Continua il nostro cammino alla scuola della Liturgia domenicale, con la lettura del vangelo di Giovanni, iniziata domenica scorsa e dedicata al tema del โpane di vitaโ. Gesรน, dicevamo, si commuove di fronte alla folla che lo ha preceduto e raggiunto e, grazie ai โcinque pani e due pesciโ messi a disposizione di un ragazzo, non solo sfama oltre cinquemila persone, ma ne avanzano 12 cesti. Durante la notte i discepoli con la barca si dirigono allโaltra riva: Gesรน non va subito con loro, ma li raggiunge nella notte, camminando sullโacqua (Gv 6,16-21).
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Ascolta “don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 4 Agosto 2024” su Spreaker.La liturgia odierna inizia con un brano del libro dellโEsodo, quando il popolo dโIsraele mormora contro Mosรจ (cfr I lettura), dimostrando la sua immaturitร . Rimpiangeva il tempo passato quandโera โseduto presso la pentola della carneโ, non tenendo conto che lรฌ era schiavo, mentre ora รจ libero. Non puรฒ certamente essere un piatto di carne a compensare la libertร !
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Il tema del cibo/del pane รจ importante perchรฉ il cibo รจ il primo dono di Dio. Tutto รจ per lโuomo, tranne il frutto dellโalbero della conoscenza (Gen 2,16): lโatto del consegnare il cibo รจ un atto paterno, ma lo รจ anche il โnon-prendereโ espresso da Dio. Qui sta il punto. Di fronte al โnon mangiareโ un determinato cibo, ci si fida della paternitร di Dio o si mormora? Si sa chiedere e quindi attendere o si pretende di โprendereโ da soli col rischio che quella libertร di scelta si tramuti in schiavitรน (cfr Gen 3)? Gesรน cerca di educare le folle a saper chiedere il giusto cibo, quello che apre alla vita eterna, che offre speranza, che infonde forza. Espressioni/esperienze che riecheggiano tutte nel salmo scelto dalla liturgia: โDonaci Signore il pane del cieloโ.
v. 24-25: โQuando dunque la folla vide che Gesรน non era piรน lร e nemmeno i suoi discepoli, salรฌ sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesรน. Lo trovarono di lร del mare e gli dissero: โRabbรฌ, quando sei venuto qua?โ.
La gente รจ stupita dellโaccaduto: se non รจ partito sulla barca, come fa ad essere arrivato dallโaltra parte? Questa รจ la prima domanda, ed รจ una domanda che dice lo stupore di fronte a questo mae stro prodigioso e misterioso, questo maestro sfuggente: Gesรน fugge di fronte a coloro che lo cer cano per farlo re (Gv 6,15), ma sfugge anche di fronte alla pretesa di sapere tutto di Lui, di posse derlo, di controllarlo.
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vv. 26-27: โGesรน rispose loro: โIn veritร , in veritร io vi dico: voi mi cercate non perchรฉ avete visto dei segni, ma perchรฉ avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dellโuomo vi darร . Perchรฉ su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigilloโ.
Gesรน svela alla folla che loro lo stanno cercando non per conoscerlo, ma per possederlo e per sen tirsi sempre sazi. Non cercano cioรจ Gesรน, ma cercano il pane! Da qui il suo invito a guardare a ciรฒ che sazia veramente, non a ciรฒ che illude; a saper chiedere ciรฒ che veramente conta, non sempli cemente ciรฒ che momentaneamente soddisfa. La domanda giusta, suggerisce Gesรน, รจ chiedersi cosa stiamo cercando quando cerchiamo Lui.
vv. 28-30: โGli dissero allora: โChe cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?โ. Gesรน rispose loro: โQuesta รจ lโopera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandatoโ. Allora gli dissero: โQuale segno tu compi perchรฉ vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?โ. La folla desidera il Signore, ma ancora non comprende cosa significa essere/stare con Lui. Pensa di poter gestire e manipolare ogni cosa: โChe cosa dobbiamo compiereโฆโ. Non si tratta tanto di un โfareโ, quanto di un โaccogliereโ, si tratta di cambiare prospettiva. โQuesta รจ lโopera di Dio: che crediateโฆโ. Concetto che Gesรน aveva giร espresso a Nicodemo: ยซDio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eternaยป (Gv 3,16).
vv. 31-34: โI nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: โDiede loro da mangiare un pane dal cielo. Rispose loro Gesรน: โIn veritร , in veritร io vi dico: non รจ Mosรจ che vi da ha dato il pane dal cielo, ma รจ il Padre mio che vi dร il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร la vita al mondoโ.
La folla chiede e pretende ancora segni. Come il popolo nel deserto (I lettura), mormora senza accorgersi di ciรฒ che ha giร di fronte! Loro vogliono โsegniโ, โmiracoliโ capaci di rassicurare, di confermareโฆ arrivando a rivestire la loro richiesta di un alone di sacralitร , ricordando quanto Mosรจ fece con la manna nel deserto, e pure citando un salmo: โDiede loro da mangiare un pane dal cieloโ (scelto oggi dalla liturgia, Sal 78,24).
Di fronte alla โpretesaโ della folla Gesรน cerca di aiutare la gente a passare dal โdonoโ al โDona toreโ: โNon Mosรจ vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dร il pane dal cielo, quello veroโ. Laย manna era โun segnoโ: in fondo il mangiarla portava ancora fame e non dava vita eterna. Laย manna era segno di un pane vero: โIl pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร la vita al mondoโ.ย vv. 34-35: โAllora gli dissero: โSignore, dacci sempre questo paneโ. Gesรน rispose loro: โIo sono ilย ย pane della vita; chi viene a me non avrร fame e chi crede in me non avrร sete, maiโ.ย Quanto la gente ha compreso interiormente lโinsegnamento di Gesรน non ci รจ dato sapere, ma laย domanda della folla svela almeno un tentativo: โDacci sempre questo paneโ. Espressione cheย ricorda la samaritana: โSignore, dammi di questโacqua perchรฉ non abbia piรน sete e non continui aย venire al pozzo ad attingereยป (Gv 4,15). La risposta di Gesรน รจ chiara e svela la sua identitร : โIo sono ilย pane della vitaโ. Espressione che avremo modo di sviluppare nelle prossime domeniche.ย ย
Al primo impatto forse anchโio, anche noi, restiamo prigionieri della mentalitร della folla e quindi ci limitiamo a rincorrere Gesรน perchรฉ รจ Colui che si รจ dimostrato capace di sfamare cosรฌ tanta gente con soli cinque pani e due pesci. E questo ci porta a inseguire โi miracoliโ, i fatti โeclatantiโ ma di perdere di vista Chi รจ colui che opera tutto questo. Preferiamo il โpane prontoโ che la fatica del porsi alla ricerca di Colui che dona il pane; la fatica del metterci in disparte, del meditare il vangelo, del conoscere Gesรน e la sua volontร . La ricerca dei miracoli, dei segni, delle apparizioni โ esperienze tutte che il Signore permette nei tempi che ritiene opportune, ma che comunque rimangono segni – รจ il tentativo di percorrere una scorciatoia e nello stesso tempo di illuderci di poter โpossedereโ ogni cosa. Dal vangelo, invece, emerge una domanda semplice e chiara: so/sappiamo ascoltare in profonditร Gesรน? So/sappiamo lasciarci da Lui orientare nella ricerca? ร Lui il vero nostro nutrimento, o in realtร โparliamoโ di Lui ma cerchiamo e ci nutriamo di altro? Qual รจ il cibo che stiamo cercando? Il pane delle soddisfazioni, delle auto consolazioni o il โpane vivo del cielo?โ.
Se ci pensiamo bene, il โpane mioโ spesso ci porta fuori da noi stessi, ci fa desiderare una realtร che non cโรจ qui ed ora (basti pensare a quanti cercano segni, miracoli, apparizioniโฆ ovunque, ma poi non vivono la quotidianitร , la vita comunitaria). Il pane di Gesรน, invece, รจ un pane per lโoggi, che ci tiene ancorati alla vita quotidiana ed รจ il solo che sazia: โDacci il nostro pane quotidianoโ.
Ciรฒ che conta oggi รจ imparare a farci le giuste domande e darci le corrette risposte, che non sono quelle che io reputo corrette, ma quelle che Gesรน stesso mi offre e che io sono chiamato a cogliere e cercare di capire, per evitare di trovarmi di fronte allโevidenza di Dio e di non accorgermene, tanto da sentire rivolte a me le parole stesse di Gesรน: โCome quella generazione a cui si suona il flauto, e loro non danzano; si canta un lamento, e loro non piangonoโ (cfr Lc 7,31-35).
โChe cercate?โ: รจ la domanda di fondo che Gesรน rivolge ai discepoli del Battista, che lasciano tutto per seguirlo (Gv 1,38). La ripete a Maria di Magdala davanti al sepolcro vuoto (Gv 20,15). Quello che Gesรน cerca di fare oggi, anche con me e ciascuno di noi, รจ riaccendere la domanda di fondo, la domanda piรน vera per lโuomo: โChe cosa cerchi veramente? Qual รจ il tuo desiderio piรน profondo?โ. E invita a cercare ciรฒ che conta. La soddisfazione immediata delle proprie necessitร materiali, pur importanti, non danno ciรฒ che cerca il cuore. In questo modo Gesรน vuole aprire un varco in noi e ravvivare la nostalgia di Lui, la sola che sazia per la vita eterna: โDatevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eternaโ (Gv 6,27). Il pane che solo Gesรน puรฒ dare (โIl Figlio dellโuomo vi darร โ -Gv 6,27b) รจ la sua stessa vita che si fa dono spezzato per me, per noi.
Un pane che non รจ conquista, che non รจ bravura, che non รจ premio (cfr Gv 6,28), ma รจ dono. ร donoย di Dio stesso, รจ Dio stesso che si fa dono. Si tratta allora di credere in Lui, di andare dietro a Lui, diย fidarsi di Lui e di lasciarsi educare a sfamare la vera fame e sete di amore. In tutto questoย comprendiamo che Gesรน sta educando il mio e nostro desiderio, anche perchรฉ sono proprio iย desideri a muovere la vita. Il testo ci dice, per lโennesima volta, che Dio non chiede, ma dร ; Dio nonย pretende, ma offre; Dio non esige nulla, ma dona tutto.ย
Eppure mi e ci accorgiamo che questo รจ piรน impegnativo che conquistare qualcosa da soli: โCosaย dobbiamo fare?โ. Gesรน invita la folla ad essere libera, loro vogliono sottomettersi, non sono abituatiย a un rapporto di libertร con il loro Signore, ma di sottomissione e chiedono cosa devono fare. Eย Gesรน risponde loro: โQuesta รจ lโopera di Dioโ. Eโ interessante notare che lโunica volta che nellโAnticoย Testamento appare questa espressione รจ nel libro dellโEsodo, quando Mosรจ scese dal monte conย le due tavole della Legge: โLe tavole erano opera di Dioโ (cfr Es 32,16). Lโopera di Dio che Gesรน รจย venuto a chiedere รจ โcredere in Colui che egli ha mandatoโ. Non ci sono piรน le tavole della legge,ย ma cโรจ Gesรน.ย ย Certo, accogliere รจ molto piรน difficile che conquistare. Infatti se la vita รจ accoglienza, intuiamo cheย dipendiamo da qualcuno; se รจ conquista, tutto รจ nelle nostre mani a tal punto da ritenerci piรน liberiย e autonomi. Elementi che rimandano al peccato originale, ad Adamo ed Eva (cfr Gn 3).
In questa logica capiamo perchรฉ lโEucaristia รจ dono, non conquista. ร dono per tutti, non premioย per alcuni. ร una tentazione molto diffusa, quella di ridurre la fede, la religione al rispetto delleย leggi. Ma qui non si tratta di seguire unโidea, un progetto, una sorta di patente a punti! Ma diย seguire Gesรน come vivo e presente adesso, di lasciarsi da Lui coinvolgere. Si tratta di non fermarci allโorizzonte puramente umano, ma di saper andare oltre. Si tratta di non fermarci al โsegnoโ, alย โmiracoloโ ma di andare a Colui che tutto questo dona: โEโ Lui il pane vero, disceso dal Cieloโ.ย Gesรน รจ pane di vita disceso dal cielo: in Lui solo trovo le risposte alle domande del mio cuore, dellaย mia vita.
Oggi il Signore Gesรน mโinsegna e mi ricorda di non inseguire idee, di non imparare unaย dottrina โ anche se magari serve -ma di cercare un โcibo miglioreโ, di lasciarmi attrarre da Lui, di coltivare desideri grandi, perchรฉ io sono fatto per qualcosa di grande: โSiate santi, come io ilย Signore sono santoโ (Lv 19,2; Mt 5,43-48). A me, a ciascuno di noi, allora, il compito di non inseguire iย pensieri del mondo, ma di trovare il coraggio di abbandonare lโuomo vecchio per lasciarci rinnovareย dallโuomo nuovo che รจ Gesรน (cfr II lettura, che questa domenica bene si abbina al vangelo).
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.