Continua il nostro cammino alla scuola della Liturgia. Domenica scorsa, in terra pagana/straniera, Gesรน ha guarito un sordomuto: se i giudei sono incapaci di ascoltare la sua Parola, cโรจ sempre qualcuno pronto ad accoglierla, a conferma che Gesรน non solo รจ venuto per tutti, ma che sono proprio gli ultimi, gli scartati ad essere i piรน disponibili ad accettare Gesรน perchรฉ interiormente piรน liberi.
Oggi la liturgia riprende la lettura da un punto fondamentale nel vangelo di Marco, il versetto 27 del cap. 8:ย una sorta di spartiacque. Fino ad ora Gesรน si รจ rivolto alle folle e ha compiuto miracoli. Ma da questoย momento inizia a parlare della sua sorte, fa capire in modo chiaro che lo attendono persecuzione,ย sofferenza, morte e risurrezione. Chi ha scelto di restare con Lui โ โVolete andarvene anche voi?… Da chiย andremo, Signore, tu solo hai parole di vita eternaโ (Gv 6,60ss) – deve accettare di stare โdietro a Luiโ e nonย temere. Si comprende allora il testo di Isaia che la liturgia ha scelto a premessa di questo nostro brano. โIlย Signore mi ha aperto lโorecchio e io non ho opposto resistenzaโฆ Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, leย mie guance a coloro che mi strappavano la barbaโฆโ.
Isaia non si รจ tirato indietro di fronte a quanti loย percuotevano, ha accettato di restare saldo in quel Dio che lo ha chiamato perchรฉ ha sempre tenuto โapertoย lโorecchioโ. Espressione che ritroviamo anche oggi: โApri bene le orecchieโฆโ. Isaia ha dato ascolto allaย Parola, non รจ scappato di fronte agli avversari convinto che โIl Signore Dio mi assiste, per questo non restoย svergognatoโ. Questo รจ lo stile con il quale โstare dietroโ a Gesรน: porgere ascolto alla sua Parola, imparareย a fidarsi della sua logica, โCamminare โ come ci farร pregare/cantare il salmo โ alla presenza del Signoreโ,ย perchรฉ Lui ascolta, perchรฉ Lui verso di me tende lโorecchio per primo. La forza della testimonianza, dunque,ย non รจ in virtรน di capacitร umane, ma si fonda nella fiducia in Dio, mio/nostro Salvatore. Con questa chiaveย di lettura, entriamo nel testo evangelico.ย
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vv. 27-28: ยซGesรน partรฌ con i suoi discepoliโฆโLa gente, chi dice che io sia?โ. Ed essi gli risposero: โGiovanni il Battista, altri dicono Elia, altri uno dei profetiโยป.
Lungo la via Gesรน interroga i suoi discepoli e a un certo punto domanda โChi dice la gente che io sia?โ. La loro risposta riporta lโopinione di molti di allora (cfr Mc 6,14-16), ossia che Gesรน sia un profeta: cโรจ chi sostiene che sia Giovanni Battista (Mc 9,12-13), chi Elia (2Re 2,1-18), chi un altro dei profeti, rispondono i discepoli. Interessante notare che nella lista manca il nome di Mosรจ, al quale era legata lโattesa messianica. Elia era considerato colui che avrebbe preparato la via al Messia, proprio come Giovanni il Battista.
Paragonando Gesรน a queste due figure, egli viene relegato ai personaggi del passato, niente di piรน.
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vv. 29-30: ยซEgli domandรฒ loro: โMa voi chi dite che io sia?โ. Pietro gli rispose: โTu sei il Cristoโ. E ordinรฒย loro severamente di non parlare di lui ad alcunoยป.ย ย
La risposta di Pietro รจ formulata come una confessione: โTu seiโ. E in questa dichiarazione Pietro riconosce in Gesรน il Messia, il Cristo. Allโudire questo, Gesรน โordinรฒโ- letteralmente sarebbe โsgridรฒโ- โdi non dirlo ad alcunoโ. Il verbo sgridare lo ritroviamo anche quando Gesรน โesorcizza gli indemoniatiโ (cfr Mc 1,25), e quando dovrร rimproverare Pietro per quanto gli dirร un momento dopo (vedi versetto 32). Il motivo del โsilenzioโ richiesto รจ dovuto al fatto che solo dopo la risurrezione potranno capire ciรฒ che รจ accaduto fino in fondo, come emerge anche nellโesperienza della Trasfigurazione: โMentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare ad alcuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dellโuomo fosse risorto dai mortiโ (Mc 9,9).
vv.31: ยซE cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dellโuomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamenteยป.
Lโordine del โsilenzioโ viene ora motivato dalle parole stesse di Gesรน: โIl Figlio dellโuomo doveva soffrireย moltoโฆโ. Il soffrire, lโessere rifiutato, il venire uccisoโฆ non รจ da parte dei peccatori, ma da parte di coloroย che gli sono ostili: โdagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribiโ! Da coloro che, per il loro ruolo eย missione, avrebbero dovuto farlo conoscere alla gente. I rappresentanti dellโistituzione religiosaย โuccidonoโ il progetto di Dio sullโumanitร . Parole che ritroviamo in Matteo: โGuai a voi, scribi e fariseiย ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrareย nemmeno quelli che vogliono entrarviโ (Mt 23,13). Un โdovere soffrireโฆ venire uccisoโ che non indica unaย volontร crudele da parte di Dio, bensรฌ una necessitร umana, perchรฉ in un mondo ingiusto il giusto puรฒ soloย essere perseguitato, fino a essere ucciso (cf. Sap 2). Una โnecessitร divinaโ inserita in unโobbedienzaย dโamore al Padre: โSono disceso dal cielo non per fare la mia volontร , ma la volontร di colui che mi haย mandatoโ (Gv 6,38).ย
vv 32-33: ยซPietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: โVaโ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiโยป.
Pietro lo prese – letteralmente lo afferrรฒ a sรฉ – e cominciรฒ a rimproverarlo! Notiamo che se Pietro porta in disparte il Maestro, Gesรน volta a lui le spalle e โsgridaโ pubblicamente il discepolo, usando le stesse espressioni usate nei riguardi degli indemoniati: โVaโ dietro a me, Satana!…โ. Gesรน definisce Pietro Satana, perchรฉ come Satana tenta di far deviare Gesรน dal suo progetto sullโumanitร (cfr Lc 9,51: โGesรน si diresse decisamente verso Gerusalemmeโ) e come Satana vanifica lโeffetto della parola, come il seme caduto in terra che subito gli uccelli, immagine di Satana, portavano via. Quindi Gesรน rimprovera Pietro e lo tratta come Satana, cioรจ come diavolo, ma non lo caccia: โtorna a metterti dietro di meโ. Farร la stessa cosa quando lo recupererร nellโamore: โMi ami tu? (Gv 21). Fragilitร e debolezza Gesรน le ha messe in conto, perchรฉ ha chiamato a sรจ uomini, non angeli! Quanto Lui chiede รจ una continua conversione per imparare a pensare come Dio e non come gli uomini.
vv. 34-35: ยซConvocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: โSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร ยป.
Seguire il Signore Gesรน chiede la disponibilitร a condividere fino in fondo il suo progetto. ร duro, ma nessuno รจ obbligato: โVolete andarvene anche voi?โ (Gv 6,67); cโรจ un condizionale nella sua proposta: โSe qualcuno vuole venire dietro a me…โ: un โseโ che chiede di rinunciare a ideali di successo, di ambizioneโฆ e il coraggio di โprendere/sollevareโ la sua croce. Significa accettare di perdere la propria reputazione, i propri ideali. Non รจ unโimposizione, ma conseguenza per quanti vogliono seguire il maestro fino alla fine, certi che chi vive per Lui, vivrร con Lui (cfr Gv 11,26).
Dopo aver accettato di voler restare con il Signore (โvolete andarvene anche voi?โ), ora inizia il cammino al quale la liturgia โ attraverso il vangelo di Marco โ ci ha preparati fin dalla festa di Natale. Gesรน mi e ci ricorda che a Lui poco interessa lโopinione altrui. Lui รจ il Cristo, Lui รจ lโinviato del Padre, Lui รจ consapevole di avere un progetto da portare a termine, ed รจ un progetto di salvezza. E a ciascuno di noi chiede se siamo disposti ad aderivi, a darGli ascolto. Cosรฌ come siamo. In questo momento mi sento solidale con Pietro che dimostra di non aver capito nulla di Gesรน! Essere discepoli non รจ facile e non รจ automatico: non si puรฒ capire chi รจ Gesรน senza comprendere se stessi, perchรฉ le due cose sono legate. Io conosco il Signore nella misura che sto con Lui, che imparo a conoscermi in Lui, che lo seguo nel suo โdarsiโ per tutti, nel suo perdere la vita per amore.
La domanda rivolta ai discepoli -โChi sono io per te?โ โ interpella e provoca oggi una mia/nostra risposta. รย una domanda decisiva, dalla quale dipenderร tutto: fede, scelta, vitaโฆ Perchรฉ non posso considerare laย fede come un fazzoletto da ripiegare e mettere in tasca una volta uscito di chiesa. La fede o รจ vita o non รจย fede. Gesรน non mi offre risposte preconfezionate, come va oggi di moda! Gesรน mi educa e mi aiuta aย crescere facendomi domande, accendendo in me scintille capaci di dare movimento alla vita. Gesรน mi e ciย vuole โpersone pensantiโ. Non ci chiede di essere cristiani โper sentito direโ, o per tradizione. Non รจ venutoย per insegnarci una nuova filosofia. Lui รจ venuto pe indicarci la Via che conduce al Padre. E Gesรน stesso รจ laย Via, รจ la Veritร , รจ la Vita. La mia fede, la mia relazione con Lui chiede quindi di sintonizzarsi con la sua vita,ย le sue prioritร , le sue scelteโฆ Perchรฉ non basta professare la fede, ma occorre praticare lโamore (cfr Sanย Giacomo, II lettura). Per questo il Signore mi e ci chiede di crescere da Amici. E la sua domanda vuoleย provocarmi, vuole smuovermi dalle mie apparenti o teoriche certezze, e portarmi ancora una volta aย domandarmi: Chi รจ Gesรน per me? E chi sono io per Lui? In fondo, Gesรน si attende discepoli innamorati, comeย fu per Tommaso, dopo la sua incredulitร : โMio Signore e mio Dio!โ(Gv20,28). Un โmioโ che non รจ possesso,ย ma passione; non รจ appropriazione, ma appartenenza: mio Signore.ย ย
Sono e siamo interpellati a domandarci se vale ancora la pena seguire il Signore, se vale la pena perdere laย vita per Lui e per il suo Vangelo. E non in base a sondaggi o preferenze dei socialโฆ Se viviamo per quel cheย gli altri pensano di noi finisce che perdiamo la nostra anima: se viviamo per il potere, il potere ci possiede;ย se viviamo per il piacere, il piacere ci schiavizza. Ma Gesรน รจ il mio Signore, Lui non mโimporrร nulla, perchรฉย lโamore non toglie libertร . Anche se sa che sbaglieremo: lโimportante รจ lasciarci continuamente visitare daย Lui, sapendo che il Signore ci raggiunge anche โ e soprattutto โ nei nostri peccati, perchรฉ Lui รจ venuto perย la mia e nostra salvezza, Lui non ci ama in astratto, ma si manifesta nella nostra vita concreta.
Ci ama nelย nostro male, perchรฉ Lui ci ha pagati a caro prezzo (cfr 1Pt 1,18).ย ย Allora, senza spaventarci se siamo capaci di slanci di intuizione e generositร , e subito dopo cediamo diย fronte alle nostre paure e fragilitร , prendiamo atto che questa รจ la vita, il cammino della vita! Come ci haย insegnato Pietro, anche la ribellione fa parte di questo processo di crescita, perchรฉ la proposta di Gesรนย spesso contrasta con le nostre attese e le attese di questo mondo. Ma se da una parte รจ legittima laย ribellione di Pietro, dallโaltra devo accettare legittimo il rimprovero di Gesรน: โVaโ dietro a me, Satana! Perchรฉย tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiโ(v. 33).
Parole che non mirano a punire, ma che esprimonoย amore, perchรฉ in quel rimprovero Gesรน mi sta amando ancor di piรน, aiutandomi a tornare al mio posto,ย dove meglio posso servirlo e amarlo. Perchรฉ la felicitร della vita non sta โ come sostiene il mondo โ nel fareย quello che comoda, nel sostituirsi a Dio, ma soltanto quando ci incontra lโamore, quello vero. Un Amoreย che mi e ci cambia a tal punto che scopriamo quanto รจ piรน bello servire che essere serviti, amare che essereย amatiโฆ perchรฉ la mia e nostra gioia รจ nel vedere gli altri felici.ย
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.