Il vangelo della terza domenica del mese di settembre รจ strettamente legato con la Parola proclamata domenica scorsa e anche con quella di ieri. La meditazione della pericope di domenica scorsa metteva in evidenza il disegno di Gesรน di mostrarsi come il Salvatore dell’umanitร e non solo del popolo di Israele. Marco, nel racconto di oggi, ci mostra Gesรน ancora fuori dalla terra promessa, e proprio lร pone una domanda che in realtร รจ la domanda. ร una scena molto importante dove ricavare insegnamenti profondi che valgono per tutti.
Il Nazareno non รจ curioso di sapere cosa altri pensano di Lui: Ma voi, chi dite che io sia? interpella noi stessi, ci mette in un angolo dove per uscirne รจ necessario offrire una risposta. L’evangelista scrive che รจ Pietro l’unico a rispondere. ร la Chiesa che risponde con la voce di Pietro, รจ la fede di chi segue e cerca di vivere la dottrina portata dal Figlio. Una affermazione che Lo riconosce come colui che รจ mandato dal Padre e che volontariamente ne accetta il piano che lo porterร ad abbracciare la croce, cioรจ quanto abbiamo meditato ieri riflettendo la Parola del capitolo tre del Vangelo di Giovanni. Un testo, quello di oggi, che non lascia vie di fuga. L’Emmanuele, veramente Dio-con-noi, uscendo dalla terra santa, proclama la salvezza anche agli โaltriโ e non solo agli ebrei. Non ci sono confini che impediscono la diffusione del suo insegnamento che รจ rivolto a chiunque: un privilegio per il popolo scelto da Dio che non esclude ma doveva includere gli altri popoli alla salvezza.
Pietro risponde con parole precise e profonde. Ma non coglie pienamente il significato. Se prima riceve un apprezzamento (seppur non scritto nel testo), subito dopo subisce un severissimo rimprovero: mostra la sua fragilitร umana e l’ignoranza del progetto divino. Le sue parole lo pongono come satana, cioรจ avversario tanto quanto lo sono farisei e scribi. Tanto quanto lo siamo anche noi quando antecediamo il nostro pensiero e comportamento alla vocazione di Dio che vuole la partecipazione attiva al suo piano di salvezza.
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Per riflettere
ร un gergo molto noto: โOgnuno ha la sua croceโ. Viviamo questa quotidianitร segnata anche dal dolore, dalla sofferenza, dalla morte. Maria andรฒ sotto la croce di Gesรน. Ma la croce รจ anche โluogoโ di salvezza. Il Figlio, fattosi carne, offre la sua vita terrena per noi. Il dolore di Maria madre di Gesรน conduce alla preghiera in Maria Madre di Dio e Maria Madre della Chiesa.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi