano tutti โ€œil prossimoโ€, perchรฉ in fondo lโ€™amore al prossimo รจ il banco di prova dellโ€™amore a Dio: โ€œChi infatti non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ€ (1Gv 4,20). Come a dire: sarai felice se rendi felice gli altri.

Lโ€™importante รจ non chiudersi a Dio e agli altri. Da qui, non resta che chiedere al Signore il dono della Sapienza, unica soluzione per una vita vera e bella.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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