HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 18 Settembre 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 18 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 7,31-35

Il Verbo incarnato, uomo del suo tempo, vive in una societร  dove emergono limiti molto importanti (la condizione delle donne e delle vedove e delle persone colpite da malattie) e una prassi religiosa severa nel praticare la legge di Dio donata a Mosรจ e arricchita da prescrizioni assenti nella Parola.

La predicazione di Gesรน ha smosso moltissimi ascoltatori dalle loro consuetudini. Si sono messi in discussione farisei, centurioni romani, anziani del popolo: quel Galileo non era un uomo qualunque e meritava attenzione. Ma la gente, la folla, i grandi numeri di seguaci che camminavano con il Signore e soprattutto i suoi avversari di sempre, scribi e farisei, aspettavano sempre segni. E chi lo riteneva un pericolo, qualcuno da eliminare.

Gesรน sintetizza questa realtร  servendosi dell’immagine dei bambini mai contenti di nulla, egoisti, che faticano a condividere con gli altri. Al tempo del Nazareno troviamo come guida i sapienti, gli studiosi della Parola: sadducei, scribi e farisei. Ma erano bambini nell’atteggiamento rivolto nei confronti dell’Emmanuele.

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Suo cugino, Giovanni detto il Battista, viveva la fede in modo molto piรน rigoroso degli altri. Anzichรฉ seguirne lo stile di vita lo contestavano soprattutto per le parole pronunciate contro chi non comprendeva il volere di Dio. รˆ Giovanni morirร  per questo.

Gesรน, forse discepolo del Battista, indicava una prassi molto diversa. Alla vita dura del deserto del primo, troviamo il Galileo spingersi nei paesi e nelle cittร . Alla severissima dieta alimentare del Battista, leggiamo che il Nazareno non si sottraeva a mangiare e bere vino con chiunque.

Scopo degli avversari era smantellare la reputazione di entrambi o ucciderli. Giovanni รจ indemoniato per chi sa che la veritร  fa male. Meglio ucciderlo.

Il figlio di Maria mangia in continuazione con tutti e quindi รจ definito โ€œmangioneโ€ e addirittura gradisce il vino: da qui โ€œbeoneโ€. Morirร  in croce: ma rimane sempre presente nel Pane e nel Vino posto sulla tavola. Corpo e Sangue di Gesรน sull’altare. Nessuno poteva capire, non era venuto il tempo.

Per riflettere

La pedagogia di Gesรน รจ molto ricca. Il Maestro, il Buon Pastore, insegnava parlando (parabole), compiendo segni (i miracoli), spesso discutendo a tavola. โ€œLuoghiโ€ e โ€œmodiโ€ diversi per annunciare che Lui รจ la Via. A tavola viene spontaneo parlare e discutere. Una convivialitร  che ha grande significato e che spesso รจ portatrice di scene importanti come quella che mediteremo domani.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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