Gesรน ha detto: โIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoโ.
Questo annuncio, ai tempi, appariva una pretesa intollerabile, unโaffermazione irricevibile e, come tale, aveva suscitato mormorazione e discussione, nel vangelo di Giovanni. Qui nasce unโaspra discussione, una vera e propria battaglia verbale tra gli ascoltatori di Gesรน: โCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?โ.
Lui risponde loro con espressioni ancora piรน scandalose, rendendo il suo annuncio piรน duro e urtante, in modo da togliere ogni possibilitร di comprendere le sue parole in modo semplicemente parabolico, intellettuale, raffinato: โSe non mangiate la carne del Figlio dellโuomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita eternaโ, dirร piรน avanti.
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Abbiamo un riferimento allโattivitร di masticazione essenziale allโatto di mangiare che implica la trasformazione del cibo tramite la distruzione delle forme solide per renderle digeribili e assimilabili.
Per lโuomo il mangiare รจ atto primordiale e riconoscimento iniziale del mondo. Il suo legame con la vita รจ essenziale da quando il bambino รจ feto nel ventre materno fino alla morte. Lโatto di mangiare รจ rinvio allโattivitร culturale dellโuomo: implica il lavoro, la preparazione del cibo, la socialitร , la convivialitร .
Lโuomo mangia insieme con altri e il mangiare รจ a una tavola, luogo di creazione di amicizia, fraternitร , alleanza e societร . A tavola non si condivide solo il cibo, ma si scambiano anche parole e discorsi nutrendo cosรฌ le relazioni: ciรฒ che dร senso alla vita sostentata dal cibo.
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Gesรน annuncia che per avere parte alla vita eterna, alla vita di Dio, per conoscere la salvezza, รจ necessario mangiare, masticare la carne del Figlio dellโuomo e bere il suo sangue? Perchรฉ questo realismo nelle parole di Gesรน secondo il quarto vangelo, parole che non risuonano nรฉ negli altri vangeli nรฉ nel resto del Nuovo Testamento? Perchรฉ questo linguaggio proprio nel vangelo che non ricorda lโistituzione eucaristica, ma la sostituisce con il racconto della lavanda dei piedi? Certamente lโautore di questo racconto si serve di un linguaggio che vuole affermare come la partecipazione al pane e al calice di Gesรน Cristo sia partecipazione al suo corpo e al suo sangue. Attraverso il mangiare i segni del pane e del vino ciรฒ che si riceve รจ tutta la vita del Figlio fattosi carne e sangue, nato da donna, manifestatosi uomo veramente uomo come noi che siamo suoi fratelli.
Dice ancora Giovanni: โCome il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร per meโ.
Il โmangiare meโ รจ posto in linea di continuitร con lโinvio del Figlio da parte del Padre: รจ lโatto estremo a cui giunge lโobbedienza del Figlio nei confronti del Padre. Dal โmangianteโ passiamo al โmeโ che si dona come cibo allโuomo. Il โmangiare meโ รจ allora lโespressione piรน radicale dellโamore di Cristo e di Dio per lโumanitร . Questo mangiare รจ reso possibile dal dono che il Padre, nel suo amore per lโumanitร , fa del Figlio inviandolo nel mondo perchรฉ gli uomini abbiano la vita in abbondanza e che il Figlio liberamente fa di sรฉ, per amore dellโumanitร .
Ciรฒ che รจ fondamentale in questo โmangiareโ รจ dunque il dono che ne รจ allโorigine: questo โciboโ, infatti, non viene dallโuomo, ma sgorga dallโamore di Dio per lโuomo e tende alla comunicazione dellโamore in cui consiste la vera vita.
Lโamore espresso solo a parole, anche nella rivelazione, non era sufficiente: occorreva una carne umana che raccontasse Dio, una carne umana che, amando la nostra umanitร , ci narrasse lโamore di Dio, o meglio il โDioโ che โรจ amoreโ.
Questa nostra carne, che ci dice la nostra debolezza, la nostra fragilitร , la nostra morte, carne che a volte pensiamo di negare o dimenticare in favore di una โvita spiritualeโ, per poter incontrare Dio, proprio questa carne รจ stata assunta da Dio e non รจ un ostacolo alla comunione con lui: รจ il luogo ordinario dellโincontro con Dio.
Le parole di Gesรน ci dicono che incarnazione di Dio, resurrezione della carne ed eucaristia esprimono insieme il mistero della nostra salvezza. Nella nostra povera carne, nel โcorpo di miseriaโ che noi siamo, proprio lรฌ noi incontriamo Dio, perchรฉ in Gesรน abita corporalmente tutta la pienezza.
Carne da masticare e sangue da bere sono la condizione in cui Gesรน si consegna a noi, in cui Dio si dร a noi, raggiungendoci lร dove siamo e non chiedendo a noi di salire alla sua condizione divina, azione per noi impossibile e solo frutto di un orgoglio religioso malato. Entrando in noi, la carne e il sangue di Cristo ci trasformano, per partecipazione in carne e sangue di Cristo, producendo ciรฒ che a noi รจ impossibile: diventare il Figlio di Dio in Cristo stesso, lโUnigenito amato dallโamante, il Padre, con un amore infinito, lo Spirito santo.
Chi mangia la carne e beve il sangue di Cristo conoscerร la resurrezione, vivrร per sempre, in una salda comunione con Cristo per la quale rimane: corpo nel Corpo e Corpo nel corpo!
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