Santa Marta, appena dopo la morte di suo fratello Lazzaro va incontro a Gesù, con un misto di delusione e di speranza. Si, in lei c’è un po’ di delusione, e dice: se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto.
Ma c’è anche un po’ di speranza: So che quello che tu chiederai, Dio te lo concederà. Marta spera nella vita eterna per suo fratello, ma questa speranza non è molto forte, è qualcosa di vago, di indefinito, un po’ come quando noi speriamo nella risurrezione dei nostri cari defunti, e crediamo che la risurrezione debba essere una cosa bellissima, crediamo che la vita eterna sia migliore della vita terrena, e tuttavia in noi sembra prevalere di più lo sconforto per la loro perdita che la gioia per il traguardo che loro hanno raggiunto.
Ed ecco che allora Gesù arriva e conforta Marta con una promessa molto chiara e sicura: Tuo fratello risorgerà. E poi, di fatto Gesù fece risorgere Lazzaro dai morti. Ma per noi è importante ricordare questo, che la risurrezione non è solo una speranza, ma è un promessa che Gesù ci ha fatto, una promessa su cui Gesù ha messo come garanzia la sua stessa vita che ha donato sulla croce.
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Con questo non significa che dobbiamo essere felici quando qualche persona amata lascia questa sua vita terrena, è chiaro che il lutto crea in noi dolore. Ma è importante non sprofondare in questo dolore, non lasciamoci cullare dal dolore, è importante reagire e avere chiaro che la traiettoria del nostro vivere non si interrompe sulla terra, ma prosegue nell’eternità.
Gesù non ha detto Marta: vedrai che forse le cose andranno meglio. Non le ha nemmeno detto: forse tuo fratello risorgerà. Ma le ha detto: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, non morirà in eterno. E io ti dico: Tuo fratello risorgerà! Credi tu questo?