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p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 15 Settembre 2024

Domenica 15 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 8, 27-33

Il rifiuto della sofferenza

Quando ci troviamo davanti a situazioni di sofferenza, sofferenza personale o delle persone a cui vogliamo bene, la prima reazione รจ generalmente il rifiuto: non รจ possibile! Cerchiamo un colpevole, ci arrovelliamo provando a costruire strategie di vendetta. Per quanto comprensibili ed emotive, queste reazioni non ci aiutano ad affrontare le vicende faticose della vita, quelle in cui siamo messi alla prova nella salute o quelle in cui facciamo esperienza dellโ€™ingiustizia o del tradimento o del fallimentoโ€ฆ

La sofferenza รจ lรฌ e chiede di essere attraversata. Paradossalmente ci troviamo di fronte a una grande scuola, dove possiamo cogliere lโ€™occasione di crescere umanamente e spiritualmente. Gesรน, dice Marco nel Vangelo di questa domenica, parlava della sua sofferenza apertamente, perchรฉ nella sofferenza non puoi nasconderti: รจ lรฌ che sei visto e ti vedi per come sei veramente. Quando tutto va bene, infatti, รจ facile predicare, specialmente quando imbastiamo discorsi retorici su come gli altri devono vivere la sofferenza, ma la vera predicazione, quella piรน efficace, รจ la nostra vita nel tempo della difficoltร  e del dolore.

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Luogo di rivelazione

La sofferenza รจ un luogo di rivelazione: il messaggio di Cristo sarebbe distorto se non comprendesse la sua volontร  di attraversare la sofferenza senza tirarsi indietro, senza opporre resistenza (cf Isaia 50,5).

Il brano del Vangelo, che viene proposto in questa domenica, ci porta al centro dellโ€™itinerario narrato da Marco. Siamo a un punto di svolta, nel capitolo 8. Ci troviamo di fronte a un cambiamento che si gioca proprio nel modo in cui siamo disposti ad accogliere la sofferenza.

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Gesรน intuisce che qualcosa non ha funzionato nellโ€™annuncio del Vangelo. Cโ€™รจ qualcosa che impedisce alla sua Parola di entrare nel cuore della gente. Provando a chiedere che cosa รจ passato della sua persona, Gesรน si accorge che la gente ha una visione parziale di lui. Non รจ stata colta la novitร  del suo messaggio: Giovanni Battista, Elia, uno dei tanti profetiโ€ฆsono figure con cui Gesรน condivide alcuni tratti. La gente non riesce ad andare oltre il giร  noto, oltre quello che รจ stato giร  visto. Che cosa manca per comprendere fino in fondo chi รจ Gesรน?

Chi sono io per te?

Da questo momento Gesรน non si rivolgerร  piรน alla folla in generale, ma inizierร  a occuparsi in maniera piรน diretta ed esclusiva dei discepoli, di quelli che gli stanno piรน vicino. Il punto di svolta รจ una domanda. Gesรน rivolge ai discepoli la domanda fondamentale, che potrebbe suonare un poโ€™ cosรฌ: a questo punto del tuo cammino con me, dopo quello che hai sperimentato, dopo quello che hai vissuto con me, cosa hai capito? Chi sono io per te?

รˆ la domanda che risuona nel cuore del discepolo di ogni tempo. A un certo punto occorre fermarsi e chiedersi: cosa ho compreso di Gesรน fino ad ora?

Comprendere non รจ vivere

Pietro intuisce la risposta, ma non la comprende fino in fondo. Intuisce per un dono di grazia, ma non รจ disposto a vivere quello che ha scoperto. Forse anche noi abbiamo compreso tante cose su Gesรน, forse le sappiamo, ma non รจ detto che siamo disposti a viverle personalmente. E Pietro infatti si scopre incapace di vivere un aspetto fondamentale della sequela: accogliere la sofferenza per e con Gesรน.

Pietro non ha paura solo della sofferenza di Gesรน, come noi quando non vogliamo ovviamente la sofferenza di una persona cara, Pietro ha paura della sua sofferenza personale, perchรฉ sa bene che il fallimento del maestro significherร  anche la sua personale sconfitta. Sรฌ, Pietro, come tutti noi ha paura di soffrire!

Quando si diventa discepoli

Eppure cosรฌ come la rivelazione di Gesรน รจ possibile solo nel tempo della sofferenza, cosรฌ la nostra professione di fede piรน autentica รจ solo quella che facciamo nel tempo della nostra sofferenza. Nel Vangelo di Marco, infatti, Gesรน accetta di essere riconosciuto come Messia e Figlio di Dio solo nel momento in cui ha le mani legate davanti al Sommo sacerdote e mentre รจ sulla croce sotto lo sguardo del centurione romano.

Si diventa discepoli solo rinunciando alle proprie ragioni, alle proprie rivendicazioni, ai propri tempi. Ecco cosa vuol dire rinnegare se stessi. Solo in questo modo ci liberiamo infatti del nostro io ingombrante per lasciare posto alla logica del Vangelo: prendere su di sรฉ la propria croce.

Il punto infatti non รจ tanto la sofferenza, ma come la viviamo. La croce, in queste parole di Gesรน, non รจ la sventura che si abbatte su di noi, ma รจ il modo di pensare e di affrontare le vicende della vita ogni giorno alla luce della parola del Vangelo. Prendere la croce ogni giorno vuol dire assumere il Vangelo come criterio delle nostre scelte: e questo รจ davvero faticoso! Laddove ci verrebbe voglia di distruggere, cercare vendetta, farci giustizia da soli, siamo chiamati invece a perdonare, a consegnare, a confidare nellโ€™ira di Dio che ha i suoi tempi e i suoi percorsi.

Il discepolo dunque รจ chiamato a rinnegare se stesso, a prendere la croce e soprattutto a seguire, piรน precisamente a mettersi dietro a Gesรน. Per lo piรน invece noi vogliamo metterci davanti a lui, vogliamo fare la nostra strada, vogliamo costruire i nostri progetti, preferiamo fare le nostre scelte e poi chiediamo a Dio di benedire quello che abbiamo costruito. Gesรน ci chiede invece di metterci dietro a lui e seguirlo anche dove non avremmo voluto andare, ci chiede di seguirlo anche quando si tratta di attraversare con lui la sofferenza.

รˆ proprio in quei momenti che ci troviamo a scegliere tra perdere la vita o salvarla: perdiamo la vita quando preferiamo seguire le nostre logiche, illudendoci di vincere, salviamo la nostra vita quando scegliamo di seguire Gesรน, sebbene agli occhi del mondo sembriamo dei perdenti.

Leggersi dentro

  • Come vivo il rapporto con Dio nel tempo della sofferenza?
  • Cosa vuol dire per me in questo tempo prendere la mia croce e seguire Gesรน?

Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte

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