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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 25 Agosto 2024

Domenica 25 Agosto 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 6, 60-69

Volete andarvene anche voi?

Siamo giunti alla fine del capitolo sesto del vangelo secondo Giovanni e in questi ultimi versetti ci viene posto davanti tutto lโ€™urto, lo scandalo che le parole di Gesรน hanno causato non solo nelle folle dei giudei ma anche tra i suoi discepoli.

Questa crisi nelle relazioni tra Gesรน e la sua comunitร  รจ testimoniata da tutti e quattro i vangeli al momento di una parola decisiva di Pietro che confessava lโ€™identitร  di Gesรน come Messia (cf. Mc 8,29 e par.) e come inviato dal Padre quale Figlio. Perchรฉ questa crisi? Perchรฉ le parole di Gesรน a volte erano dure e urtavano anche gli orecchi di discepoli che lo seguivano con affetto e attenzione ma non riuscivano ad accettare, ritenendola una pretesa, che Gesรน fosse โ€œdisceso dal cieloโ€ e che nella carne (basar/sรกrx) di un corpo umano fragile e mortale raccontasse il Dio vivente e vero.

Nel suo discorso Gesรน aveva detto piรน volte: โ€œIo sono il pane vivente disceso dal cieloโ€ (Gv 6,51; cf. 6,33.38.41-42.58), ma proprio quelli che lo avevano acclamato come โ€œil grande profeta che viene nel mondoโ€ (cf. Gv 6,14) e che avevano voluto addirittura proclamarlo re (cf. Gv 6,15), di fronte a queste parole si sentono scandalizzati nella loro fede. Profeta sรฌ, Messia sรฌ, Inviato di Dio sรฌ, ma disceso dal cielo e diventato carne, corpo consegnato (verboย paradรญdomi) e donato fino alla morte violenta, carne da mangiare e sangue da bere (cf. Gv 6,51-56), questo proprio no: sono parole che suonano come una pretesa insopportabile, impossibili da ascoltare!

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Gesรน, che conosce queste mormorazioni dei discepoli, a questo punto non ha paura di dire tutta la veritร , a costo di causare una divisione tra i suoi e un abbandono della sua sequela. Potremmo dire che โ€œattaccaโ€ i mormoratori: โ€œQuesto vi scandalizza? E quando vedrete il Figlio dellโ€™uomo salire lร  dovโ€™era prima?โ€. Cioรจ, โ€œquando sarete messi di fronte alla realtร  del Figlio dellโ€™uomo che, attraverso lโ€™innalzamento sulla croce, la morte ignominiosa, salirร  a Dio dal quale รจ venuto (cf. Gv 3,14; 8,28; 12,32)? Quando sarร  manifestata la piena identitร  di colui che รจ disceso da Dio e che a Dio รจ risalito nella sua umanitร  assunta come condizione carnale, mortale, โ€˜simile alla carne del peccatoโ€™ (Rm 8,3), allora lo scandalo sarร  piรน grandeโ€! Gesรน fa questo attacco soffrendo tutto il peso dellโ€™incredulitร , della non comprensione da parte di quelli che da anni erano coinvolti con lui e assidui alla sua parola. Comโ€™รจ possibile questo loro comportamento?

Ecco perchรฉ egli non puรฒ fare altro che constatare che in realtร  nessuno puรฒ venire a lui se il Padre non lo attira, non glielo concede. Occorre questo dono che non รจ dato arbitrariamente da Dio ma va cercato, va accolto come dono che non richiede alcun merito da parte di chi lo riceve. Ma anche questo scandalizza le persone religiose, che pretendono sempre che Dio faccia doni non solo secondo i loro desideri ma anche secondo quanto hanno meritato e conseguito. Ciรฒ che di Gesรน รจ scandaloso รจ la sua condizione umanissima, il suo consegnarsi in una carne fragile e in un corpo mortale a carni fragili e corpi mortali, cioรจ gli uomini.

Comโ€™รจ possibile che Dio si consegni in un uomo, โ€œil figlio di Giuseppeโ€ (Gv 6,42), una creatura umana che puรฒ essere consegnata, tradita, data in mano ai peccatori, come accadrร  proprio a causa di uno dei Dodici, Giuda, un servo del diavolo (cf. Gv 6,70)? Qui la fede inciampa nel dover accogliere lโ€™immagine di un โ€œDio al contrarioโ€, di un โ€œinviato divino, un Messia al contrarioโ€, che รจ fragile, povero, debole e del quale gli uomini possono fare ciรฒ che voglionoโ€ฆ รˆ lo scandalo dellโ€™incarnazione di Dio, patito lungo i secoli da molti cristiani, da molte chiese, dallโ€™Islam stesso, e ancora oggi dagli uomini religiosi che accusano di non credere in Dio chi accoglie dal Vangelo il messaggio scandaloso di un Dio fattosi realmente, veramente uomo, carne mortale, in Gesรน di Nazaret. La fede cristiana facilmente diventa docetismo, perchรฉ preferisce, come tutte le religioni, un Dio sempre e solo onnipotente, un Dio che non puรฒ diventare umano, come noi, in tutto eccetto che nel peccato.

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Per questo Gesรน incalza: โ€œVolete andarvene anche voi?โ€, rivolgendosi a quelli che sono rimasti, in realtร  pochi. Gesรน non teme, anche se soffre, di restare solo, perchรฉ ha fede nella parola che il Padre gli ha rivolto, nella promessa di Dio che non verrร  meno. Possono venire meno gli altri, ma Dio resta fedele! E cosรฌ il vangelo registra che alcuni discepoli, scandalizzati dalle parole dei gesti di Gesรน, se ne vanno: per paura? Per convinzioni religiose? In ogni caso per mancanza di fede. Costoro avevano accolto la vocazione, avevano seguito Gesรน magari con entusiasmo, ma poi, non crescendo nella loro adesione a lui, sono inciampati nellโ€™incomprensione delle sue parole. Di conseguenza, hanno imboccato un cammino di de-vocazione, smentendo la strada fatta fino a voltarsi indietro e ad andarsene.

Tra di loro cโ€™รจ anche Giuda, uno dei Dodici, scelto personalmente come discepolo da Gesรน. Comโ€™รจ possibile? Sรฌ, รจ possibile che nella comunitร  di Gesรน, e cosรฌ nella comunitร  cristiana, ci sia chi diventa un ministro del diavolo, un discepolo del diavolo, dunque non puรฒ fare altro che tradire. E quando la relazione dโ€™amore conosce il tradimento, per chi tradisce diventa impellente cancellare lโ€™amato, fino a consegnarlo perchรฉ sia tolto di mezzo. Quello che gli altri vangeli collocano nellโ€™ultima cena, Giovanni significativamente lo pone qui, nellโ€™annuncio dellโ€™eucaristia, dono della vita di Gesรน a tutti.

A volte mi chiedo perchรฉ nella chiesa non si abbia il coraggio di far risuonare ancora oggi questa domanda di Gesรน: โ€œVolete andarvene anche voi?โ€; perchรฉ si insegni sempre il successo, si guardi al numero dei credenti, si compiano sforzi mirando alla grandezza della comunitร  cristiana e non alla qualitร  della fede. Siamo veramente gente di poca fede! La crisi invece, che รจ sempre fallimento, la allontaniamo il piรน possibile, la dissimuliamo, la tacciamo, affinchรฉ non appaia che a volte perdiamo, cadiamo, falliamo anche nelle nostre imprese ecclesiali e comunitarie, pur conformi alla volontร  del Signore.

Dโ€™altronde, Gesรน userร  lโ€™immagine della potatura della vite per dire che vi sono tralci che vanno potati (cf. Gv 15,2): determinante, perรฒ, รจ che la potatura la compia il Padre, non noi e neppure chi nella comunitร  cristiana presiede o la lavora come un operaio. Di per sรฉ il Vangelo ha la forza di attrarre e di lasciar cadere: basta che sia annunciato nella sua veritร  e con franchezza, senza essere edulcorato. Sรฌ, il Vangelo รจ la Parola di vita eterna, come Pietro risponde a Gesรน, confessando che la fede della chiesa รจ fede nel โ€œSanto di Dioโ€, cioรจ fede che in Gesรน cโ€™รจ laย Shekinah, la Presenza di Dio. Dovโ€™รจ ormai Dio in questo mondo? Non nel Santo del tempio di Gerusalemme, ma nellโ€™umanitร  fatta carne e sangue di Gesรน, il Figlio di Dio.

Chiedendo a Gesรน: โ€œSignore, da chi andremo?โ€, Pietro esprime tutta la fede dei discepoli nei suoi confronti, tutta la sua unicitร  di Rabbi, Profeta e Messia; nel contempo, giunge al vero e proprio vertice della sua professione di fede: โ€œNoi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dioโ€. Pietro manifesta unโ€™esperienza, una conoscenza dovuta allo stare per anni con Gesรน: egli รจ il Santo, come lo aveva definito lโ€™angelo nellโ€™annuncio a Maria (โ€œColui che nascerร  sarร  il Santo e sarร  chiamato Figlio di Dioโ€: Lc 1,35); Gesรน รจ partecipe della santitร  di Dio stesso, dunque รจ il Signore (JHWH), che nelle sante Scritture รจ chiamato e invocato quale Santo. Anche nella tradizione giovannea confluita nellโ€™Apocalisse, Santo รจ il titolo di Gesรน risorto (cf. Ap 3,7).

Cosรฌ termina il lungo e non facile discorso di Gesรน sul pane della vita. Alla fine probabilmente sono piรน le cose che non riusciamo a capire, le realtร  che non riusciamo a sostenere, rispetto a ciรฒ che abbiamo compreso e accolto. Anche noi siamo forse urtati da queste parole, magari non intellettualmente, ma nellโ€™accoglierle fino a viverle esistenziale mente, concretamente e quotidianamente. Se perรฒ, come i Dodici, non ce andiamo, ma restiamo presso Gesรน con le nostre debolezze, che riguardano anche la fede, e tentiamo di perseverare nella sua sequela, ciรฒ รจ sufficiente per accogliere il dono gratuito e non rifiutarlo o misconoscerlo: Gesรน uomo come noi, nel quale โ€œabita corporalmente tutta la pienezza della vita di Dioโ€ (Col 2,9), Dio stesso, รจ la parola che ci nutre, รจ il pane di vita che riceviamo nellโ€™eucaristia, nel nostro cammino verso il Regno.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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