Caro vangelo, quanto sei scomodo!
Mi piacerebbe che Gesรน parlasse e discutesse di ciรฒ che ha appreso, ascoltando la gente o studiando. Mi metterei a discutere anchโio e ci passerei tutta la vita.
E invece no. Trovo un Gesรน che offre se stesso come cibo. Mette davanti ai suoi interlocutori tutto il suo passato, lโaffetto dato e ricevuto, le emozioni provate, il suo duro lavoro, il suo patire che sono impressi nel suo corpo, nella sua carne. Noto come Gesรน parli anche del suo presente e lo trasmetta: la sua ragione di vita, ciรฒ che lo appassiona, la sua sete di veritร e la sua fame di giustizia. Il suo sangue.
E questo รจ duro, perchรฉ rimanda allโessenziale: ricevere e trasmettere vita.
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Cerco allora delle persone che mi aiutino a stare allโessenziale, persone la cui esistenza sia divenuta cibo. Mi vengono in mente quanti hanno dovuto lottare con una dipendenza. Una buona parte degli educatori delle comunitร di recupero sono giovani usciti dal tunnel della dipendenzaโฆ Essi sono testimoni di un percorso possibile, di una riuscita.
Nutrono la speranza di quanti entrano in comunitร . Penso anche agli psicologi, che nutrono con il loro ascolto sapiente quanti vogliono conoscere meglio se stessi. Ricordo pure degli amici, che mi fanno il dono della loro esperienza, insegnandomi a immergermi nellโacqua o a camminare in montagna, a trattare con le persone difficili o a trarre profitto dagli errori.
Mi accorgo allora che il vangelo รจ sรฌ duro, ma anche bello, perchรฉ riporta sulla strada, la strada di chi trasmette lโessenziale, il sentiero di chi offre la sua carne e dona il suo sangue.
Stefano Corticelli SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato