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don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 8 Settembre 2024

Domenica 8 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 7, 31-37

Domenica scorsa il vangelo ci ha presentato una disputa tra Gesรน e โ€œfarisei e scribi venuti daย  Gerusalemmeโ€, dove il Signore denunciava lโ€™ipocrisia di quanti preferiscono lโ€™obbedienza alle regole che gliย  uomini si sono costruiti, piuttosto che allโ€™unica Parola che salva, che รจ quella di Dio; dichiarava inoltre cheย  lโ€™impuritร  non viene dallโ€™esterno, ma dal cuore dellโ€™uomo.ย ย 

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Oggi leggiamo che Gesรน, lasciando la cittร , si dirige nella regione di Tiro dove libera โ€œuna donna posseduta  da uno spirito impuroโ€ (7,24-30, brano che la liturgia omette). Di fronte allโ€™incapacitร  dei giudei di dare ascolto alla  sua Parola, egli va verso i pagani, in piena Decapoli, trovando cuori piรน disponibili e accoglienti, a  dimostrazione che โ€œle prostitute e i pubblicani vi passano avanti nel regno di Dioโ€ (Mt 21,31). 

Questa apertura e accoglienza verso โ€œtuttiโ€ dice che รจ giunta la โ€œvendettaโ€ annunciata dal profeta Isaia cheย  la liturgia ci fa ascoltare nella I lettura, proprio a introduzione del vangelo: ยซCoraggio, non temete! Ecco ilย  vostro Dio, giunge la vendettaโ€ฆ Egli viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gliย  orecchi dei sordiยป. ยซVendettaยป che non va intesa certamente secondo il nostro modo di pensare. In questoย  contesto la โ€œvendettaโ€ รจ attuata dal โ€œredentoreโ€, ossia da quel parente che nel clan doveva โ€œvendicareโ€ iย  torti subiti ad opera di altri.

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In questo caso Dio รจ colui che vuole rendere vendetta, ossia riportare la giustiziaย  verso tutti, ancor piรน verso coloro che per loro fragilitร , menomazioniโ€ฆ venivano scartati ed esclusi, come iย  sordi o i muti, perchรฉ improduttivi. Questโ€™azione di salvezza porterร  a rendere lode, come canta il salmo inย  risposta alla I lettura: โ€œLoda il Signore anima miaโ€, una sorta di Magnificat, dove si esalta il fatto che Dioย  abbassa i superbi e innalza gli umili. Il coraggio deriva quindi dalla certezza che il Signore, il Redentore verrร :ย  un invito che non รจ illusione, ma promessa.ย ย 

v. 31-32: โ€œUscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pienoย  territorio della Decapoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la manoโ€.

Tiro, Sidone, Decapoli: siamo in piena zona pagana. Seppur in terra straniera, cโ€™รจ chi gli porta un sordomuto da guarire, manifestando in questo modo fiducia in Gesรน e nel suo โ€œpotereโ€.ย ย 

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v. 33-35: โ€œLo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la  lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: โ€œEffatร โ€, cioรจ: โ€œApriti!โ€. E subito gli  si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandรฒ loro di non  dirlo a nessunoโ€.  

Il primo gesto che Gesรน compie รจ portare quellโ€™uomo in โ€œdisparte, lontano dalla follaโ€. Eโ€™ un gesto simbolico  che richiama/ricorda Dio che conduce il popolo dโ€™Israele fuori dallโ€™Egitto, dalla schiavitรน alla libertร  (cfr Sal  91); ed anche Osea, โ€œTi condurrรฒ nel deserto e parlerรฒ al tuo cuoreโ€ (2,16). Un prendere in disparte che  suggerisce che a Gesร  sta a cuore la relazione personale. Il โ€œtoccareโ€ le parti malate rimanda al racconto della  creazione (Gn 2,7), dove il Signore Dio plasma con le sue mani la sua creatura, la impasta con lโ€™acqua che ha  creato, soffia nelle sue narici un alito di vita. E solo cosรฌ lโ€™uomo diventa un vivente. A conferma di questo  collegamento cโ€™รจ la reazione della gente che nel vedere questo prodigio esclama: โ€œHa fatto bene ogni cosa:  fa udire i sordi e fa parlare i muti!โ€ (Mc 7, 37), un evidente richiamo al ritornello che scandisce i giorni della  creazione, al termine dei quali โ€œDio vide che era cosa buonaโ€. Il guardare di Gesรน verso il cielo piรน che uno  spazio fisico, รจ โ€œrelazione con il Padreโ€, relazione alla quale Gesรน, con la sua morte e risurrezione, renderร   tutti partecipi: โ€œVedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendereโ€ฆโ€(cfr Gv 1,51).  

vv. 36-37: โ€œE comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano e, pieni  di stupore, dicevano: โ€œHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e parlare i muti!โ€.  Lโ€™espressione โ€œHa fatto bene ogni cosaโ€ richiama Genesi 1,31, lโ€™atto creativo. Se da una parte cโ€™รจ la pretesa  del โ€œsilenzioโ€ imposto da Gesรน, dallโ€™altra cโ€™รจ lโ€™annuncio della folla che dichiara le opere di Dio. 

Il vangelo si conclude con la dichiarazione della folla: Gesรน โ€œHa fatto bene ogni cosaโ€. รˆ il canto di  lode e di ringraziamento, รจ il riconoscere quanto il Signore sta compiendo in mezzo a loro, ciรฒ che farisei e  scribi non sono stati capaci di comprendere, cosรฌ presi dal verificare, se non addirittura โ€œspiareโ€, chi applica  o meno le regole degli uomini (cfr domenica scorsa).  

Gesรน accoglie il sordomuto che gli viene portato, non ha fretta e tanto meno si discosta da lui, aย  differenza dei sacerdoti e dei leviti presentati nella parabola del buon samaritano (cfr Lc 10,35ss). Lo portaย  in disparte, lontano dalla folla, perchรฉ a Lui sta a cuore una โ€œrelazione personaleโ€, a tu per tu: non ha bisognoย  della piazza, di spettacolarizzazione o sensazionalismo. Il bene, mi e cโ€™insegna oggi Gesรน, chiede di essereย  compiuto senza clamori, senza โ€œfar suonare la trombaโ€ (Mt 6,2). E in quel prendere in disparte, in quel darย  attenzione a quellโ€™uomo, Gesรน prima di ridonare salute, ridona amicizia (ricordiamo il capitolo 6ยฐ di Giovanni cheย  abbiamo ascoltato nelle domeniche precedenti: pane dellโ€™amicizia, pane della Parola, pane dellโ€™Eucaristia).

Restituisce aย  quellโ€™uomo la possibilitร  di ascoltare e di parlare, quindi di relazionarsi. Lo โ€œapreโ€ alla relazione con gli altriย  e con Dio stesso, rendendolo capace di amicizia, anche perchรฉ Dio ha creato lโ€™uomo non per la solitudine,ย  ma per la compagnia. Eโ€™ il peccato che ha chiuso lโ€™uomo in se stesso e nelle sue paure e vergogne. Gesรน faย  la stessa cosa per me, per ciascuno, ma poi ci chiede di farlo agli altri: โ€œCome io ho amato voi, cosรฌ anche voiย  amatevi gli uni gli altriโ€( Gv 15,9-17); โ€œSe io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voiโ€ฆ cosรฌ anche voi..:โ€ย  (Gv 13).ย ย 

Un secondo insegnamento che colgo da questo episodio mi viene dal โ€œtoccareโ€ da parte di Gesรน.  Lui usa il primo linguaggio comprensibile per un sordomuto: quei gesti del toccare sono la prima forma di  contatto, la piรน semplice e immediata. Gesรน mi e ci raggiunge lรฌ dove siamo e si rivolge a noi con linguaggio  semplice e comprensibile, pur di comunicare con noi, pur di farci capire che Lui mi e ci ama. Allora devo  imparare a lasciarmi โ€œaprireโ€ gli occhi, le orecchie ma soprattutto il cuore. Perchรฉ finchรฉ  attendo/attendiamo secondo i nostri criteri, rischiamo di non accorgerci che il Signore passa lungo il  cammino della nostra vita: la porta aperta della chiesa, un sacerdote che attende in confessionale, un  povero che chiede aiuto, un disoccupato che chiede lavoro, un familiare che ha bisogno di compagnia o di  aiutoโ€ฆ Come Gesรน si รจ preso cura di quellโ€™uomo dedicandogli tempo e attenzione, cosรฌ anchโ€™io sono  chiamato a lasciarmi portare in disparte, a uscire dal tran tran quotidiano e mettermi in ascolto: โ€œParla,  Signore, il tuo servo ti ascoltaโ€ (1Sam 3,). E a saper poi โ€œrelazionarmiโ€ con gli altri, anche nellโ€™esperienza di  fede, con un linguaggio comprensibile. 

Un terzo insegnamento: la folla non riesce a tacere, a tenere il segreto. Ha fatto esperienza della  bontร  di Dio e non puรฒ che narrarla, non puรฒ che cantarla. Il Signore ha dato a me, a ciascuno di noi, il  compito di narrare le opere di Dio, le grandi cose che Lui stesso compie in noi e attorno a noi: โ€œIl Signore Dio  mi ha dato una lingua da iniziati, perchรฉ io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola. Ogni mattina si fa  attento il mio orecchioโ€ฆโ€ (Is 50,4). Eppure, quante volte non so ascoltare, quante volte il dialogo รจ tra sordi,  quante volte rifiuto una parola di correzione fraterna e mi chiudo sempre piรน nelle mie illusorie certezzeโ€ฆ  E la mia parola si fa incerta, balbettante, dura, vuotaโ€ฆ La Parola di Dio, invece, chiede di essere accolta,  custodita, coccolata nel cuore evitando che per negligenza qualcuno me la porti via: vuoi il vento della  distrazione, i sassi degli affanni, lโ€™asfalto di una vita superficiale (cfr Mc 4,1-2).  

Come ha fatto con quellโ€™uomo, cosรฌ Gesรน sta facendo con me e con ciascuno di noi: ci staย  accompagnando in un percorso nuovo di vita. Ci ridona vita vera che solo i semplici sanno riconoscere eย  accogliere. รˆ un monito per ciascuno di noi oggi: posso restare chiuso, sordo-muto di fronte alla Parola diย  Dio e alle parole degli altri, ma cosรฌ resterรฒ solo. Oppure posso lasciarmi condurre da quanti colgono in meย  questa chiusura, posso lasciarmi anchโ€™io aiutare, per aprirmi pian piano a Dio e allโ€™altro, sapendo che Dioย  non ha creato nessuno per la solitudine, ma ci ha fatti per la compagnia, per lโ€™amicizia. E come Gesรน fa conย  noi, cosรฌ siamo chiamati a fare noi verso gli altri. Non รจ semplice la missione ricevuta perchรฉ giร  sanย  Giacomo (nella II lettura, oggi particolarmente coerente con il vangelo!) dovrร  rimproverare la suaย  comunitร :

โ€œFratelli miei, la vostra fede in Gesรนโ€ฆ sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che in unaย  delle vostre riunioni entri qualcuno con un anello al dito, vestito lussuosamente ed entri anche un poveroโ€ฆ Eย poi al ricco dite: siediti qui, comodamente, e al povero dite: โ€œTu mettiti lร , in piediโ€ฆ non fate forseย  discriminazione?… Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondoโ€ฆ?โ€ (Gc 2,1-5).

Lasciamoci aprire dal Signore, facciamo in modo che i suoi gesti e la sua Parola โ€“ Effatร  โ€“ ci apranoย  alla relazione con Lui stesso e con gli altri. Non temiamo le nostre paure, perchรฉ neanche Gesรน le teme. Eย  impariamo a non temere le paure degli altri. Fidiamoci. Gesรน si รจ fatto uomo perchรฉ diventassimo nuovamente capaci di ascoltare la voce di Dio, la voce dellโ€™Amore che parla al cuore. La cosa bella sta nelย  fatto che questi gesti e questa parola li troviamo giร  il giorno del Battesimo nel rito dellโ€™Effatร : lรฌ siamoย  invitati, tutti, indistintamente, a โ€œrespirareโ€ le cose di Dio per imparare un giorno a dire le cose di Dio, aย  cantare le grandi cose che il Signore compie in ciascuno. E anche la natura โ€“ ricorda il profeta Isaia nella Iย  lettura โ€“ partecipa a questo canto: โ€œScaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terraย  bruciata diventerร  una palude e il suolo riarso sorgenti dโ€™acquaโ€. Sรฌ, perchรฉ dove cโ€™รจ vera relazione con Dio eย  con gli altri, sโ€™impara anche a recuperare unโ€™autentica relazione con sorella natura (cfr san Francesco).ย 

A noi tutti, come singoli e come Comunitร  cristiane, lโ€™impegno di pregare affinchรฉ il Signore apra i nostriย  cuori, ci renda attenti allโ€™altro. In un tempo in cui siamo iper-connessi, alla fin fine rischiamo di essere moltoย  isolati gli uni dagli altri, facciamo fatica a comunicare profondamente e sinceramente.ย 

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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